Chi è Témé Tan, il “pupillo di Stromae” che ora produce Mengoni
Tra i primi a citarlo, in Italia, fu nel 2020, durante una puntata di X Factor, Hell Raton. Durante un’esibizione di Cmqmartina ai provini del talent, il produttore sardo fece il nome del musicista, fino ad allora sconosciuto ai più: “Il gusto c’è. Tocca quell’atmosfera di Témé Tan, non so se qualcuno di voi lo conosce. È il pupillo di Stromae”. Non che da quel momento il cantautore belga sia diventato una star nel nostro paese, ma la menzione da parte di Hell Raton suscitò una vaga curiosità del pubblico nei confronti di Témé Tan. Il "pupillo di Stromae", per usare la semplificazione dell’ex giudice di X Factor, conquista ora anche Marco Mengoni: c’è il suo tocco in tre dei brani contenuti nel nuovo album del cantautore laziale, “Materia (Pelle)”, che uscirà il 7 ottobre. Tanguy Haesevoets, questo il vero nome di Témé Tan, ha affiancato Mengoni nella scrittura e nella produzione di “Parlami sopra”, “Appunto 3. 16-03-2022” e “Respira”, entrando a far parte della squadra di collaboratori della voce de “L’essenziale”.
Amatissimo dalla critica musicale belga, Tanguy Haesevoets è nato a Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo, da una famiglia mista: metà belga e metà congolese. Cresciuto a Bruxelles ascoltando la rumba congolese, lo zouk, il blues maliano di Ali Farka Touré, ma anche artisti francesi come MC Solaar e Matheu Boogaerts e le star dell’hip hop americano, dai Fugees ai Beastie Boys, ha fatto della sua cifra stilistica una commistione di stili e generi diversissimi tra loro. La sua musica è un mosaico di influenze abilmente incollate tra loro, dall’elettronica al pop, dalla world music all’r&b, passando per la musica africana e il soul. Tutti elementi già presenti nel suo eponimo album di debutto, “Témé Tan”, uscito nel 2017 per una piccola etichetta, la Titan, acclamatissimo dalla critica belga e francese.
Qualcuno ha usato l’espressione “afro-pop” per descrivere sinteticamente le sue produzioni, che in una manciata di anni lo hanno portato ad esibirsi sui palchi dei principali festival musicali internazionali (è finito pure nella colonna sonora di Fifa 18 con “Jungle”, in mezzo a – tra gli altri – gli alt-J, Dua Lipa, Lorde, Perfume Genius, Tash Sultana, i National, i War on Drugs, gli xx, Sofi Tukker e Run the Jewel), collezionando recensioni sempre entusiastiche. Ma il vizio della stampa di trovare a tutti i costi una definizione per etichettare le canzoni del musicista non dev’essere piaciuto allo stesso Témé, che nel singolo “Menteur” ha preso in giro i giornalisti musicali impreparati.
Che c’entra Stromae, in tutto questo? Fondamentalmente niente. È stata la stampa musicale ad accostare la ricerca musicale e stilistica di Témé Tan a quella del connazionale di “Papaoutai”, definendo Tanguy Haesevoets “il nuovo Stromae”. Nel 2020 Témé Tan si è preso una pausa a tempo indeterminato dalla musica: “Faccio un passo indietro per realizzare quello che è successo negli ultimi dieci anni – ha scritto sui social, salutando temporaneamente i fan e gli appassionati – una cosa è certa: continuerò a scrivere e a registrare ogni giorno. Fino a quando non ci incontreremo di nuovo, prendetevi cura di voi stessi”.