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«GRUNGE. IL ROCK DALLE STRADE DI SEATTLE - Claudio Todesco» la recensione di Rockol

Claudio Todesco - GRUNGE. IL ROCK DALLE STRADE DI SEATTLE - la recensione

Recensione del 31 mag 2012

(Tsunami, 19 euro)

Voto 8/10

La recensione

"Dicono che Seattle inizi qui, dall'arco in pietra dell'imponente facciata del Pioneer Building". Paradossalmente, quasi più del grunge, la vera protagonista di questo bel libro di Claudio Todesco è proprio la città americana al confine con il Canada. Attraverso la lente d'ingrandimento della musica infatti il giornalista di Jam ha scelto soprattutto di raccontare questi palazzi, queste grigie strade dove "Piove 10 mesi all'anno". Servendosi di testimonianze che ha raccolto da musicisti, produttori, discografici e osservatori locali, l'autore ha creato una vera e propria cartina geografica dello spirito. Qualcosa che cerca di andare oltre il rock, gli eccessi e l'isteria mediatica creata dopo l'uscita di "Nevermind". Da quel momento in poi, in contrasto con i presupposti stessi con cui era nato il movimento, niente è stato più lo stesso.

"Grunge: Il rock dalle strade di Seattle" racconta insomma la "città elastica" attraverso un affresco urbano dei suoi protagonisti, partendo dalla preistoria del genere, dai fermenti new wave, punk e metal degli anni 80' per arrivare all'esplosione dei Nirvana e alla "Conquista del mondo", con l'arrivo delle telecamere di MTV e la trasformazione del grunge in una vera e propria moda. Fino alla fine del mito, con i suicidi di Kurt Cobain e del cantante degli Alice In Chains Layne Stayley.
Sono tanti gli aneddoti che Claudio Todesco ricostruisce con cura e con un linguaggio accattivante ma mai troppo sensazionalistico: ne è un esempio il capitolo dedicato a "Deep six", la compilation ideata dal produttore Chris Handzseck e considerata la nascita simbolica del grunge. Non poteva mancare l'epopea della Sub Pop, la casa discografica che ha lanciato il genere. Accanto a queste storie, l'autore è bravo anche ad inserire testimonianze indirette tratte dalla "preistoria": c'è perfino una parte su Jimi Hendrix, "il chitarrista che fuggì da Seattle" e fece la sua fortuna altrove, conservando un mai risolto rapporto di amore/odio con il suo luogo natale. Come ci sono i Sonics, idoli delle rockstar locali e a loro modo precursori della scena.

La carrellata di eroi e antieroi che nel bene o nel male da qui hanno ridato linfa al mito del rock'n'roll è ampia: da Chris Cornell a Mark Arm, da Eddie Vedder a Layne Stayley fino ai meno noti (ma fondamentali) Andrew Wood, Tad Doyle e perfino la scomparsa Mia Zapata, donna col cuore punk e leader dei Gits. Il tutto, come detto, in un costante gioco di specchi con i luoghi geografici: piazze, pub, cinema e sale da concerto improvvisate. Ecco il teatro Paramount, il Pioneer Building, l'Ok Hotel oppure il Black Dog Forge, lo scantinato che Pearl Jam e Soundgarden usavano come sala prove.
Il viaggio tocca anche la periferia meno nota. Non mancano un paio d'incursioni nella desertica Ellensburg, dove il giovane fattone Mark Lanegan partorì la sua prima creatura musicale: gli Screaming Trees. Oppure a Olympia, la piccola cittadina che ha accolto per un periodo un giovane e spaesato Kurt Cobain, stanco del provincialismo della sua Aberdeen.
Se non siete mai stati a Seattle, finito questo libro vi ci sentirete un po' a casa. E questa è la forza del lavoro di Claudio Todesco: non aver messo insieme solo una serie di biografie di rockstar più e meno famose, ma aver reso omaggio a quella che, anche se solo per pochi anni, è stata la capitale mondiale del rock. Il tutto con una scrittura brillante e una documentazione accurata e appassionata. Consigliato, non solo agli amanti del genere.

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