
L'anno scorso fu una cerimonia "pop", non senza qualche polemica. Quest'anno, visti i personaggi in questione, dalla Rock & Roll Hall of Fame 2011 ci si aspettava qualcosa di più forte. E il pubblico non ne è rimasto per niente deluso. Ieri sera, dopo la prima parte dell'"Induction night"di domenica, è andato in scena il piatto forte, cioè le esibizioni dei premiati. Alice Cooper, Tom Waits, Neil Diamond, Darlene Love, Dr. John e Leon Russell: queste le nuove star entrate nel tempio del rock e accolte ieri sera all'albergo Waldorf Astoria di New York. La prestigiosa istituzione, come noto, rende onore agli artisti - selezionati da 600 esperti - che abbiano un disco con almeno 25 anni alle spalle premiandoli ogni anni con un'investitura ufficiale.
Alice Cooper, introdotto da Rob Zombie, si è presentato insieme ad un nugolo di scolarette (tutte truccate come lui) sulle note di "I'm eighteen". Poi, con un serpente al collo e la camicia sporca di sangue finto, ha ringraziato e definito così la musica e lo stile "horror" che hanno portato lui e la sua band a questo riconoscimento: "Siamo sempre stati una band hard-rock, volevamo solo decorarci in un modo un po' diverso", ha detto mr.Vincent Furnier, "Spero di non diventare mai troppo grande per gli accordi a piroetta di Pete Townsend o per gli assoli di Jeff Beck. Stasera spero che i ragazzi non vi mettano in imbarazzo, ma non posso promettervelo: dopotutto siamo gli Alice Cooper".
Piuttosto sarcastico anche Tom Waits, introdotto nella Hall of Fame da Neil Young con il quale poi si è anche esibito in duetto accompagnato dal fidato Marc Ribot e da David Hidalgo dei Los Lobos. La band improvvisata ha eseguito “Get behind the mule”. "Sono vecchio, mi torna in mente quando a 15 anni sono entrato di soppiatto al concerto di Lightnin' Hopkins, mettendomi la colla nei capelli e disegnandomi dei baffi finti", ha raccontato il cantautore di Pomona, "Entrare nella Hall of Fame per me è come quando mi hanno dato le chiavi di El Paso: pensavo ce ne fosse una sola e invece ho scoperto che erano tante e che non aprivano un bel niente. Spero che stavolta mi diate almeno i soldi per l'indennità, ragazzi". Ad introdurre Leon Russell invece ci ha pensato l'amico Elton John, che ha avuto per lui parole molto dolci e ha ricordato come è nato "The union", il disco che i due hanno realizzato insieme lo scorso anno.
A sorpresa però, quello più sopra le righe di tutti è risultato Neil Diamond. Il cantautore newyorkese, giunto in città dopo 25 ore di volo dall'Australia, era visibilmente alticcio: "Che diavolo ci faccio qui? Cosa stiamo facendo qui?", ha esordito prima di iniziare, non si sa bene perché, un lungo discorso sul nuovo disco di Paul Simon, al quale ha poi chiesto 100 dollari per l'endorsement. E ha concluso così: "Amo i miei figli, talmente tanto che ho sempre pagato loro il dentista e adesso pago anche il dentista per i loro figli. Domani me ne torno nella fottuta Australia, perché là mi amano e ci tornerò sempre finché continueranno a farlo".
Ah, c'era anche Bruce Springsteen. Ma ha fatto solo il turnista, suonando la chitarra insieme ad altri 20 musicisti. Cose che succedono solo per la Rock & Roll Hall of Fame.