Rockol30

Esce 'Cicciput", primo disco di studio degli Elii da quattro anni a questa parte. Ne parliamo con Rocco 'On line' Tanica...

“Ciao, sono Rocco On Line”. Ci accoglie così, Rocco Tanica una delle “menti” di Elio e Le Storie Tese (ammesso che qualcuno tra Elio, Faso, Cesareo, Christian Meyer e Mangoni non sia altrettanto una “mente”…). L’occasione della chiacchierata è, ovviamente, la pubblicazione del nuovo album, “Cicciput”. Il primo a quattro anni da “Craccracriccrecr”, se non si considera il live di due anni fa “Made in Japan”.
Per prima cosa ci assicuriamo che Rocco non rivendicherà alcun diritto d’autore sulla battuta, e che quindi possiamo usarla liberamente. Non è una cosa da poco, visto che un brano, “Al mercato di Bonn”. è stato escluso dall’album perché la società di edizioni che detiene i diritti d’autore di “Tanti auguri a te” non ha concesso la liberatoria. Tranquillizzati dalla risposta positiva di Rocco (che anzi, ci suggerisce di spacciarla per nostra), andiamo avanti con l’intervista e gli chiediamo…


Facciamo una domanda da giornalisti seri. Cosa avete fatto in questo periodo?
Abbiamo fatto cose allegre e cose meno allegre. Fra le cose allegre, abbiamo continuato a fare musica, a suonare dal vivo, e da ciò è nato un disco dal vivo pubblicato un paio di anni fa. Le cose meno allegre riguardano l’aver continuato a fare musica senza Feyez, la cui morte ha segnato il momento più terribile della nostra avventura. Il nostro disco precedente è stato fatto con lo spirito di chi ha avuto un incidente aereo e ne è uscito sano e o risale sul primo aereo o non ci risale più. L’abbiamo fatto per forza d’inerzia, dedicandoglielo, ma era un disco cupo. Questo disco nasce dal primo periodo veramente sereno dopo la sua morte. E’ stata la prima volta che ci è tornata la voglia di scrivere canzoni: le abbiamo scritte in dieci giorni, anche se poi ci abbiamo messo un annetto per registrarle.

E’ stato terapeutico tornare a suonare assieme?
Certamente, quasi altrettanto quanto lo stato riscoprirsi amici o l’ avere del tempo fuori dal gruppo per dedicarsi ai famosi progetti solisti. Progetti che non riguardano necessariamente la realizzazione di dischi: Elio si è dato alla recitazione teatrale, Cesareo lavora con la Notte Delle Chitarre e milita per sano divertimento in un paio di band; Faso e Meyer suonano insieme in un trio. Io mi sono dedicato alla scrittura, alla parola scritta, che mi ha salvato la sanità mentale in un paio di occasioni. Anche se so che non si direbbe…

Parlavi di amici. Questo disco pullula di amici. Ne cito alcuni: Gianni Morandi, Enrico Ruggeri, Max Pezzali…
In genere per le imprese più complicate c’è la procedura più semplice: si telefona all’amico al quale si è pensato durante la composizione di un brano, e gli si racconta l’idea che ci è saltata in testa. Se la persona in questione ha una buona reazione e aderisce al progetto, si passa alla seconda fase, cioè al coinvolgimento ufficiale di management e case discografiche. Queste ultime, qualche volta, rimangono un po’ contrarariate che si sia contattato il collega direttamente.
Se il collega invece ci dice subito ‘questa roba non c’entra un tubo con me, lasciamo perdere’, ovviamente finisce lì.

Facciamo nomi e cognomi: chi vi ha detto di no?
No, no, perché poi sembra che ci ha detto di no è uno stronzo, e non è così. Ho grande rispetto di chi ha detto di no, perché è capitato anche a me di farlo quando mi sono reso conto che non avrei potuto portare niente di positivo o di nuovo nel materiale che mi veniva proposto.

Una cosa bella di queste ospitate è che fior di artisti si mettono in gioco in modo molto autoironico. E l‘autoironia non abbonda certo nell’ambiente musicale italiano…
Forse più che l’autoironia mancano le occasioni per esercitarla. Non credo che Gianni Morandi sia diventato autoironico nel 2003 definendosi “Il re del fitness” nel nostro disco. Uno del suo spessore era già autoironico quando girava i film musicali negli anni ’60. Tutti quelli che sono comparsi sul disco lo hanno fatto con naturalezza estrema, devo dire. Nessuno ha giocato a fare il simpatico. E tutti si sono trovati bene, a partire da Enrico Ruggeri, che mi ha fatto piacere ritrovare, o Paola Cortellesi…

Di cui si legge nelle note del disco: ha inciso un brano che poi non avete potuto utilizzare.
Ha cantato ne “Al mercato di Bonn”, che poi non è stata inclusa, e non certo perché non le mancasse l’autoironia. L’autoironia è invece mancata alle Edizioni Hill, che tutelano i diritti d’autore di “Tanti auguri a te”, di cui la canzone in questione è una rielaborazione. Figurati che “Happy birthday to you” è stata scritta nel 1800 da due sorelle, le sorelle Hill; gli eredi hanno pensato bene di depositare questa canzone e oggi il brano è protetto da un copyright così blindato che al confronto il Pentagono è una porta aperta… Oggi, in linea teorica, non si può eseguire pubblicamente o elaborare questo tema senza una specifica autorizzazione degli editori. Per assurdo, se due o più persone al tuo compleanno ti cantano “tanti auguri a te”, la SIAE ti potrebbe fare una contestazione o chiederti il pagamento dei diritti d’autore. Ovviamente, la liberatoria a rielaborare questo tema in una nostra canzone ci è stata negata, e per questo nel libretto del CD mandiamo cordialmente vaffanculo queste persone. Se avessero un po’ più di ironia, ci guadagneremmo tutti nel complesso, e ci avremmo guadagnato anche noi nel nostro complesso.

Una delle cose più belle del disco è il brano “Litfiba tornate insieme”, nel quale avete coinvolto Ghigo, Pelù e Cabo…
L’idea è nata da un affetto sincero per Ghigo e Piero come coppia live e di compositori, anche se noi facciamo musica molto diversa. Abbiamo nel cuore canzoni del loro periodo insieme. Scrivere questo brano è stato un omaggio, a cui è seguito una seconda fase, in cui li abbiamo contattati. Non ci saremmo mai permessi di pubblicare qualcosa che li riguardava senza il loro consenso. Se no sarebbe suonato tutto come una mera presa per i fondelli, e per quanto possa sembrare strano, non è nel nostro stile.
La loro decisione comune è stata quella di fornire ognuno un piccolo contributo alla canzone. A noi ha fatto un piacere immenso, perché siamo riusciti a riunirli, anche per pochi millisecondi.

Un’altra cosa interessante è che riuscite a parlare di temi anche importanti come la pena di morte o l’immigrazione in modo non scontato e tutt’altro che banale.
Ci piace avere un approccio laterale alle questioni. Non c’è mai un approccio duramente critico nei confronti di un problema, ma ci piace sottolinearne un aspetto apparentemente fuori fuoco. Quando parlavamo dei bambini gettati nei cassonetti non dicevamo tanto che era una brutta cosa, quanto che era disdicevole farlo in luoghi non predisposti per questo uso. Lo stesso facciamo in “Budy Giampi” sulla pena di morte, per esempio.

Facciamo un’altra domanda scontata. Chi o che cosa è Cicciput?
Noi siamo dei seguaci del sensitivo Gennaro D’Auria: come tu sai, nel mondo dello spettacolo ci si affida spesso alle cure di persone con capacità extrasensoriali. Cicciput è l’angelo dei soldi, e lo preghiamo ogni sera dopo le 9, affidandoci ai consigli di questo sensitivo. Una volta che abbiamo saputo dell’esistenza di Cicciput non abbiamo potuto fare altro che aderire al culto.

Ultima domanda: quando tornate a Sanremo? Ogni anno si sente sempre di più la vostra mancanza…
Mi affido alle sagge parole del chitarrista Cesareo, che dice che a Sanremo si va due volte sole: la prima e l’ultima. Non è nei nostri programmi immediati, così come non lo era nel ’96, d’altra parte. Ci siamo andati perché avevamo una canzone particolarmente indicata, ed è stato naturale transitare dalla riviera. Se ci capiterà di scrivere una canzone non appositamente per il Festival ma che riteniamo possa avere le carte in regola, perché no? Diversamente, perché sì?

Una leggenda metropolitana parecchio accreditata dice che nel ’96 in realtà avevate vinto voi, ma che via abbiano retrocesso al secondo posto. E’ una leggenda davvero?
Confermo che nelle leggende metropolitane spesso c’è un calderone di verità.

(Gianni Sibilla)

Altre interviste

Dandy Warhols - Sono 'bohemienne come te', come recita la canzone che li ha resi famosi grazie ad uno spot. Il gruppo di Portland torna con un nuovo album, 'Welcome to the monkey house'... (26/05/2003)

Dave Gahan - Dopo Martin Gore, anche l'altra metà dei Depeche Mode pubblica un disco solista. E del suo collega dice che... (22/05/2003)

Staind - Quattro chiacchiere con Aaron Lewis, tra il nuovo album '14 shades of gray', la fama e... Napster (19/05/2003)

Cesare Cremonini - L'ex leader dei Lunapop torna in tour. Per l'occasione, Rockol l'ha incontrato, per farsi raccontare passato, presente e futuro... (15/05/2003)

Claudio Baglioni - Un nuovo disco , un nuovo giro di concerti negli stadi: il ritorno in grande stile del cantautore romano... (12/05/2003)

© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Policy uso immagini

Rockol

  • Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali (“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
  • Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri contenuti informativi.
  • Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate e, in generale, quelle libere da diritti.
  • Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da fotografi dei quali viene riportato il copyright.
  • È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della pubblicazione, ignoto.

Segnalazioni

Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata rimozione.