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Ora o mai più: l'operazione riabilitazione di Shania Twain

Il duetto con Harry Styles, un documentario e ora un nuovo singolo dopo cinque anni (che è una hit).

Adesso o mai più, il tempo non aspetta all’infinito, canta Shania Twain in “Waking up dreaming”, il singolo che segna il suo ritorno sulle scene dopo cinque anni di silenzio. Basta piangersi addosso: l’icona country canadese degli Anni ‘90 archivia i tormenti di questi ultimi anni e riparte da un self-empowerment che oltre ad essere una hit nata – dietro c’è David Stewart, da non confondere con l’omonimo ex membro degli Eurythmics: ha prodotto le hit di Ava Max, di Kygo e dei BTS – è il manifesto della sua rinascita: “’Waking up dreaming’ è solo l’inizio. Ho passato gli ultimi due anni a lavorare su nuova musica, sul documentario, sulla residency a Las Vegas. Ogni volta che annuncio qualcosa del genere, sento addosso una gigantesca scarica di adrenalina e nervosismo. È stato un periodo così appagante per me dal punto di vista creativo: non vedo l’ora che inizi questo nuovo capitolo”, dice lei.

Operazione “riabilitazione”, se così possiamo definirla? Sì. Se “Now”, l’album che nel 2017 interruppe uno stop discografico che durava addirittura da quindici anni, tanti quanti ne erano passati dall’uscita del precedente “Up!”, si è rivelato un mezzo buco nell’acqua, stavolta Shania Twain non vuole perdere l’occasione per tornare ad essere la “regina del country pop” degli anni d’oro di “You’re still the one”, “That don’t impress me much”, e “Man! I feel like a woman!”, la star da 100 milioni di copie vendute a livello mondiale. Quando lo scorso aprile Harry Styles è salito per la prima volta in carriera da headliner sul palco del Coachella, nel deserto californiano, ha chiamato accanto a sé sul palco la 57enne cantautrice canadese. Dando ufficialmente il via alle operazioni legate al riposizionamento della Twain sulla scena pop. Con lei l’ex One Direction, tra le popstar più influenti della sua generazione, ha cantato di fronte agli oltre 100 mila spettatori due delle più grosse hit della cantautrice, le stesse “You’e still the one” e “Man! I Feel like a woman!”. Raccontando poi che “Come on over”, l’album del 1997 che catapultò Shania Twain in testa alle classifiche internazionali, è stato la colonna sonora della sua infanzia, consumato nei viaggi in auto con la madre: “Ti sarò eternamente grato per questi ricordi”, ha detto il cantautore britannico alla collega.

Ma se la passione di Harry Styles per Shania Twain non è una novità (già nel 2017 l’ex One Direction confessò: “Penso che sia stata la persona che mi ha influenzato di più sia nella musica sia nella moda. La trovo fantastica”), lo sono invece i vari contributi di colleghi di nuova generazione che nel documentario “Not just a girl” raccontano l’influenza che ha avuto su di loro la regina del country degli Anni ‘90. Uscito quest’estate su Netflix, è l’altra mossa che mira a riportare Shania Twain sul trono ora occupato da Taylor Swift (viviamo sotto due papi, perché non possiamo vivere sotto due regine del country?). Diretto da Joss Crowley, che in questi anni ha scritto, prodotto e girato documentari televisivi su John Lennon e Yoko Ono (“Above us only sky”, sui retroscena legati alle lavorazioni di “Imagine”), Mark Ronson (“From the heart”), Ritchie Blackmore, Pink Floyd e Who, il docu-film racconta il percorso da novellina a Nashville a icona internazionale di Shania Twain, tra successi e incidenti di percorso. “Mi ha fatto sentire al sicuro quando ero un ragazzino con crisi esistenziali”, racconta nel documentario Orville Peck, il cantante country mascherato amato da Lady Gaga e diventato un’icona queer.

Nel film viene raccontato anche il sodalizio con Robert John “Mutt” Lange, il marito produttore, già al fianco di AC/DC, Def Leppard, The Cars, Bruan Adams, artefice dei successi di Shania Twain fino a “Up!”, prima del divorzio del 2010. “Sono sopravvissuta e non voglio dargli tutta questa importanza”, disse la cantautrice nel 2018 in una lunga intervista al Guardian, parlando della fine del matrimonio, alludendo alla depressione che attraversò quando scoprì che il marito e collaboratore di una vita – e di una carriera – intera l’aveva tradita con la sua migliore amica, Marie-Ann Thiébaud. A distanza di più di dieci anni, ora Shania Twain torna ad essere padrona della sua vita, proprio come nel video del singolo “Waking up dreaming”, in cui si trucca, si mette in testa bizzarre parrucche, indossa abiti di pailettes coloratissimi e va a divertirsi con le amiche. Il brano è il primo frutto del contratto firmato dalla cantautrice con Republich Nashville, una divisione di Republic Records (del gruppo Universal) e anticipa il nuovo album di inediti della Twain. Adesso o mai più, il tempo non aspetta all’infinito.

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