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Vent'anni fa moriva Domenico Modugno - VIDEO

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Il 6 agosto del 1994 moriva Domenico Modugno, uno dei grandi padri della canzone italiana, tra gli artisti italiani più prolifici e più amati di sempre. Come già riportato da Rockol, il cantautore, questa sera, verrà omaggiato nella sua città natale (Polignano a Mare) con lo spettacolo-evento "Meraviglioso Modugno" (per il quale alcuni artisti del panorama musicale italiano saranno chiamati a reinterpretare brani tratti dal repertorio di Modugno).

Domenico Modugno nasce il 9 gennaio del 1928 a Polignano a Mare, piccolo comune della provincia di Bari. Nel 1935 l'intera famiglia è costretta a trasferirsi, per seguire il padre (comandante del Corpo delle Guardie Municipali), a San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi; "Mimmo", così come lo chiamavano gli amici, si avvicina alla musica durante l'adolescenza, imparando a suonare la chitarra e la fisarmonica. E' così che nel 1945 compone "E la luna fra le nubi che sorride al mio dolore" e "Il treno che fischia", le sue prime due canzoni (le quali non furono, tuttavia, mai incise). Dopo essersi trasferito a Torino in cerca di fortuna e dopo aver effettuato il servizio militare a Bologna, nel 1949 torna a San Pietro Vernotico ed inizia ad esibirsi in pubblico accompagnato con la sua fisarmonica nelle feste di paese.
Desideroso di voler intraprendere una carriera nel mondo dello spettacolo, Modugno torna a Torino, allora grande capitale del cinema italiano (vi erano attive alcune importanti case di produzione), per poi spostarsi a Roma; qui vince un concorso riservato ad attori dilettanti e può dunque iscriversi alla scuola per gli attori del Centro Sperimentale di Cinematografia. E' proprio nei corridoio del Centro Sperimentale che conosce Franca Gandolfi, un'aspirante attrice siciliana, che sposerà il 26 giugno 1955. Per mantenersi, poi, Domenico si esibisce, di sera, in un locale sito nel centro storico della Capitale proponendo alcune canzoni in dialetto salentino da lui composte (tra queste "Musciu niuru"):





Nel 1949, dunque, fa la sua prima comparsa cinematografica nel film "I pompieri di Viggiù" (diretto da Mario Mattoli); seguiranno altre numerose comparse, tra cui quella nel film "Carica eroica" di Francesco De Robertis: chiamato ad interpretare il ruolo di un soldato a cui è affidato il compito di far addormentare un bambino, Modugno esegue la canzone popolare "Ulìe ci tiene ulìe", che diventa il lasciapassare per la trasmissione radiofonica "Trampolino". Pochi giorni dopo l'esibizione nel programma radiofonico, il direttore del secondo canale Fulvio Palmieri propone a Domenico di ideare e condurre una trasmissione musicale in quattro puntate, "Amuri... Amuri..." (in cui interpreta una canzone in ogni puntata - diversi brani eseguiti nel corso della trasmissione saranno poi incisi negli anni successivi, come nel caso de "La cicoria"):





A cavallo tra il 1953 e il 1954 Modugno ottiene il suo primo contratto discografico, con la RCA Italiana; inizia dunque a pubblicare i suoi primi dischi a 78 e a 45 giri, contenenti brani in dialetto salentino e siciliano in cui canta storie di minatori, pescatori, animali e contadini; il primo disco è "La cicoria/Ninna nanna", 78 giri pubblicato nel 1954. Nel 1955 incide "Vecchio frac", poi riscoperta negli anni successivi, canzone per la quale deve affrontare il suo primo problema con la censura (il verso finale originale, "Ad un attimo d'amore che mai più ritornerà", è modificato in "Ad un abito da sposa primo ed ultimo suo amor").





Nel 1956 rompe con la RCA e passa alla Foint Cetra, con la quale fa il suo debutto, come autore, al Festival di Sanremo: concede infatti la canzone "Musetto", incisa qualche anno prima, al cantante Gianni Marzocchi, che si piazza all'ottavo posto nella graduatoria finale. Lo stesso anno pubblica il brano "Io, mammeta e tu" e parte alla volta della Francia, dove si esibisce in alcuni spettacoli dal vivo durante i quali esegue alcune sue canzoni tradotte in lingua francese. Nel frattempo raggiungono il mercato alcuni 33 giri che raccolgono brani incisi negli anni della RCA. In duetto con Aurelio Fierro, nel 1957, partecipa al Festival di Napoli con la canzone "Lazzarella" (scritta insieme a Riccardo Pazzaglia, conosciuto al Centro Sperimentale di Cinematografia).

A Sanremo, Modugno, ci torna nel 1958 con il brano "Nel blu dipinto di blu", divenuto poi il suo pezzo più conosciuto ed apprezzato dal pubblico; il testo della canzone fu composto a quattro mani insieme a Franco Migliacci, suo collaboratore anche negli anni successivi, e nacque (stando alle ultime dichiarazioni di Migliacci - che ha cambiato versione più volte) al risveglio da un incubo notturno. "Nel blu dipinto di blu" fu apprezzata molto dai critici musicali dell'epoca (meno dagli orchestrali del Festival) e ottenne sin da subito un grande successo: il brano si piazzò infatti al terzo posto nella classifica finale dell'Eurovision Song Contest e, nel 1958, conquistò ben tre Grammy ("Disco dell'anno", "Canzone dell'anno" e "Miglior interprete del 1958"). Molto apprezzato dal pubblico americano, Modugno parte alla volta di un tour che lo porta ad esibirsi in alcune delle città più importanti degli States, da Boston a Los Angeles, passando per New York ("Modugno ha conquistato l'America", scrisse a tal proposito, nell'estate del 1958, "L'espresso"). Stando ad un indagine condotta dalla SIAE, "Nel blu dipinto di blu" è, ad oggi, la canzone italiana più eseguita al mondo.





Nel 1959 è ancora al Festival di Sanremo con il brano "Piove", composto insieme a Dino Verde (chiamato a collaborare al brano dopo il rifiuto di Migliacci), che gli vale di nuovo il primo posto nella classifica e l'accesso all'Eurovision Song Contest, dove si piazza al sesto posto su un totale di undici canzoni presentate in gara. Della canzone, anche nota come "Ciao ciao bambina", sono state proposte, nel corso degli anni, diverse reinterpretazioni (le più note restano quelle di Caterina Valente e Fred Buscaglione).





Parallelamente alla sua attività di successo come cantautore, Modugno continua anche la sua attività come attore, prendendo parte alle riprese di diversi film e recitando in alcuni spettacoli teatrali tra cui la commedia musicale di Pietro Garinei e Sandro Giovannini "Rinaldo in campo" (per la quale compone anche le musiche, poi pubblicate in un album omonimo). Nel 1965 recitò, inoltre, in uno sceneggiato per il piccolo schermo, "Scaramouche", la cui sigla (intitolata "L'avventura") divenne una delle sue canzoni più note:





Nel 1964 passa dalla Foint Cetra alla Curci, per la quale pubblica alcune canzoni le quali non riescono ad avere tuttavia un grande successo (ad eccezion fatta de "L'avventura", appunto, e di "Dio, come ti amo"); per tale motivo, nel 1968 torna alla RCA Italiana, che riesce a rilanciarlo con la canzone "Come hai fatto" (pubblicata nel 1969 e nata in dialetto partenopeo). L'anno successivo è la volta de "La lontananza", il cui testo fu scritto insieme ad Enrica Bonaccorti, altro suo importante successo:






Tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70 vengono pubblicati album come "Con l'affetto della memoria" e "Il mio cavallo bianco", e la raccolta "Tutto Modugno" (consegnata al mercato nel 1972 e contenente alcuni inediti e reinterpretazioni di brani incisi negli anni precedenti). Nel 1974 rompe nuovamente con la RCA e torna alla Curci (che, nel frattempo, è diventata la Carosello), per la quale pubblica diversi singoli e alcuni album. Al 1976 risale "Malarazza", altra colonna portante del suo vasto repertorio, canzone ispirata ad un canto popolare siciliano:





Modugno torna a recitare per il teatro nel 1978 con la commedia musicale "Cyrano", diretta da Daniele D'Anza, per la quale compone anche le musiche, poi inserite nell'album omonimo. Il disco, tuttavia, non riscuote successo e segna la sua rottura definitiva con la Carosello: nel 1983 Domenico passa dunque alla Panarecord, etichetta discografica fondata qualche anno prima da Sergio De Gennaro. Arrivano, però, i primi problemi di salute: il 12 giugno del 1984, infatti, durante le registrazioni di una trasmissione televisiva negli studi di Cologno Monzese, il cantautore viene colpito da un ictus a causa del quale fu costretto a lasciare temporaneamente le scene e ad intraprendere una lunga riabilitazione. Nella seconda metà degli anni '80 si avvia alla carriera politica ed è eletto alla Camera tra i deputati della X legislatura tra le file del Partito Radicale.
Nel 1991 tiene un concerto a Roma, alle Terme di Caracalla; nel 1992 si esibisce in un concerto gratuito a Torino, in piazza San Carlo, prima di tornare a cantare negli States. Al 26 agosto del 1993 risale il suo ultimo concerto, tenuto a Polignano a Mare davanti a 70.000 persone. Nello stesso anno incide la sua ultima canzone, "Delfini (Sai che c'è)", arrangiata dal Maestro Stefano Borzi, in duetto con il figlio Massimo Modugno:






Domenico Modugno si spense il 6 agosto 1994, nella sua casa di Lampedusa, per un infarto cardiaco. Il suo corpo riposa al Cimitero Flaminio di Roma.
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