Ghali: “Non imito l’America, creo il sound della nuova Italia”

Nel nuovo disco di Ghali, “Sensazione ultra”, il suo terzo lavoro in uscita venerdì 20 maggio, convivono mostri sacri della cultura hip hop mondiale come i produttori London On Da Track e Ronny J, insieme all’emergente Endless, scelto al termine di un contest. Si sposano allo stesso altare la musica da cerimonia e la cassa dritta da festival. Si abbracciano quattro lingue: italiano, arabo, inglese e francese. Svettano feat con Madame, Marracash e Baby Gang, oltre a quelli inaspettati con Axell e Digital Astro, nuove voci su cui l’artista italo-tunisino vuole accendere i riflettori. È un grande suq e allo stesso tempo un mercato rionale. Un luogo vero di scambio, un melting pot di idee e soprattutto di suoni inediti e raffinati. Ghali non sogna l’America, sogna “la nuova Italia”, come dice anche nel caldo pezzo d’apertura “Bayna”, e per farlo ha costruito un universo sonoro multiplo, potenzialmente capace di lasciare un segno indelebile nella musica urban e pop.
Come Rosalia e i grandi cantautori
“Lo scorso lavoro, ‘Dna’, uscì nel 2020 alle porte della zona rossa per il Covid – racconta l’italo-tunisino – non riuscimmo a promuoverlo e neppure a portarlo in tour. La reazione fu subito dedicarsi a nuova musica. In questi due anni ho affilato il mio stile con la consapevolezza che dal 2016 l’Europa guarda con interesse all’Italia. Ma in questo Paese, spesso, non si lavora sui suoni, si tende a imitare altre realtà come quella americana. Non si osa, ci si omologa. La mia volontà, con questo disco, è quella di alzare il livello. Voglio fare come Rosalia, come i nostri grandi cantautori del passato: arrivare a un livello internazionale con un sound riconoscibile, mio e allo stesso tempo legato al mio Paese. Questo sound della ‘nuova Italia’ passa anche attraverso il Mediterraneo, la musica araba, la contaminazione, le mie origini. L’Italia nel mondo, oggi, è questo. Non è una sola cosa”. Inediti orizzonti sonori e visivi. Per presentare l’album, le cui foto e visual sono curati da Nabil Elderkin, big già al lavoro con Kanye West, Kendrick Lamar e Dua Lipa, Ghali, come in un cinema all’aperto sulla terrazza della sede di Warner a Milano, ha mostrato una lunga serie di references video che lo hanno ispirato, a dimostrazione di quanto l’immagine sia una scintilla centrale nel suo percorso creativo.
Il viaggio in Tunisia
“Fondamentale per questo disco è stato il mio viaggio in Tunisia, è lì che ho capito i suoni che avrei voluto nell’album – ricorda Ghali – ho conosciuto il produttore Rat Chopper, che a sua volta mi ha presentato un ragazzo povero di cui si stava prendendo cura, un talento dalla voce pazzesca. Tutti insieme abbiamo lavorato sulla canzone ‘Bayna’. Per rifinire il pezzo li ho invitati in Italia, ma quel ragazzo è scomparso, è scappato. Lo ha fatto nonostante una mia offerta economica importante e la possibilità di cambiare vita con la musica. Questo mi ha portato a riflettere: la situazione in Tunisia è pesante, i ragazzi vogliono fuggire da tutto e da tutti, a priori. Nella canzone parlo anche di ‘nuova Italia’ riferendomi a tutti quei giovani che oggi, nonostante vengano ostruiti, lottano per ritagliarsi uno spazio”. In “Sensazione ultra” le certezze sul fronte sonoro sono Merk&Kremont, con cui Ghali non ha più smesso di collaborare dopo la hit “Good Times”, e Fawzi, con cui aveva prodotto “Mamma” nel 2015.
Fermato negli aeroporti
Nel pezzo “Bravo” c’è il tocco magico di London On Da Track e in parte è stato scritto con OrelSan, una delle grandi menti dietro Stromae, “Fortuna” parla d’amore, ma è nato guardando i combattimenti di Ken il guerriero, “Free solo” con Marracash è una crepa nella realtà con riferimenti all’attualità. “No, quando dico ‘bestemmio la Diaz’ non mi riferisco ai fatti di Genova, ma a quando si impreca ‘porco Diaz’”, sottolinea Ghali. Dichiarazione che suscita un po’ di imbarazzo, ma è la musica a prendere il sopravvento sulle parole. “Moon rage” è stato pensato per il ritorno alla musica live, ai festival, e infatti sprigiona energia. Una canzone simbolo è “Walo”. “Nel ritornello ripeto ‘non abbiamo niente’ – svela – mi riferisco a quando, per il mio solo aspetto fisico, vengo bloccato negli aeroporti e alle dogane. Senza un vero motivo, senza avere nulla addosso. Quando viaggio ho sempre problemi. E non è giusto. La musica del brano è speciale, è tratta dalle cerimonie nord africane. Credo sia davvero qualche cosa di inedito per l’Italia”.
Non esiste un supereroe arabo
“Pare” con Madame e con Massimo Pericolo, che spunta a sorpresa come un fantasma, prende forma da un dialogo. “Ero in studio con Madame – dice Ghali – parlavamo di traumi, quelli che ci hanno spronato a fare musica, di bullismo e violenza. C’è una wave, quella che ci spinge a vedere il Joker o Maleficent, che dà parola ai cattivi. È interessante ascoltare il punto di vista di chi ha intrapreso strade sbagliate. La canzone parla di questo. Massimo Pericolo qui è ‘uno strumento’, una voce ghost”. Un’altra colonna del progetto è “Peter Parker”, su produzione di Ronny J, già al lavoro con giganti come The Weekend e Kanye West. Ghali al suo fianco ha voluto l’emergente Digital Astro, generando un cortocircuito.
“Il pezzo parla di Spider Man, prima di mettere il costume – sorride – quello che trovo assurdo, però, è che non ci sia un eroe arabo. Nei fumetti c’è l’Uomo Ragno nero, un segnale bellissimo per i ragazzi di colore nelle scuole, c’è Superman gay, ma nessuna figura legata al mondo arabo. Se si cerca su Google, si trova solo una quinta versione di Lanterna Verde araba. Il suo potere? Produrre armi. La dice lunga. Vorrei davvero parlare con dei fumettisti o con la Disney per rompere questo tabù. Quando lavoro con un brand mi piace creare qualche cosa di nuovo: la canzone ‘Wallah’, che ha segnato la collaborazione con McDonald’s, è per ¾ in arabo. È stato forte a livello simbolico. Quando mai si è vista in Italia una campagna pubblicitaria con un pezzo in arabo?”.
La rivincita
Fra “Crazy”, un pezzo d’amore, e “Sensazione ultra”, ballad psichedelica avvolta da un’elettronica calda capace di regalare una scossa finale dopo il viaggio intrapreso ascoltando tutto il disco, si inserisce “Drari”, che in marocchino significa “ragazzi”. “Il pezzo è con Baby Gang – conclude – mi ricorda quello che ero io tanti anni fa. C’è accanimento verso di lui. Io venivo massacrato quando facevo le prime cose mie. Anche con commenti razzisti. A quei tempi (quelli di Troupe D'Elite, ndr) molti mi volevano vicino a loro perché si prendevano la mia energia. Quando le tracce che scrivevo venivano filtrate da altri non c’era problema, quando le pubblicavo io cambiava tutto. Negli anni poi mi sono preso la mia rivincita, ma non tutto si cancella. Baby Gang e tanti come lui spesso subiscono le dinamiche della strada e reagiscono. Quando sbaglia lui, tutto diventa gigante e mediatico. Spesso è la mancanza di possibilità e di accesso a certi mondi il vero problema alla base”.