Qualcuno vede forse la musica salsa come qualcosa di estemporaneo, di statico, come una dimensione parallela impossibilitata a evolversi, ma non è sempre così. A Cuba c’è un grande fermento musicale, fatto di molti giovani gruppi rap, ma ci sono anche orchestre che stanno rinnovando la salsa dandole un suono e degli arrangiamenti modernissimi, come la Charanga Habanera (e la sue recente evoluzione in Charanga Forever) o Manolin El Medico de la Salsa.
I Vocal Sampling sono un esempio di questo: suonano musica cubana senza l’ausilio di strumenti, ma usando solo le voci. Conosciutisi all’Istituto Nazionale della Musica dell’Avana, hanno formato un sestetto che quasi per scherzo ha cominciato ad aggiungere melodie vocali al repertorio tradizionale eseguito alle feste. Da qui hanno creato un proprio stile che li ha portati in giro per il mondo nel corso degli anni. René Baños, Reinaldo Sanler, Renato Mora, Jorge Chaviano, Oscar Porro e Abel Sanabria. “Ci siamo conosciuti a scuola – racconta René Baños, direttore del sestetto -, quando frequentavamo l’Istituto Superior de Arte. Non studiavamo come cantanti, ma ognuno sul suo strumento musicale, poi abbiamo scoperto di essere dotati anche sul piano vocale. Così abbiamo cominciato ad esibirci alle feste eseguendo motivi tradizionali e divertendoci poi a inventare melodie vocali”. Oggi i Vocal Sampling tengono concerti in tutto il mondo ed è in uscita il loro nuovo album “New release”. “Abbiamo cominciato a farci conoscere all’estero nel 1992 – prosegue Baños -, cantando nei festival in diversi paesi. E’ difficile per un progetto come questo trovare un’audience stabile. Sai, non è come muoversi con una pop band, che sarebbe molto più facile da promuovere. Con un gruppo come il nostro hai un pubblico sempre nuovo, ogni volta è una sorpresa e ti devi pian piano costruire un mercato. Però sta funzionando”. Al loro successo, come a quello di tutta la musica cubana, ha contribuito sicuramente l’esplosione del fenomeno “Buena Vista Social Club: “Credo che questo abbia giovato alla musica cubana in generale. Se per esempio ci fossimo esibiti in Francia o in Giappone o in qualsiasi altra parte del mondo nel 1994, prima dell’esplosione del fenomeno Buena Vista, la gente avrebbe ascoltato un concerto di musica cubana e basta. Ora, invece, ovunque la gente conosce la musica di Cuba e sa che cosa va ad ascoltare quando si reca al concerto di un gruppo cubano. Qui sta la differenza. La musica cubana non è mai stata granchè diffusa attraverso le emittenti radiofoniche nel mondo, ma ora la situazione è molto diversa, c’è ben altra considerazione nei suoi confronti”.
E il rapporto con i “vecchi” che abbiamo conosciuto attraverso il film di Wim Wenders è di affettuoso rispetto, come conferma René: “Siamo tutti come una famiglia. Compay abita nel mio stesso palazzo e quando ci incontriamo ci comportiamo come se fossimo nonno e nipote”.
I Vocal Sampling sono un esempio di questo: suonano musica cubana senza l’ausilio di strumenti, ma usando solo le voci. Conosciutisi all’Istituto Nazionale della Musica dell’Avana, hanno formato un sestetto che quasi per scherzo ha cominciato ad aggiungere melodie vocali al repertorio tradizionale eseguito alle feste. Da qui hanno creato un proprio stile che li ha portati in giro per il mondo nel corso degli anni. René Baños, Reinaldo Sanler, Renato Mora, Jorge Chaviano, Oscar Porro e Abel Sanabria. “Ci siamo conosciuti a scuola – racconta René Baños, direttore del sestetto -, quando frequentavamo l’Istituto Superior de Arte. Non studiavamo come cantanti, ma ognuno sul suo strumento musicale, poi abbiamo scoperto di essere dotati anche sul piano vocale. Così abbiamo cominciato ad esibirci alle feste eseguendo motivi tradizionali e divertendoci poi a inventare melodie vocali”. Oggi i Vocal Sampling tengono concerti in tutto il mondo ed è in uscita il loro nuovo album “New release”. “Abbiamo cominciato a farci conoscere all’estero nel 1992 – prosegue Baños -, cantando nei festival in diversi paesi. E’ difficile per un progetto come questo trovare un’audience stabile. Sai, non è come muoversi con una pop band, che sarebbe molto più facile da promuovere. Con un gruppo come il nostro hai un pubblico sempre nuovo, ogni volta è una sorpresa e ti devi pian piano costruire un mercato. Però sta funzionando”. Al loro successo, come a quello di tutta la musica cubana, ha contribuito sicuramente l’esplosione del fenomeno “Buena Vista Social Club: “Credo che questo abbia giovato alla musica cubana in generale. Se per esempio ci fossimo esibiti in Francia o in Giappone o in qualsiasi altra parte del mondo nel 1994, prima dell’esplosione del fenomeno Buena Vista, la gente avrebbe ascoltato un concerto di musica cubana e basta. Ora, invece, ovunque la gente conosce la musica di Cuba e sa che cosa va ad ascoltare quando si reca al concerto di un gruppo cubano. Qui sta la differenza. La musica cubana non è mai stata granchè diffusa attraverso le emittenti radiofoniche nel mondo, ma ora la situazione è molto diversa, c’è ben altra considerazione nei suoi confronti”.
E il rapporto con i “vecchi” che abbiamo conosciuto attraverso il film di Wim Wenders è di affettuoso rispetto, come conferma René: “Siamo tutti come una famiglia. Compay abita nel mio stesso palazzo e quando ci incontriamo ci comportiamo come se fossimo nonno e nipote”.
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