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«MEMORIE DI UN CAPELLONE - Gianfranco Caliendo» la recensione di Rockol

Storia e memorie del "Giardino dei Semplici"

Le racconta il fondatore del gruppo napoletano

Recensione del 21 apr 2022 a cura di Franco Zanetti

Iacobelli Editore, 200 pagine,19 euro

Voto 7/10

La recensione

E' possibile, anzi probabile, che il nome dell'autore di questo libro non vi sia noto o familiare. Più probabilmente lo è il nome del gruppo del quale ha contribuito alla fondazione ed ha fatto parte per decenni: Il Giardino dei Semplici. E se anche il nome del gruppo non vi fa scattare un clic nella memoria, avranno più probabilità di riuscirci titoli di canzoni di successo negli ultimi anni del decenni Settanta, come "M'innamorai", "Tu ca' nun chiagne", "Vai", "Miele", frequentatrici della hit parade in quel periodo (tre delle quali, ad eccezione della canzone napoletana, firmate dal duo Giancarlo Bigazzi - Totò Savio).

Caliendo ha scritto la storia sua e del suo gruppo in duecento pagine spontanee e sincere, fittissime di incontri professionali e personali, in cui non si perita di fare nomi e cognomi delle persone che l'hanno aiutato ma anche di quelle che l'hanno ostacolato, o tradito, o truffato - cose che, purtroppo, capitano anche (purtroppo) nel "magico mondo dello spettacolo".

Discografici maneggioni o incapaci, impresari e manager avidi e disonesti, colleghi musicisti inaffidabili e irriconoscenti; c'è un pezzo di storia delle musica leggera italiana del secolo scorso, nel racconto di Caliendo. Il quale, già che c'è, si toglie anche qualche sassolino dalle scarpe: come quando rivendica l'idea originaria di rifare le canzoni dei Beatles con il testo in vernacolo napoletano, un progetto che aveva intitolato "Liverpoolcinella", e che poco dopo si vide "scippato" e realizzato dagli Shampoo. 

Caliendo ha attraversato ormai più di cinque decenni con la chitarra in mano, spesso reinventandosi ma senza rinnegare la passione per la musica. L'affettuosa prefazione è di Giorgio Verdelli.

Franco Zanetti

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