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Anthony Kiedis: “Jack Nicholson fu il più grande degli stronzi"

Il frontman dei Red Hot Chili Peppers poi cambiò idea sul grande attore hollywoodiano

E' facile e umano esprimere giudizi facendo appello alla propria esperienza. Ma a volte si deve contestualizzare il tutto e cercare di comprendere i motivi e i perché di alcuni comportamenti. Anche quando parliamo di star, che siano della musica, dello sport oppure del cinema. Queste dovrebbero avere un occhio di riguardo per i fan che sono l'alimento principale della loro fama, ma a volte ci si dimentica che una giornata storta può capitare a chiunque e la pressione alla quale sono sottoposti personaggi di quel genere è molto alta. Insomma: concediamo ai volti noti di permettersi di avere, anche in pubblico, qualche giornata in cui la luna non gira a dovere.

Nel 1989 i Red Hot Chili Peppers non avevano lo status da superstar del rock che hanno conquistato al giorno d'oggi, non avevano ancora pubblicato l'album “Blood sugar sex magik” (quello arriverà solo nel 1991) che regalerà loro il primo assaggio di grandissima fama. Nel 1989 la band californiana pubblicò il suo quarto album intitolato “Mother's milk”, nella tracklist del disco è presente una canzone chiamata “Magic Johnson” dedicata alla leggenda del basket che furoreggiava nei Los Angeles Lakers a quel tempo. Anthony Kiedis, grande tifoso di basket e dei Lakers, ebbe la pensata di fare avere al suo idolo una copia dell'album e per farlo credette fosse una buona idea consegnarlo all'attore Jack Nicholson, tifoso numero uno della squadra di Los Angeles, sempre presente a bordo campo quando i ragazzi in canottiera si esibiscono con la palla a spicchi nella arena della città degli angeli.



Il piano del frontman dei Red Hot Chili Peppers pareva non fare una grinza. Se non che, come ha raccontato Kiedis alla rivista Penthouse nel 2002, la storia non andò proprio come si era immaginato: “Jack Nicholson probabilmente si è rivelato il più grande degli stronzi. Ma non ce l'ho con lui. L'ho avvicinato a una partita dei Lakers nell'89 con il CD "Mother's Milk" perché conteneva una canzone chiamata "Magic Johnson". Volevo darlo a Jack perché lo desse a Magic. Io gli dissi una cosa come, 'C'è dentro una canzone intitolata 'Magic...' 'Ragazzo, non parlare con me. Non conosco Magic', e mi fece cenno di andarmene. Io ho pensato, 'Cazzo, che stronzo.'"

Anthony Kiedis  ha poi continuato ancora a raccontare la sua storia e, in un secondo tempo, riflettendo meglio su quanto accadutogli con Nicholson cercò di comprendere il punto di vista altrui, forse perché ora lui si ritrova in una situazione simile a quella che viveva allora il noto attore: "Poi, lo vedevo alle partite e vedevo come la gente lo continuava a importunare. Allora ho capito, cos'altro poteva fare?".

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