La playlist filosofica di Bob Dylan
 
                                            Nel suo recentissimo libro "The philosophy of modern song", Bob Dylan racconta e analizza 66 canzoni da lui scelte (ne abbiamo scritto qui). Questa settimana vi proponiamo, a puntate, l'ascolto di tutte le 66 canzoni, ognuna corredata - per gentile concessione dell'editore Feltrinelli - da un breve estratto dal testo della versione italiana "Filosofia della canzone moderna" (la traduzione è di Alessandro Carrera).
1 - “Detroit City”
(Bobby Bare)
Uscita originariamente come 45 giri (RCA Victor 1963)
Composta da Danny Dill e Mel Tillis
Non è tanto la canzone di un sognatore quanto la canzone di chi si è lasciato catturare da una fantasticheria su come le cose stavano una volta. Ma chi l’ascolta sa bene che non c’è niente di vero. Ecco perché questa canzone è efficace.
 
2 - “Pump It Up”
(Elvis Costello & the Attractions)
Uscita originariamente nell’album "This Year’s Model" (Radar 1978)
Composta da Elvis Costello
Questa è una canzone a cui è stato lavato il cervello, ti arriva addosso con uno sguardo maligno, esagera e si espande finché sei proprio tu che riesci a rimpolparla e a quel punto si adatta al tuo stato d’animo. È una canzone che ha molti difetti, ma sa come celarli, tutti quanti.
3 - “Without a Song”
(Perry Como)
Uscita originariamente come 45 giri (RCA Victor 1951)
Musica di Vincent Youmans, testo di Billy Rose e Edward Eliscu
Perry Como era l’anti-Rat Pack, come anche l’anti-Frank Sinatra; non l’avreste mai sorpreso con un bicchiere in mano, e sapeva cantare meglio di chiunque altro. La sua performance è semplicemente incredibile. Non c’è niente che si possa dire per limitarne l’impatto. Già la sola orchestrazione ti fa mancare il fiato.
4 - “Take Me From This Garden of Evil”
(Jimmy Wages)
Registrata alla Sun Records, 1956, inedita
Composta da Jimmy Wages
È un disco che preme il bottone antipanico. Potrebbe essere il primo e l’unico disco di gospel rockabilly. È cattivo come un dittatore, come il maleficio che domina la contrada, chiamatelo come vi pare. Jimmy vede il mondo per quello che è.
5 - “There Stands the Glass”
(Webb Pierce)
Uscita originariamente come 45 giri (Decca 1953)
Composta da Russ Hull, Mary Jean Shurtz e Autry Greisham
La star di questo pezzo è il bicchiere di bourbon vuoto, e la canzone è costruita intorno a quello stesso suono di chitarra gracchiante che si sente nei dischi di Hank Williams, oltre a quel magico accordo strimpellato a corde aperte.
6 - “Willy the Wandering Gypsy and Me”
(Billy Joe Shaver)
Uscita originariamente nell’album "Old Five and Dimers Like Me" (Monument 1973)
Composta da Billy Joe Shaver
Ci sono tre persone in questa canzone. C’è Willy, c’è Lo Zingaro vagabondo, e poi ci sei tu. Non importa come la metti, attrazione maschile, terza ruota, ne sei orgoglioso e ti senti superiore. Nella migliore delle ipotesi sei Sancho Panza, nella peggiore vieni lasciato a piedi. Sarebbe il caso che tu aprissi gli occhi prima che sia troppo tardi.
7 - “Tutti Frutti”
(Little Richard)
Uscita originariamente come 45 giri (Specialty 1955)
Composta da Little Richard e Dorothy LaBostrie
Little Richard è il maestro del doppio senso. "Tutti Frutti" è un buon esempio. Un fruit è un omosessuale, e “tutti frutti” vuol dire “tutto fruit”. È anche un gelato alla crema. Una ragazza di nome Sue e un’altra di nome Daisy, e sono entrambi travestiti.
8 - “Money Honey”
(Elvis Presley)
Uscita originariamente nell’album "Elvis Presley" (RCA Victor 1956)
Composta da Jesse Stone
Vorrei avere cinque centesimi per ogni canzone che conoscevo e che parla di denaro, da Sarah Vaughan che cantava di penny che cadevano dal cielo a Buddy Guy che gridava il suo blues per un biglietto da cento dollari.
9 - “My Generation”
(The Who)
Uscita originariamente come 45 giri (Decca 1965)
Composta da Pete Townshend
Come molti tra i boomer, in questa canzone Pete Townshend sembra avere il dente avvelenato. Ma non è del tutto sicuro, si tira un po’ indietro. L’atteggiamento è in qualche modo difensivo. Spera di morire prima di diventare vecchio e di essere rimpiazzato così come lui sta rimpiazzando loro.
10 - “Jesse James”
(Harry McClintock)
Uscita originariamente come 78 giri (Victor 1928)
Tradizionale
Un fuorilegge, dovunque va, ci va a suo rischio e pericolo. È costretto a essere un individuo difficile, senza amici e senza un posto dove nascondersi. Non ha una sola probabilità di sopravvivere. Di sicuro Jesse James non l’aveva.
11 - “Poor Little Fool”
(Ricky Nelson)
Uscita originariamente come 45 giri (Imperial 1958)
Composta da Sharon Sheeley
Ricky Nelson ha portato questo orecchiabile frammento di autocoscienza in testa alla lista dei “100 Successi” che “Billboard” aveva appena creato nel 1958. Fu il suo primo disco a raggiungere il numero uno.

