Biografia

I fratelli Davies, Ray (21 giugno 1944) e Dave (3 febbraio 1947), londinesi cresciuti nel tranquillo quartiere settentrionale di Muswell Hill, formano i primi gruppi musicali in adolescenza facendosi le ossa a suon di rock&roll e di skiffle, genere all’epoca popolarissimo in Inghilterra. Nell’estate del 1963 un nastro prova inciso sotto il nome di The Ravens finisce nelle mani di Shel Talmy, quotato produttore americano che procura loro un contratto con la piccola etichetta Pye. Poco dopo l’uscita del primo singolo, una cover di “Long tall Sally” di Little Richard che testimonia gli amori iniziali per la musica afroamericana, il quartetto (completato da Peter Quaife al basso e da Mick Avory alla batteria) cambia il nome in Kinks e si impone quasi immediatamente tra le maggiori realtà del beat britannico accanto a Beatles, Rolling Stones e Who. Non raggiungerà mai la fama planetaria dei suoi illustri contemporanei ma, grazie alla penna raffinata e inconfondibile di Ray Davies, eserciterà un’enorme influenza su successive generazioni di musicisti anticipando mode e generi e acquisendo in patria uno status di culto che conserva tuttora. Nel 1964 “You really got me” e “All day and all of the night” vanno rispettivamente al n.1 e 2 delle classifiche inglesi, gettando le fondamenta di quello che anni dopo diventerà l’hard rock e suscitando interesse anche dall’altra parte dell’oceano, dove però la carriera dei Kinks subisce immediatamente un brusco stop: per ragioni mai completamente chiarite, al termine di un tumultuoso tour estivo nel 1965 viene loro negato per ben 4 anni il visto di ingresso negli Stati Uniti. Il gruppo, fresco reduce da un altro hit (“Tired of waiting for you”), è costretto gioco forza a rintanarsi in Inghilterra e lo stile compositivo di Ray Davies subisce una progressiva mutazione, affrancandosi via via dalle influenze americane per incorporare elementi della tradizione folk, pop e music hall del suo paese e concentrarsi su quadretti di satira sociale e penetranti studi di carattere che diventeranno epocali facendo da modello per autori successivi come Paul Weller, Damon Albarn e Noel Gallagher. E’ il momento di “Days”, della sardonica “Dedicated follower of fashion”, di “Sunny afternoon” (un altro numero uno in classifica nel 1966), della straordinaria “Waterloo sunset” (1967) e di “Autumn almanac” (1968). Le ambizioni crescenti della band la portano nel frattempo a confezionare album non più concepiti come mere raccolte di singoli ma come opere a sé stanti. Così gli eccellenti FACE TO FACE e SOMETHING ELSE BY THE KINKS (che contiene “Death of a clown” scritta da Dave e tradotta da Guccini per i Nomadi con il titolo di “Un figlio dei fiori non pensa al domani”) ma soprattutto THE KINKS ARE THE VILLAGE GREEN PRESERVATION SOCIETY e ARTHUR: il primo è un “concept” incentrato sulla nostalgia di un’Inghilterra pastorale in via di estinzione che nell’autunno del 1968 ottiene buoni consensi di critica ma si rivela un flop commerciale; il secondo una rock opera che ha il solo difetto di arrivare al pubblico dopo “Tommy” degli Who, nonostante sia stata concepita e scritta in anticipo rispetto alla saga ideata da Pete Townshend. Alla boa del cambio di decennio e con una formazione rimaneggiata (John Dalton al posto di Quaife e il tastierista aggiunto John Gosling) i Kinks possono finalmente tornare in America sulle ali del successo del nuovo, malizioso singolo “Lola” (storia di un incontro ravvicinato con un travestito). L’influenza degli States torna a farsi sentire nell’album del ’71 MUSWELL HILLBILLIES, che inaugura senza troppo successo un nuovo contratto con la RCA. Ray Davies, intanto, è prolifico come non mai: compone altre due opere rock, PRESERVATION (in due “atti” pubblicati su due dischi separati) e SCHOOLBOYS IN DISGRACE, e un musical, SOAP OPERA, che diventano altrettanti album. Le vendite però non lo premiano, e la band è costretta a cercarsi un’altra casa discografica: la trova nella nuova Arista di Clive Davis, per la quale i fratelli Davies realizzano tra la seconda metà degli anni ’70 e i primi ’80 una serie di dischi caratterizzati da sonorità hard rock pilotate dalla chitarra solista di Dave, mentre anche in patria nuovi gruppi come Jam (“David Watts”) e Pretenders (“Stop your sobbing”) rendono omaggio al loro back catalog. Il cambio di rotta si rivela proficuo, e in Nord America dischi come LOW BUDGET e l’esplicito GIVE THE PEOPLE WHAT THEY WANT vendono bene. Ma è soprattutto dal vivo, come dimostrerà l’ottimo doppio live ONE FOR THE ROAD, che i Kinks incassano i loro maggiori crediti proponendo in concerto vecchi classici accanto a nuove composizioni di buona fattura come “Celluloid heroes” e “Come dancing”: nel 1982, grazie anche ad un video in alta rotazione sulla nascente Mtv, quest’ultima diventa un successo da classifica su entrambe le sponde dell’oceano. La crisi (anche personale: il matrimonio di Ray con Chrissie Hynde dei Pretenders è di breve durata) è però dietro l’angolo: le tensioni e i litigi, quasi leggendari, tra i fratelli Davies si acuiscono quando Ray decide di concentrarsi su un progetto cinematografico, RETURN TO WATERLOO. Il batterista storico, Mick Avory, viene licenziato e sostituito da Bob Henrit, ex Argent, e i nuovi album passano quasi inosservati nonostante nel 1990 i Kinks vengano introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame. Dopo qualche disco senza infamia e senza lode per la London, il gruppo firma per la Columbia e nel 1993 dà alle stampe PHOBIA: ad oggi l’ultimo album pubblicato a suo nome. Dave Davies, che nei primi anni ’80 aveva iniziato una carriera solista parallela per sfogare la vena compositiva offuscata dal fratello, continua di tanto in tanto a suonare dal vivo (ne è testimonianza il live ROCK BOTTOM) e come Ray approfitta delle lunghe pause per pubblicare la sua autobiografia. Quella del fratello maggiore, “X-Ray”, diventa il pretesto per uno spettacolo e poi un disco, THE STORYTELLER, in cui il cantante ed autore inglese mescola deliziosamente musica e lettura proponendo anche qualche canzone inedita. Il suo primo vero album solista, OTHER PEOPLE’S LIVES, arriva però solo ad inizio 2006: Davies lo presenta come il suo viaggio alla scoperta dell’America, dopo che per un certo periodo ha anche vissuto a New Orleans (finendo tra l’altro vittima di una sparatoria nel tentativo di bloccare un rapinatore in fuga). L’anno seguente WORKING MAN’S CAFE’, inciso interamente a Nashville, è ancora più ricco di suggestioni made in USA, pur conservando il tipico tocco del suo autore.
Si parla di una reunion per il 2014, in occasione dei 50 anni di "You really got me", pubblicata nel '64; viene poi rimandata al 2015, con la presenza di Dave Davies prima smentita poi confermata. Nel 2014 viene comunque pubblicato un cofanetto celebrativo, THE ANTHOLOGY 1964-1971, assieme ad una serie di ripubblicazioni espanse degli album pubblicati dal gruppo fino al 1970.

DISCOGRAFIA ESSENZIALE:

THE KINKS – 1964, Pye
KINDA KINKS – 1965, Pye
THE KINK KONTROVERSY – 1965, Pye
FACE TO FACE – 1966, Pye
LIVE AT KELVIN HALL – 1967, Pye
SOMETHING ELSE BY THE KINKS – 1967, Pye
THE KINKS ARE THE VILLAGE GREEN PRESERVATION SOCIETY – 1968, Pye
ARTHUR (OR DECLINE AND FALL OF THE BRITISH EMPIRE) – 1969, Pye
LOLA VS. POWERMAN & THE MONEY-GO-ROUND, PART I – 1970, Pye
MUSWELL HILLBILLIES – 1971, RCA
EVERYBODY’S IN SHOWBIZ…EVERYBODY’S A STAR – 1972, RCA
PRESERVATION ACT 1 – 1973, RCA
PRESERVATION ACT 2 – 1974, RCA
SOAP OPERA – 1975, RCA
SCHOOLBOYS IN DISGRACE – 1975, RCA
SLEEPWALKER – 1977, Arista
MISFITS – 1978, Arista
LOW BUDGET – 1979, Arista
ONE FOR THE ROAD – 1980, Arista
GIVE THE PEOPLE WHAT THEY WANT – 1981, Arista
STATE OF CONFUSION – 1983, Arista
WORD OF MOUTH – 1984, Arista
THINK VISUAL – 1986, London
THE ROAD – 1988, London
UK JIVE – 1989, London
PHOBIA – 1993, Columbia
BBC SESSIONS 1964-1977, Sanctuary
THE ANTHOLOGY 1964-1971 - Sonymusic (12 set 2014)