Su "La Repubblica", Giacomo Pellicciotti dedica un’intera pagina alla ECM e alla sua star, Keith Jarrett. «Un mese intero per festeggiare i primi trent'anni della Ecm (Edition of Contemporary Music), l'etichetta tedesca che s'identifica totalmente nel suo produttore Manfred Eicher, ideologo e ascetico demiurgo del "più bel suono vicino al silenzio", diventato col tempo un inconfondibile marchio di fabbrica. (...) Ci volevano l'Università di Brighton e il suo professore di arti poetiche Michael Tucker per organizzare un vero festival, l'"Ecm-Selected Signs", dedicato al severo maestro del suono e ai suoi intensi musicisti. Nella bella e funzionale sede dell'università britannica, dal 6 novembre scorso è in corso un programma di concerti con molti degli artisti Ecm, tra i quali John Surman e Anouar Brahem, Kenny Wheeler e Azimuth, Paul Bley e David Holland, Evan Parker, Tomasz Stanko, Jan Garbarek e l'Hilliard Ensemble, Dino Saluzzi e il Rosamunde Quartet, Michelle Makarski, il Keller Quartet. Assenti giustificati Keith Jarrett e Arvo Pärt, tanto per nominare i più famosi. Il clou di tutto il festival è stato il seminario con Manfred Eicher, 56 anni, ex contrabbassista e tecnico della classica Deutsche Grammophon, che a novembre di 30 anni fa fondò la sua preziosa creatura con i soldi di un negoziante specializzato nella vendita di dischi per corrispondenza. Tra le ambizioni future di Eicher c'è un film sulla storia della Ecm, che dovrebbe essere diretto dall'amico Jean-Luc Godard». Keith Jarrett intanto, «Ancora non perfettamente guarito dalla "sindrome da fatica cronica", non se l'è sentita di varcare un'altra volta l'oceano dopo il ritorno all'Arena di Verona dello scorso giugno. Ma il documento dal vivo di quell'indimenticabile concerto dovrebbe essere il suo prossimo album. Mentre l'amico e collaboratore Manfred Eicher faceva il conferenziere a Brighton, il carismatico pianista suonava a Toronto con Gary Peacock e Jack DeJohnette, un trio stellare che già tante perle ha esibito per l'etichetta di Monaco. (...) Il primo, delicatissimo segno della ritrovata salute per Keith Jarrett è l'album fresco di stampa "The melody at night, with you". Registrato nella sua casa-parco del New Jersey, di notte con la moglie Rose Anne come unica, attenta testimone, il nuovo disco-solo di Jarrett è un balsamico ritorno alla musica con il filtro magico della melodia. Come un esercizio Zen, il pianista si abbandona semplicemente alla bellezza di una canzone, senza sforzarsi d'improvvisare "ferocemente" come negli altri suoi dischi solisti. Bastano le melodie scritte da consumati maestri come George Gershwin, Duke Ellington, Oscar Levant o Jerome Kern, per bearsi dell'emozione di "una musica che non ha bisogno di altri aiuti"».
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