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Signore e signori, il rap italiano sul palco: Fabri Fibra

Lo abbiamo visto dal vivo al Goa-Boa: un live hip hop con una carrellata di hit. Chi c'è come lui?
Signore e signori, il rap italiano sul palco: Fabri Fibra

Pochi artisti, in generale nel mondo della musica italiana, non certo solo nella scena rap, possono permettersi un live come quello di Fabri Fibra. Per prima cosa per la carrellata di hit in scaletta, di canzoni che, piacciano o no, fanno parte del bagaglio storico di questo Paese: la presenza di questi successi è in una quantità tale da costringere a cantare perfino i mimetizzati. È una scaletta killer quella del rapper di Senigallia, non risparmia nessuno. Giacomo, un amico che incontro al festival Goa-Boa di Genova dove Fibra si sta per esibire davanti a 4.000 persone, è uno di loro. Un mimetizzato.

Non è proprio un grande fan del rap, è lì solo per accompagnare la ragazza, che invece è proprio l’opposto: non vuole abbandonare la posizione conquistata davanti alla transenna neppure per prendersi una birra. Ascolta Fibra da sempre, ha perfino la fascetta che vendono fuori dall’arena, come le vere ultrà. A fine serata, dopo oltre un’ora e mezza di live tiratissimo, che non perde mai di intensità, Giacomo ammetterà con il sorriso di aver cantato un mare di quelle canzoni, magari non a squarciagola come la sua compagna, ma il punto è che quei brani, talmente sono stati passati e assorbiti per osmosi, erano e sono dentro di lui anche se non lo sapeva. “La pula bussò”, “Fenomeno”, “Stelle” con l’arrivo sul palco del folletto Maurizio Carucci, “Pamplona”, “Applausi per Fibra”, “Bugiardo”, “Stavo pensando a te”, “Tranne te” sono Alien che entrano dentro i corpi.

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Come alieno è Fibra nella sua capacità di creare uno show rap a tutti gli effetti: diretto, dritto, sparato, senza stratagemmi o paraculate anche nel rapporto diretto con il pubblico. Ad accompagnarlo c’è Dj Double S che ricorda a tutti, ce ne fosse ancora bisogno, che cosa significhi fare musica ad alti livelli nel mondo rap. No, non è schiacciare un pulsante e far partire una base. Il dj torinese, colonna della scena hip hop italiana, ci mette la voce, lo scratch, non sbaglia un attacco e crea un flusso musicale dal ritmo costante su cui Fibra dà il meglio di sé. Suona i pezzi, non li mette: sono due campi da gioco ben distinti. “Signore e signori, il rap italiano sul palco: Fabri Fibra” è l’ingresso trionfale che gli viene riservato, con il campionamento deIl cielo in una stanza” di Gino Paoli a benedire il suo amore per la musica e con i cori da stadio del pubblico che rimarranno incessanti per tutta la serata. La voce del rapper, altro tratto caratteristico di tutta la sua produzione, è limpida, si capiscono le parole di ogni canzone e la sua presenza fisica, magnetica, crea elettricità. La scaletta, come già scritto, non ha mai una flessione, costruita nel dettaglio fra passato e presente è sempre esplosiva.

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E quando va in profondità rispolverando pezzi come “Rap in guerra” del 2006, “Luna piena” del 2002, o “Rap in vena”, “Non crollo” e “Non fare la puttana” del 2004, omaggiando i diciotto anni di “Mr.Simpatia”, non va a schiantarsi contro la nostalgia, ma restituisce la fotografia di una carriera e di una storia viva. Un percorso lunghissimo che merita rispetto e che, va di nuovo sottolineato, in pochi possono vantare. Sì, perché Fibra, a 45 anni, è ancora lì a sparare rime come un pazzo, sbattendosene oggi come allora di questa e di altre recensioni come dice in “Non fare la puttana”, ma soprattutto sbattendosene del tempo che passa. Il rap è il suo elisir dell’eterna giovinezza. E lo è anche, di riflesso, per il suo pubblico come dimostrano le affollate date del tour di questa estate sull’onda dell’uscita del nuovo album “Caos”. Una data da segnarsi sul calendario è quella del prossimo 23 settembre al Carroponte di Sesto San Giovanni. “Quando ho iniziato a scrivere canzoni rap non c’erano concerti rap e quindi non potevo cantarle dal vivo. Non avete idea della soddisfazione di poter cantare questo brano oggi davanti a voi…”, dice Fibra introducendo l’iconica “Dalla A Alla Z”, pubblicata in “Turbe giovanili”. Una parte del brano fatta a cappella, senza mai riprendere fiato, è la fiammata finale, è la fiamma del rap.

Scaletta: 
Intro (cielo)
GoodFellas / Brutto Figlio Di / Sulla Giostra
Cronico
La pula bussò (Tradimento reloaded)
Fenomeno
Demo nello stereo
Propaganda
Stelle
Pamplona
Rap In Guerra
Applausi Per Fibra
Rap In Vena / Non Crollo / Non Fare La Puttana
Come Vasco
Bugiardo
Cocaine
Verso altri lidi
Yosh
Cao
Fotografia
Calipso
Vip In Trip
La soluzione
Panico
Stavo pensando a te
Luna piena

Bis:
Tranne te
Dalla A Alla Z

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