Il cantautorato elettronico e latineggiante di Joan Thiele, quello rockeggiante di Anna Calvi e quello più intimista di Maria Antonietta. L'edizione 2018 del Barezzi Festival, la dodicesima, ha preso il via oggi, mercoledì 21 novembre, con un trio tutto al femminile.
A rompere il ghiaccio è Joan Thiele: "Ho sempre provato ammirazione per questo festival. Poter partecipare, farne attivamente parte e avere l'onore di suonare in questo luogo magico mi rende davvero felice", dice a Rockol appena finisce di provare (guarda qui la videointervista). La cantautrice di origini colombiane sale sul palco del "ridotto" del Teatro Regio di Parma nel tardo pomeriggio, da sola: chitarra elettrica e voce, con l'aiuto del pc per i beat. Non mancano alcuni imprevisti legati proprio all'utilizzo del pc e in un paio di passaggi Joan Thiele è costretta a fermarsi e ad improvvisare. Nel complesso, però, l'esibizione della cantautrice suscita la curiosità del pubblico, che rimane sotto al palco ad ascoltare le canzoni del suo album "Tango" fino alla fine.
Il tempo di mangiare e bere qualcosa e poi di nuovo sotto al palco per l'esibizione clou di questa prima giornata del Barezzi Festival 2018, quella di Anna Calvi, non a caso ospitata dalla sala principale del Teatro Regio. Quello che la cantautrice britannica propone sul palco è un vero e proprio concerto, il primo dei tre appuntamenti italiani del tour legato al suo ultimo album in studio, "Hunter", del quale fa ascoltare le canzoni.
Chiude la giornata Maria Antonietta: "Essere qui è molto emozionante. Suonare in un teatro come questo, per un'appassionata d'opera, è bizzarro. E non capita tutti i giorni", racconta poco prima di salire sul palco (qui la videointervista). Sul palco del "ridotto" la cantautrice marchigiana suona le canzoni del suo nuovo album "Deluderti" (uscito a maggio) e alcuni brani tratti dai suoi precedenti lavori in una versione inedita: anche Maria Antonietta, infatti, decide di presentarsi sul palco da sola, chitarra e voce, rileggendo i suoi pezzi in chiave acustica e più intimista. Il modo migliore per dare la buonanotte al pubblico del Barezzi.






