Non solo ABBA. Così gli ologrammi "resuscitano" Michael Jackson, Whitney e altri: i video

La notizia della reunion degli ABBA a distanza di quarant'anni dall'ultimo album del quartetto svedese, "The visitors", è stata accolta con grande entusiasmo in tutto il mondo. I fan della band di "Mamma mia" che da tempo aspettavano l'annuncio, sul palco non vedranno però Björn Ulvaeus, Benny Andersson, Agnetha Fältskog e Frida Lyngstad in carne ed ossa: a rappresentarli ci saranno i rispettivi ologrammi, che riprodurranno le fattezze dei quattro non al giorno d'oggi, ma ai tempi di "Dancing Queen". Come se questi quarant'anni non fossero mai passati, insomma. Stiamo davvero salpando per acque inesplorate. Con l’aiuto di noi stessi da giovani, viaggeremo nel futuro. Non è facile da spiegare, ma appunto, è qualcosa che non è mai stato fatto prima", hanno detto gli ABBA del progetto, frutto della collaborazione con George Lucas, il papà di "Guerre stellari", che con la sua società Industrial Light & Magic - specializzata nel campo degli effetti speciali - ha realizzato gli ologrammi dei componenti del gruppo. Per la verità la tecnologia olografica applicata ai concerti è una realtà già da diversi anni. Da Michael Jackson a Ronnie James Dio, passando per Frank Zappa (in attesa di vedere quello di Amy Winehouse, già annunciato): sono diverse le star del pop e del rock "resuscitate" attraverso questa tecnica, che consiste nella proiezione tramite laser di un'immagine che dà un'illusione di tridimensionalità.
In principio fu Tupac
Nell'aprile del 2012 il pubblico del Coachella assistette ad un miracolo tecnologico, quando Tupac - scomparso sedici anni prima, nel 1996 - tornò sul palco accanto a Snoop Dogg. A permettere la "resurrezione" del rapper fu proprio la tecnologia olografica. La trovata divise i fan, alcuni dei quali si chiesero se fosse giusto utilizzare le immagini di persone morte per scopi commerciali - il dibattito prosegue ancora oggi: "Noi non lo faremo mai. Se vai ad un concerto dal vivo, quello che vuoi vedere sono dei musicisti in azione e in carne e ossa, non dei cartoni animati. Credo che ciò che è stato organizzato da Dr. Dre e Snoop Dogg al Coachella fosse un'ottima trovata, se però è destinata a rimanere un'eccezione. Perché mai la gente dovrebbe aver voglia di vedere uno stramaledetto ologramma? È una cosa con la quale non mi trovo affatto a mio agio. No, non lo farò mai", polemizzò Andy Copping, organizzatore del Download Festival, poche settimane dopo l'esibizione dell'ologramma di Tupac al Coachella. Una resurrezione nella resurrezione: il video della performance totalizzò su YouTube 15 milioni di visualizzazioni in poco più di due mesi e in seguito alla trovata le vendite dei dischi del rapper aumentarono del 500%, come sottolinearono i creativi di Digital Domain, la società che realizzò l'ologramma, ritirando un premio speciale sul palco del Cannes Lions International Festival of Creativity.
L'ologramma di Michael Jackson e le polemiche
Due anni dopo Tupac, toccò nientemeno che a Michael Jackson essere resuscitato tramite ologramma. Quello del Re del Pop venne presentato nel maggio del 2014 in occasione dei Billboard Music Awards: a metà dell'evento, Jackson - scomparso cinque anni prima - si "esibì" accompagnato da un corpo di sedici ballerini sulle note di "Slave to the rhythm", sfoggiando il look del periodo "Dangerous". "In questo modo avete potuto vedere la magia di Michael Jackson proprio come se fosse stato sul palco ad esibirsi", disse il regista Larry Klein, dietro la performance. Fu in seguito all'esibizione che venne per certi versi scoperchiato il vaso di Pandora sugli ologrammi e sul business che ruota intorno alla possibilità di riportare sul palco artisti defunti. Già prima della performance dell'ologramma della voce di "Thriller" ai Billboard Music Awards la società Hologram USA denunciò la concorrente Pulse Evolution, che curò l'esibizione dell'avatar di Jackson, sostenendo di detenere i diritti sull'ologramma di Tupac e di aver ricevuto danni a causa della realizzazione di quello di Michael Jackson. Alki David, proprietario di Hologram USA, pochi mesi prima aveva acquisito la tecnologia utilizzata per l'ologramma di Tupac facendo un'offerta più alta rispetto a quella di John Textor, presidente di Pulse, che accusò di ignorare i diritti che precedentemente aveva cercato di ottenere.
Il ritorno di Dio
Nel 2016 fu la volta della "resurrezione" di Ronnie James Dio: l'ologramma debuttò sul palco del Wacken Open Air, festival tedesco dedicato interamente all'heavy metal. "Quando ho visto per la prima volta la produzione dell'esibizione di Ronnie con la sua band come ologramma, non sono riuscita a credere ai miei occhi e alle mie orecchie. Insieme a Eyellusion, siamo riusciti a riportare Ronnie sul palco, continuando a far vivere la sua musica e la sua memoria", disse la vedova dell'artista, scomparso sei anni prima. L'ologramma del cantante accompagnò i Dio Disciples per tutto il tour.
Il caso Frank Zappa
Fu segnata da non poche polemiche, invece, l'operazione legata alla realizzazione dell'ologramma di Frank Zappa per un tour. Il progetto fu annunciato nel 2017, ma subito il figlio Dweezil si chiamò fuori, accusando gli altri eredi del musicista di voler lucrare sulla sua morte: "Facendo leva sullo status di fondazione hanno cercato di creare un'immagine olografica di nostro padre da sfruttare sui palchi di tutto il mondo. Dai comunicati che hanno diffuso, sembra che io sia parte di questa operazione: come molti dei fan di mio padre, ha saputo di questa iniziativa dai social network. Non sono mai stato contattato dalla fondazione, infatti, né gli ho mai dato il permesso di usare il mio nome. Per la cronaca: di partecipare a questa versione digitalizzata di mio padre non ne voglio sapere", disse. Si sfilò anche Adrian Belew, tra i principali collaboratori di Zappa. Alla fine, però, l'operazione andò in porto: il tour dell'ologramma di Frank Zappa debuttò nella primavera del 2019.
Il tour di Whitney Houston
Dopo annunci, ripensamenti e rinvii, alla fine all'inizio del 2020 - poco prima che una pandemia globale mettesse il mondo intero in standy-by - debuttò il tour dell'ologramma di Whitney Houston, morta nel 2012. Battezzata "An evening with Whitney: The Whitney Houston hologram tour", la serie di show avrebbe dovuto fare tappa anche in Italia, appuntamento unico nel marzo del 2020 al Teatro degli Arcimboldi di Milano. In scaletta le hit della cantante statunitense, da "I have nothing" a "I wanna dance with somebody (Who loves me)", passando per la cover di "I will always love you" di Dolly Parton che la Houston incise nel 1992 per la colonna sonora del film "Guardia del corpo", vendendo 16 milioni di copie in tutto il mondo.
Ma cosa ne pensa il pubblico?
Uno studio condotto dalla società di consulenza americana specializzata in radiofonica, TV e media digitali Jacobs Media su un campione di oltre 50mila cittadini statunitensi nel 2019 rivelò che il 64% degli intervistati non era in nessun modo interessato agli spettacoli musicali con ologrammi. Un dato interessante della ricerca: il 55% dei giovani convenzionalmente indicati come Generazione Z - ovvero quelli nati tra il 1995 e il 2012 - si disse favorevole ad eventi musicali basati sulla tecnologia degli ologrammi, forse per il desiderio di vivere in prima persona artisti vissuti solamente attraverso i ricordi dei genitori.