Articoli - 29/01/2000
Le vecchie glorie della musica italiana: 'Siamo discriminati dalla discografia'
A tre settimane dall'inizio del Festival, prosegue la Sanremeide. L'Adnkronos riporta uno sfogo delle vecchie glorie della musica italiana, che si sentono "discriminate". Ad accendere la miccia è "Taratatà", il programma di Raiuno che martedì sera alle 23 e 15 manderà in onda uno speciale su alcuni grandi protagonisti della nostra canzone, da Shel Shapiro a Don Backy, da Little Tony a Maurizio Vandelli ai Giganti che, da pochissimo, si sono riformati dopo 25 anni.
Ecco il commento di Enrico Maria Papes, batterista e cantante dei Giganti: ''In Italia è la solita storia: la discografia è disinteressata, se proponiamo brani nuovi si girano dall'altra parte. E' una chiusura mentale grave, un limite perché in altri posti non è cosi: basta pensare al successo che hanno i grandi miti della musica negli Stati Uniti o in Francia''. Più severo il parere di Don Backy: ''Il pubblico ricorda benissimo quello che abbiamo dato alla musica. Ma le case discografiche stabiliscono i personaggi su cui puntare e molti artisti rimangono emarginati ed esclusi a favore di altri, perlopiù stranieri, che hanno egemonizzato la musica''.
Diverso il parere dell'ex cantante dei Rokes, Shel Shapiro: ''La Francia protegge le star del passato, l'Italia ha protetto Mina e Battisti ma per il resto non è abituata a ricordare molto. Ma non è forse un male: la grande maggioranza delle cose del passato, con poche eccezioni, non vanno celebrate. Certo, l'industria musicale potrebbe fare qualcosa ma ormai in Italia la discografia è talmente poca cosa che siamo il ventunesimo mercato al mondo. Sanremo? Il problema non è recuperare personaggi di trent'anni fa ma di cercare quei pochissimi che si sono aggiornati. E, onestamente, devo dire che tra i colleghi della mia età, purtroppo, ce ne sono tanti che sono contenti di fare ancora la musica che facevano trent'anni fa''.
Ecco il commento di Enrico Maria Papes, batterista e cantante dei Giganti: ''In Italia è la solita storia: la discografia è disinteressata, se proponiamo brani nuovi si girano dall'altra parte. E' una chiusura mentale grave, un limite perché in altri posti non è cosi: basta pensare al successo che hanno i grandi miti della musica negli Stati Uniti o in Francia''. Più severo il parere di Don Backy: ''Il pubblico ricorda benissimo quello che abbiamo dato alla musica. Ma le case discografiche stabiliscono i personaggi su cui puntare e molti artisti rimangono emarginati ed esclusi a favore di altri, perlopiù stranieri, che hanno egemonizzato la musica''.
Diverso il parere dell'ex cantante dei Rokes, Shel Shapiro: ''La Francia protegge le star del passato, l'Italia ha protetto Mina e Battisti ma per il resto non è abituata a ricordare molto. Ma non è forse un male: la grande maggioranza delle cose del passato, con poche eccezioni, non vanno celebrate. Certo, l'industria musicale potrebbe fare qualcosa ma ormai in Italia la discografia è talmente poca cosa che siamo il ventunesimo mercato al mondo. Sanremo? Il problema non è recuperare personaggi di trent'anni fa ma di cercare quei pochissimi che si sono aggiornati. E, onestamente, devo dire che tra i colleghi della mia età, purtroppo, ce ne sono tanti che sono contenti di fare ancora la musica che facevano trent'anni fa''.
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