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Gli Omini: “Nati guardando Letterman e ascoltando i T-Rex”

Alex Loggia, ex chitarrista degli Statuto e padre di due dei tre ragazzi, racconta la band.
Gli Omini: “Nati guardando Letterman e ascoltando i T-Rex”
Credits: X Factor

Gli Omini stanno portando un vento rock vintage sul palco di X Factor. Si tratta di una giovanissima rock band formata da Mattia Fratucelli (19 anni), Julian e Zack Loggia (di anni 18 e 19) e dopo i bootcamp della settimana scorsa sono passati direttamente al live per una questione di regolamento (ogni giudice deve avere almeno una band), ma colpendo per il loro approccio. E per la loro storia: tre ragazzi cresciuti nel segno dell’amore per la musica suonata: Mattia è figlio di un musicista, mentre i fratelli Julian e Zack sono figli del chitarrista Alex Loggia, ex componente storico dei mitici Statuto, che è anche direttore artistico del trio. Gli Omini hanno iniziato a suonare insieme nel 2015 come The Minis, nome che cambieranno solo nel 2021.

Su Youtube, dopo aver caricato le loro esibizioni attirando l’attenzione di diversi addetti ai lavori, hanno ricevuto alcuni ingaggi importanti tra cui le aperture dei concerti di Caparezza, Subsonica, Africa Unite, Little Piece of Marmelade e Baustelle. Voce e basso per Julian, chitarra e cori per Zack e Mattia alla batteria, sul palco di X Factor, show Sky Original prodotto da Fremantle, ogni giovedì alle 21.15 su Sky Uno e in streaming su NOW, gli Omini si presentano vestiti uguali, con tute completamente bianche ispirate al look che Pete Townshend degli Who ha sfoggiato durante Woodstock ’69.

Come sono nati gli Omini

Alex ci porta dentro il mondo di questa giovane band la cui nascita arriva dopo una folgorazione. “Circa sette anni fa al David Letterman Show parteciparono i The Strypes, una band irlandese di ragazzi molto giovani, che si rifacevano ai classici del rock’n’roll e r’n’b degli anni 60 – ricorda Loggia - dopo aver visto quell’esibizione folgorante, Zak e Julian mi hanno detto della loro intenzione di formare una band per suonare i brani come gli Strypes. Dopo aver scoperto Luca, un ragazzo che frequentava le scuole medie con loro e che suonava la batteria, hanno cominciato a provare nel nostro studio. Dopo poco tempo Luca ha lasciato il gruppo, ma nel frattempo hanno conosciuto Mattia con il quale è stato amore a prima vista. Da allora non si sono più fermati”.

I gusti musicali

Una band cresciuta con gli strumenti in mano. “Sia io che il papà di Mattia siamo due musicisti: i tre Omini hanno vissuto in un ambiente ricco di musica fin da quando erano piccolissimi – continua Loggia - per questo motivo, credo che siano rimasti in qualche modo influenzati da noi genitori, anche se per quanto mi riguarda non li ho mai forzati a seguire le mie orme, è stata una loro decisione”. Ovviamente anche gli ascolti ne hanno segnato il percorso. “Da piccolissimi erano innamorati dei T-Rex e di Michael Jackson, negli anni poi si sono appassionati ad altri gruppi che hanno fatto la storia del rock, come i Kiss, i Led Zeppelin, i Beatles, ma anche alla musica soul e Northern soul. Al momento sono un po’ in fissa con gli Ocean Colour Scene”, dice Loggia.

Gli Statuto a X Factor?

Una band come gli Statuto, nata nel segno della controcultura, avrebbe mai partecipato a un talent? “Erano tempi completamente diversi, allora c’erano molte situazioni per poter suonare dal vivo e i festival di allora avevano il pregio di far esibire anche band sconosciute o comunque non solo ciò che era mainstream – sottolinea il musicista - ricordo quando noi, gruppo indipendente, fummo contattati per aprire il concerto dei Mano Negra all’Arezzo Wave. Sinceramente non so dirti se gli Statuto avrebbero partecipato a X Factor se ci fosse stato, forse avremmo fatto una votazione con tutti i mods di Torino in piazza Statuto, oggi giardino Ezio Bosso, così come è stato fatto prima di andare al Festival di Sanremo”.

La cultura Mod, indirettamente, è presente anche fra gli Omini. “Sia io che mia moglie siamo Mod da quando eravamo giovanissimi, per cui in casa nostra tutto ha un po’ il sapore Mod: dall’arredamento agli abiti fino alla musica che ascoltiamo – conclude – inoltre ho una bellissima Vespa sprint. I ragazzi non si definiscono Mod, apprezzano sicuramente la musica e l’abbigliamento, ma non amano etichettarsi proprio come Mod”.

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