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«L’IRLANDA DEGLI U2: MUSICA, LETTERATURA E RADICI CULTURALI - Tatiana Pais Becher» la recensione di Rockol

Tatiana Pais Becher - L’IRLANDA DEGLI U2: MUSICA, LETTERATURA E RADICI CULTURALI - la recensione

Recensione del 17 nov 1999

ArcanaEditrice, £. 28mila

La recensione

«Il motivo principale che mi ha spinta a scrivere una tesi di laurea sugli U2 e sull’origine irlandese della loro arte va ricercato nella mia grande passione per la loro musica che, a sua volta, mi ha portato ad innamorarmi dell’Isola di Smeraldo e della sua cultura. La prima volta che ascoltai gli U2 avevo tredici anni: il ritmo e le parole del loro album "War" penetrarono immediatamente nel mio cuore creando un fuoco ‘indimenticabile’ nella mia anima. Il significato profondo dei testi delle canzoni e il potere della loro musica hanno rappresentato una via d’accesso che mi ha portata ad interessarmi all’Irlanda, ad Amnesty International, a Greenpeace e ad una miriade di altri problemi del nostro pianeta. Gli U2 mi hanno aiutata ad immaginare il mio futuro e il mondo in cui vorrei vivere». Così l’autrice, nell’introduzione al libro, presenta le proprie motivazioni: motivazioni che rendono peraltro questo libro assai diverso dalla miriade di pubblicazioni aventi ad oggetto il gruppo irlandese, visto che argomentazione principale del volume è riallacciare quel nodo culturale e artistico che tiene insieme U2 e Irlanda a scapito di quell’immaginario collettivo ancora figlio di "The Joshua Tree" e "Rattle & Hum" che preferisce piuttosto ricollegare le ‘fonti’ del quartetto a un’immaginaria ‘terra promessa’ americana. Così "L’Irlanda degli U2" si presenta come un ben piantato ‘ritorno a casa’, articolato a mostrare le radici isolane del gruppo scandagliandone quattro aspetti principali: il primo riguarda la parte più precipuamente letteraria, dove si vuole dimostrare la discendenza di Bono dagli antichi bardi celti e la sua vena poetica così come immortalata su "The great book of Ireland", l’antologia nazionale cui ha contribuito con la poesia "My wild irish rose". Il secondo aspetto è quello che collega il lavoro degli U2 alla questione nazionalista, che poi in Irlanda significa anzitutto la guerra civile. Terzo aspetto dedicato invece alla figura dell’attore, o meglio dei personaggi interpretati da Bono nel corso dei tour di Zoo TV e Zooropa per giocare a dire la verità senza essere preso per un predicatore, mentre la quarta e ultima parte riallaccia le fila musicali del rapporto che lega certe canzoni e atmosfere degli U2 alla tradizione folk irlandese. Nel complesso un libro assai interessante, dove l’occasione accademica che è stata la motivazione non riesce mai ad appannare la verve appassionata e estremamente didattica di chi scrive. Una laureata fan che scrive per i fan con la collaborazione degli U2. Niente male, no?


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