I Vidocq debuttano su Andromeda Relix
A poco più di due anni dalla nascita, i torinesi Vidocq – guidati da un personaggio ben noto a chi conosce la scena metal italiana anni Ottanta e Novanta: Enrico Rigolli dei Purple Angels – sono giunti alla pubblicazione del loro primo lavoro, il cd omonimo per Andromeda Relix.
I 10 brani – più due bonus track – inclusi in “Vidocq” mostrano una formazione alle prese con un hard rock anni Settanta ricco di influenze legate alla gloriosa tradizione del prog italiano (dal Banco alla PFM, ma perché no, anche le band minori degli anni Ottanta come Sithonia e Arcansiel); su tutto questo si innestano diverse sensibilità che vanno dall’heavy al folk traditional.
“Il nostro genere credo sia un classico e robusto rock anni Settanta”, spiega proprio Rigolli, “con tante sfaccettature. Tutti noi infatti abbiamo consumato i vinili di quel periodo. Le nostre band di riferimento per l'hard sicuramente sono i Black Sabbath, i Blue Oyster Cult e i Deep Purple. Per il nostro versante più prog invece Genesis e Yes”.
E, a proposito di suggestioni e influenze, molto dicono anche i due pezzi bonus, a fine cd, ossia due cover rispettivamente di “750.000 anni fa l’amore” del Banco Del Mutuo Soccorso e “No Time no Space” di Battiato.
Si tratta, dunque, di un disco maturo, in cui le spigolosità dell’hard sono arrotondate, addomesticate e piegate a un’indole più riflessiva – ma non spogliate dell’energia che, se mancasse, farebbe inevitabilmente deragliare il tutto fuori dai binari del rock; lo dimostra, ad esempio, la bella apertura con “Cuore nero”, un brano carico e raffinato al tempo stesso. “Sono canzoni ben distinte senza un vero e proprio filo conduttore” ci racconta Rigolli; “abbiamo cercato di crearle come fossero piccole sceneggiature. Tra di loro hanno in comune l’idea di libertà e la voglia di avventura”.