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Robert Plant e Alison Krauss, prende forma la magia

L'ex Led Zeppelin e la violinista statunitense si esibiranno il 14 luglio al Lucca Summer Festival
Robert Plant e Alison Krauss, prende forma la magia

Giovedì 14 luglio in Piazza Napoleone a Lucca, il Lucca Summer Festival ha in programma una serata di quelle rare, un 'double bill' di grande livello. Dapprima si esibirà Carmen Consoli, spalla d'eccezione al live del duo composto dall'ex cantante dei Led Zeppelin Robert Plant e dalla cantante e violinista statunitense Alison Krauss. Una coppia alla apparenza inusuale che ha al suo attivo due album: "Raising sand" (leggi qui la recensione) pubblicato nel 2007 e "Raise the roof" (leggi qui la recensione) uscito sul mercato a 14 anni di distanza dal precedente, nel novembre del 2021.

Robert Plant

Robert Plant è una delle figure più importanti del rock di sempre. Inglese, classe 1948, è stato dal 1968 al 1980 il cantante di una band che ha scritto la storia, i Led Zeppelin. Scioltosi il gruppo a causa della prematura morte del batterista John Bonham, Plant ha avviato una carriera solista di buon successo che, ad oggi, conta undici album, l'ultimo dei quali, "Carry fire" (leggi qui la recensione) è uscito nell'autunno del 2017. Oltre a ciò sono usciti un paio di titoli lavorati insieme al suo ex compagno di band, il chitarrista Jimmy Page e, per l'appunto, le due escursioni insieme ad Alison Krauss.

Alison Krauss

La cantante e violinista statunitense, classe 1971, ha un trascorso del tutto differente rispetto a Plant, e non può essere che così. La sua area musicale di riferimento è quella che va dal bluegrass al country. Al suo attivo ha una decina di album, la maggior parte dei quali insieme alla band degli Union Station, dopo avere esordito molto giovane all'età di 16 anni. Per rendere l'idea dell'importanza di Alison Krauss negli Stati Uniti basti sapere che finora si è aggiudicata 27 Grammy Awards.

L'incontro nel nome di Leadbelly

Robert Plant e Alison Krauss unirono i loro talenti nel 2007, dopo essersi incontrati a un concerto in onore della leggenda degli anni Trenta e Quaranta che fuse folk e blues, Leadbelly. "Raising sand" fu uno degli album dell'anno, raccolse premi e pollici all'insù praticamente da ogni dove, con la ciliegina sulla torta del Grammy quale 'album dell'anno'. Come viene sottolineato anche nell'incipit della recensione del disco da noi pubblicata: "Sul finire del 2007, questo è uno dei pochi dischi che sembra aver messo tutti d’accordo: la critica internazionale che lo ha votato in massa nei referendum di fine anno, il pubblico che lo ha acquistato spingendolo alto in classifica (fino al numero 2, negli Stati Uniti: bel colpo per la Rounder, indie rigorosa specializzata in roots music)."

E continuiamo nel nostro commento al disco sostenendo: "“Raising sand” sprigiona un’aura magica di suo, come un progetto ben studiato a tavolino che va in porto per fortunate coincidenze astrali. Funziona più o meno tutto, qui: l’inedita, inattesa e sorprendente alchimia tra l’ex “dio dorato” dell’hard rock e la principessina del bluegrass (incrociatisi tre anni fa sulla strada di Leadbelly, a un concerto-tributo organizzato dalla Rock and Roll Hall of Fame di Cleveland), la scelta sfiziosa e attenta del repertorio, la backing band esemplare guidata dalla chitarra rarefatta di Marc Ribot, i suoni curati dall’infallibile T Bone Burnett di “Oh brother, where art thou?”, “Cold mountain” e “Walk the line” (la cinebiografia di Johnny Cash) che sul disco mette la sua firma inconfondibile. Lui e Plant, due enciclopedie musicali viventi, si saranno divertiti a piluccare con cura le canzoni da includere nella raccolta, e va loro riconosciuto il merito di non aver badato solo al gusto personale (con un pizzico di nepotismo: “Sister Rosetta goes before us” è un nuovo parto della ex moglie di Burnett, Sam Phillips) ma anche alla ricerca di linee melodiche, scansioni e atmosfere adatte all’incontro tra le due voci a disposizione. Così “Raising sand” diventa un viaggio nel tempo e nello spazio, tra r&b di New Orleans e folk dei Monti Appalachi, rock&roll primordiale (quello dell’ “altro” Sam Phillips, titolare dei Sun Studios di Memphis) e country & western, la struggente poetica loser di Gene Clark, Townes Van Zandt e Tom Waits (una spettrale “Trampled rose”) e una pagina dimenticata del canzoniere Page/Plant (una delicata “Please read the letter”, meglio così che con le chitarre elettriche di “Walking into Clarksdale”). Nella scelta ruvida e parsimoniosa dei suoni, che sottende in realtà un’operazione di grande finezza intellettuale e musicale (Burnett è sempre abilissimo nel confezionare finta arte povera) ci guadagna il fascino evocativo delle canzoni: perché, come spiegava Miles Davis, nella musica i silenzi e i vuoti sono importanti quanto le note che si decide di suonare... Come dite, è tutta roba vecchia? Ma il vocalist degli Zeppelin lo sa da sempre che la canzone rimane la stessa, e che è il passato a indicare la strada del futuro. Fortuna che ultimamente ha ripreso a ricordarsene."

Dopo l'album, il tour

“Raising sand” venne presentato con successo in tour nel 2008, quasi esclusivamente negli Stati Uniti. La loro collaborazione però pareva essere stata un unicum di grande classe. Nel 2011 Plant nel corso di una intervista con il magazine statunitense Rolling Stone riguardo a un nuovo lavoro con la Krauss spiegò: "Abbiamo cercato di fare un altro disco, ma le cose non sono andate bene: purtroppo non siamo riusciti a trovare il sound giusto. Alison rimane comunque la migliore: è una delle persone alle quali sono più affezionato... E' fantastica, e di certo proveremo di nuovo a entrare in studio".

I due non si sono comunque mai persi di vista e la possibilità che "Raising sand" potesse avere un successore. Nel 2014 sempre Plant e sempre a Rolling Stone raccontò di avere sentito Alison: "Mi ha chiamato lei, sei settimane fa. Mi ha detto: 'Lo facciamo un nuovo disco? Potremmo farlo come i Daft Punk'. 'Non scherzare', le ho risposto: 'Abbiamo due grandi voci, e ci servono delle grandi canzoni se vogliamo tornare in studio insieme'. 'E per i Daft Punk?', ha continuato lei. 'Beh, se vuoi possiamo uscire a cena con Nile Rodgers', le ho risposto io, 'Ma di più no'".

La coppia si riunì nel 2015 per incidere il brano natalizio "Light of Christmas day" che fece parte della colonna sonora della commedia 'Love the Coopers' (nella versione italiana, 'Il Natale all'improvviso') diretto da Jessie Nelson e interpretato, tra gli altri, da Diane Keaton, Amanda Seyfried, Marisa Tomei, Alan Arkin e John Goodman.

Robert e Alison, il ritorno

Silenzio fino al giugno del 2021 quando alcune voci davano i due musicisti al lavoro insieme. Trascorsa l'estate, a settembre, venne pubblicato "Can't let go", primo singolo dell'album "Raise the roof", seguito il mese successivo da un altro singolo, l'unico inedito del disco, "High and lonesome". Poi, a novembre, finalmente il nuovo disco a proposito del quale la Krauss dichiarò: “Volevamo rimettere in moto il progetto. Abbiamo aggiunto nuove persone, altre personalità all’interno della band, e tornare di nuovo insieme in studio ha portato una nuova intimità alle armonie.” Mentre Robert Plant dal canto suo sottolineò: “Queste sono canzoni che ci sono entrate nel cuore molto tempo fa, ma che si sono perse nelle curve e nei rigiri degli anni che passano. A volte le ascolti e pensi ‘Cavolo, ascolta quella canzone, dobbiamo cantare quella canzone!’. In realtà è come una vacanza, il luogo perfetto dove andare, quello che ti saresti meno aspettato di trovare”.

Ora il Lucca Summer Festival

Sull'urgenza di tornare ad esibirsi dal vivo e presentare al pubblico le canzoni di "Raise the roof", una volta uscito il disco l'ex voce dei Led Zeppelin dichiarò risoluto: “E’ il momento di pensare a tornare sul palco e ad avere quella sensazione di essere un pochino nervoso. E questa è esattamente la cosa per cui viviamo entrambi, quella camminata dal lato del palco al microfono. Quello è il viaggio più lungo, perchè dura una vita”. Il 14 luglio Robert Plant e Alison Krauss quella passeggiata la faranno in una cittadina toscana, sul palco del Lucca Summer Festival.

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