Anche le Dixie Chicks cambiano nome. Siamo all'assurdo

Martie Erwin Maguire, Emily Erwin Robison e Natalie Maines hanno deciso di cambiare il nome della loro band, Dixie Chicks, per eliminare ogni possibile riferimento al razzismo. Ora il gruppo statunitense - che ieri, 25 giugno, ha anche pubblicato il singolo “March, March”, nuova anticipazione del suo prossimo album, “Gaslighter” - si chiama solo Chicks.
“We want to meet this moment”, hanno scritto Natalie, Emily e Martie - che hanno già provveduto a cambiare il nome della band sui social - sul sito web del trio.
Attraverso un comunicato stampa, ripreso dal New Musical Express, il gruppo ha dichiarato: “Un sincero e sentito ringraziamento va alle ‘The Chick’ della Nuova Zelanda per il loro gentile gesto e permetterci di condividere il loro nome. Siamo onorate di coesistere nel mondo con queste sorelle di eccezionale talento. Chicks Rock!”.
Recentemente anche Charles Kelley e soci hanno deciso di cambiare il nome del loro gruppo, da Lady Antebellum a Lady A., perché la parola “Antebellum" si ispirava allo stile architettonico tipico del diciannovesimo secolo in alcuni paesi degli Stati Uniti, uno stile che ora - secondo quanto riferito dal gruppo - rimanda al periodo in cui la schiavitù era ancora legale nel Paese della band di Nashville.
Ecco il singolo “March March”, che segue la pubblicazione dei brani “Julianna Calm Down” e “Gaslighter”:
Della bislacca decisione dei Lady Antebellum avevamo già riferito qui.
Ora arriva la notizia che anche le Dixie Chicks, ufficialmente per analoghi motivi, hanno rinunciato al "Dixie" del loro nome, che portavano senza problemi e senza rimorsi dal 1989. Dixie, secondo Wikipedia, è "un soprannome di etimologia incerta con il quale ci si riferisce agli abitanti e, più in generale, alle regioni del sud degli Stati Uniti".
Ora: dagli Stati Uniti, e non solo da lì, ogni giorno arrivano notizie riguardanti l'iconoclastia. La più idiota fra le recenti riguarda un sedicente scrittore e attivista americano, tale Shaun King, che qualche anno fa aveva fondato una Chiesa chiamata "Courageous Church" autonominandosene pastore - era noto come "Facebook Pastor" per l'uso sistematico dei social - e che via Twitter ha scritto: "Penso che le statue che raffigurano Gesù come un europeo bianco debbano essere abbattute, sono una forma di suprematismo e lo sono sempre stata. Buttatele giù. Se la vostra religione richiede che Gesù abbia i capelli biondi e gli occhi azzurri, allora la vostra religione non è il cristianesimo ma il suprematismo bianco".
Voi capite che se dall'altra parte dell'Oceano l'aria che tira è questa, c'è poco da stupirsi se le tre reginette del country - che, con 30 milioni di album venduti, sono ad oggi il gruppo femminile che ha venduto il maggior numero di copie negli Stati Uniti - hanno pensato bene di coglierla, l'aria che tira, ed allinearsi al politicamente ultracorretto. Sulla questione, penso che parole abbastanza definitive le abbia dette Guè Pequeno: "Non mi sembra il caso di strumentalizzare".
A me, come diceva quello dei Trettré a "Drive in", "me pare 'na strunzata". A meno che non si tratti (non ci sarebbe da stupirsi più di tanto) di un abile espediente promozionale ("We want to meet this moment", no?): sarà un caso che il prossimo album delle tre sia annunciato in uscita proprio per le prossime settimane? (fz)