Regina del crowdfunding (grazie all'album "Theatre is evil", capace di raccogliere più di un milione di dollari attraverso Kickstarter), Amanda Palmer ha esortato Morrissey - privo attualmente di un contratto discografico - a ricorrere allo stesso sistema per finanziare il suo prossimo disco. La ex vocalist e pianista dei Dresden Dolls è una fan sfegatata del cantante inglese, cui non ha mai avuto il coraggio di presentarsi ("Non potrei digerire l'idea di incontrare Morrissey e di non piacergli, per quanto ridotte siano le possibilità"), e gli ha scritto una lettera aperta sul sito Salon offrendosi di aiutarlo nell'impresa, dopo avere chiesto ai suoi follower su Twitter quanti di loro sarebbero disposti a sborsare 5 dollari per finanziargli un album in solo formato digitale e avere incassato 1.400 risposte affermative. "Hai alcuni dei fan più fanatici del mondo", scrive la Palmer mostrandosi preoccupata per le notizie relative alle condizioni di salute dell'artista di Manchester. "Gente devota e premurosa di ogni parte del mondo che sarebbe davvero felice di appoggiarti versando ben più di 5 dollari a testa per avere le tue canzoni nelle orecchie. Per quel che sei e per ciò che significhi, sei probabilmente uno dei migliori candidati nel pianeta a usare il crowdfunding".
"A cosa serve oggi una casa discografica?", si chiede retoricamente la musicista nativa di New York nella missiva. "A mettere gli album nei negozi? I negozi stanno chiudendo. A fare tutte le telefonate necessarie a che le radio facciano ascoltare l'album? Anche le stazioni radio stanno chiudendo. Le emittenti di qualità, quelle programmati da esseri umani (le radio non commerciali, quelle dei college, la BBC), probabilmente si limiteranno a scaricare un disco, se è buono, e a programmarlo. Serve ad andare in classifica? E a chi interessa ancora? A te? A me?. Serve a organizzare un tour promozionale e comprare spazi commerciali per informare la gente che l'album è uscito? Beh...se non vai in tour e la gente ha già preordinato il disco, forse non è necessario. E se non pubblichi un disco in formato fisico...è tutto da discutere".
"E dunque: se andassi semplicemente in uno studio, registrassi un disco e lo caricassi su Internet per quelli che lo hanno finanziato?", propone la Palmer lanciandosi in una previsione: "Date le tue vendite precedenti e la tua storia, facciamo un'ipotesi molto conservativa che mezzo milione di persone decidano di sostenerti (cioè di preordinare un album digitale) a 5 dollari ciascuno. Farebbero 2 milioni e mezzo di dollari in totale (...) Togli il 20 per cento di cui hai bisogno per pagare le commissioni (al tuo management e al tuo team digitale) e per l'elaborazione dei dati (alla piattaforma di crowdfunding) e ti rimangono circa 2 milioni di dollari. Se il tuo album ne costa mezzo milione, guadagnerai circa un milione e mezzo. Non so che tipo di anticipi e di royalty ottenessi da qualsiasi delle tue etichette precedenti, ma dubito che possano competere con queste cifre (...) Manterresti la proprietà di tutto il materiale, e poi potresti siglare qualunque genere di accordo con chiunque, dovessi decidere di distribuire il disco in altro modo. Non dovresti andare in tour e non rischieresti la salute. E non dovresti fare nessun lavoro promozionale, se non lo volessi. Saresti il primo artista della tua fama e calibro a intraprendere con la tua fanbase un progetto di questo genere, e sarebbe un evento storico".
Morrissey le darà ascolto? La Palmer è la prima a non crederlo ("forse penserai che sono una stronza rompiballe a scriverti questa lettera aperta"), ma ribadisce il suo affetto ("Ti piaccia o no, hai generato un sacco di figli, tra chi canta e scrive canzoni, e con orgoglio mi ci metto anch'io") e si candida a dargli una mano, se decidesse di provarci.