Dopo X Factor, parla Jury Magliolo: "Mi ritrovai a cantare vecchi successi italiani"

Un'adolescenza passata a suonare negli scantinati e nelle birrerie, partendo dalla provincia bresciana inseguendo i sogni di rock'n'roll. La grande occasione per Jury Magliolo si presentò nel 2009, quando - a 23 anni - il cantautore si presentò alle selezioni della seconda edizione di "X Factor". Entrò in gara a programma già iniziato, nella squadra dei ragazzi dai 16 ai 24 anni capitanata da Simona Ventura. Arrivò terzo, dietro a Matteo Becucci (vincitore di quell'edizione) e ai The Bastard Sons of Dioniso e dopo la partecipazione al talent pubblicò il singolo "Mi fai spaccare il modo" (proposto proprio a X Factor) e l'omonimo Ep: "Da bambino pensavo che apparire in tv significasse svoltare.
Invece per me fu una vera partenza". A "X Factor" Jury non ebbe vita facile: "Avevo sempre cantato in inglese. E suonato, soprattutto. All'improvviso mi ritrovai a cantare cover di vecchi successi italiani: il pubblico di riferimento non era quello dei ragazzi, a differenza delle ultime edizioni, ma quello un po' più adulto di Rai2", ricorda, "avevo difficoltà a cantare certe canzoni, senza poter suonare. Cercai di adattarmi a quel contesto".
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Una volta uscito dal loft del programma, Magliolo si rimboccò le maniche. Scaduto il contratto con Sony, nel 2011 pubblicò per Universal il singolo "Acrobati". Poi cambiò ancora etichetta discografica, firmando per Carosello Records e pubblicando nel 2013 un altro brano, "La pelle di Sophie". L'album sarebbe arrivato solo quattro anni più tardi, nel 2017, autoprodotto.
Nel 2019 è arrivato a calcare il palco con Renato Zero, come corista del tour "Zero il folle" del cantautore romano. Oggi Magliolo è concentrato su un nuovo progetto, The Matt Project, band nata a metà strada tra Brescia e Venezia e formata insieme a Carlo Poddighe (voce e chitarra) e a Matteo Breoni (batteria). Il gruppo spedirà nei negozi il 15 dicembre l'album "Overnight",tutto cantato in inglese.
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