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Justin Hawkins non ruberebbe mai il microfono a Brian Johnson

Il frontman dei Darkness si è esibito con cantante degli AC/DC all'evento per Taylor Hawkins
Justin Hawkins non ruberebbe mai il microfono a Brian Johnson

Nel corso del grande evento musicale al Wembley Stadium di Londra in onore di Taylor Hawkins (qui il nostro racconto del concerto, da Londra), il batterista dei Foo Fighters scomparso lo scorso 25 marzo, è andato in scena un momento epico quando Dave Grohl e i suoi compagni di band, Nate Mendel, Chris Shiflett, Pat Smear e Rami Jaffee, sono stati raggiunti sul palco da Lars Ulrich dei Metallica e Brian Johnson.

I Foo Fighters, con Grohl alla chitarra, insieme al sodale di James Hetfield alla batteria e il cantante degli AC/DC hanno regalato al pubblico dello storico stadio londinese, dove è andata in scena quella che si è rivelata essere una maratona di sei ore di grande musica, una scarica di adrenalina suonando “Back in black”. Johnson ha deciso di rendere ancora più speciale l’esecuzione del pezzo chiamando a un certo punto della performance accanto a lui Justin Hawkins. Il frontman dei Darkness ha quindi interpretato i primi versi della seconda strofa del classico degli AC/DC prima di riavvicinare il microfono a Brian Johnson e lasciargli nuovamente la scena, prima dell’interpretazione di “Let there be rock”.

La frenesia del momento ha però portato alcuni spettatori dell’evento, trasmesso anche in diretta streaming, a credere che Hawkins avesse rubato il microfono dalle mani di Johnson. Il cantante dei Darkness è addirittura intervenuto sui social per raccontare e chiarire ciò che è successo sul palco. Mentre un utente ha preso le sue difese, sottolineando che è stato Brian a chiamare il collega sul palco, Justin Hawkins ha spiegato: “Dieci minuti prima del set dedicato agli AC/DC, Brian Johnson mi ha detto di entrare in scena per la seconda strofa di ‘Back in black’. Io non volevo farlo, non ho mai cantato quel brano prima, ma Dave Grohl mi ha detto: ‘Se Brian ti dice di fare qualcosa, tu la fai, cazzo!’”.

Nella discussione si è inserito anche Wolfgang Van Halen, il figlio del compianto Eddie Van Halen, che sul palco di Wembley ha reso omaggio alla band di “Jump” suonando con Dave Grohl, Justin Hawkins e Josh Freese. “Hai maledettamente ragione, e hai spaccato!”, ha scritto Wolfgang e il cantante dei Darkness, in risposta, ha commentato: “Non saprei! A essere onesto, mi sembrava che Brian Johnson volesse trascinarmi sul palco solo per ridere e dare qualche secondo di tregua alla sua voce per riprendersi in tempo per il resto della canzone. Ho pensato che avesse fatto un lavoro incredibile e io sono sempre felice di aiutare qualcuno quando ha bisogno”.

Nel corso del concerto, il leader dei Darkness è salito sul palco anche per esibirsi con i Coattail Riders, una delle band parallele di Taylor Hawkins, e poi per interpretare “Under pression” con Brian May e Roger Taylor dei Queen,

Al termine del'evento per Taylor Hawkins al Wembley Stadium, seguito da un secondo concerto tributo in programma il prossimo 27 settembre al Kia Forum di Los Angeles, Justin Hawkins ha condiviso alcune immagini dell’evento e, facendo riferimento ai momenti finali con l’esecuzione di “My hero” dei Foo Fighters insieme al figlio di Taylor Hawkins, Shane, alla batteria, ha raccontato:

“Ho guardato Shane Hawkins dagli spalti con le lacrime agli occhi e mi sono perso i saluti finali, ma è stato un privilegio far parte di questo spettacolo”.

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