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«EVERITHING LIVE - Manic Street Preachers» la recensione di Rockol

Manic Street Preachers - EVERITHING LIVE - la recensione

Recensione del 21 gen 1998

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La recensione

E’ stata dura, per i Manic Street Preachers, sopravvivere alla sparizione - avvenuta il 1° febbraio 1995 - del loro leader carismatico, il chitarrista Richey Edwards, anima controversa e sofferta della loro musica. All’inizio la voglia era quella di rimanere chiusi in casa, rifarsi una vita lontani da quella sigla che evocava soltanto dolore sconforto. Poi la tentazione di tornare sul palco, di reinventarsi una carriera, di non fermarsi dove vorrebbe il destino, hanno avuto la meglio. “Everything must go”, il loro album del 1996, è praticamente un’opera del tastierista Nicky Wire, e ha messo in mostra comunque le cose che il gruppo aveva ancora da dire. Superato lo scoglio del disco, rimaneva ancora da esorcizzare la paura del palco: e proprio sul palco sono girate le immagini di questo homevideo che ci troviamo tra le mani, “Everything live”, ‘rubate’ nel corso di un unico concerto, quello tenutosi al Nynex di Manchester lo scorso 24 maggio 1997. I loro brani celebri ci sono tutti, da “Motown junk” a “Roses in the hospital”, da “Motorcycle emptyness”, veramente splendida, al loro vecchio inno “You love us”, fino ad arrivare alle recenti e altrettanto belle “A design for life” e “Everything must go”. Non c’è che dire, dal vivo con Richey i Preachers erano un’altra cosa, ma anche senza di lui gli altri ci provano, e questo è già importante, visto che comunque il pubblico continua a seguirli. La videocassetta si compone anche di una versione ‘alternativa’ di “A design for life”, di materiale video esclusivo e di un’altrettanto esclusiva intervista al gruppo. In copertina, sotto il titolo, campeggia una parentesi vuota, come per qualcosa che è rimasto in sospeso: sarebbe bello ritrovarci al più presto il nome di Edwards, ancora con loro e ancora con noi.

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