Con 'Caution' Mariah Carey è tornata ad essere Mariah Carey
Mariah Carey dopo anni di brutti dischi, performance live pietose e flop cinematografici torna a fare un disco di livello mettendo insieme il suo stile vocale impeccabile con il suono del nuovo r&b.
Non che se ne fosse mai andata, ma la sua presenza nelle notizie e nelle conversazioni in rete era sempre legata a leggende metropolitane, gaffes e flop di vario tipo, mentre l'unico elemento di carattere musicale riguardava la sua canzone natalizia definitiva “All I want for Christmas is you”. Oggi, pur essendo a poche settimane dal Natale, Mariah torna a far parlare di sé grazie a un disco che, udite udite, è molto buono e riporta la cantante di origine venezuelane allo status di regina del pop-soul da 200 milioni di album venduti in quasi tre decenni, 18 singoli al #1, cinque Grammy e la sua mitologica estensione vocale di cinque ottave (anche se sono passati degli anni da quando ne ha fatto sfoggio completo).
Per “Caution”, il suo quindicesimo album in studio, Mariah torna con la Roc Nation di Jay-Z e come è uso fare oggi per i grossi dischi pop si fa circondare da una serie di produttori star (da Timbaland a Skrillex, da DJ Mustard a Nineteen85, della squadra di Drake), ma nonostante tutto il disco ha una sua linearità e riesce nell'intento di sposare bene la voce e l'approccio di Mariahona con lo stile r&b del 2018 senza snaturare né l'una né l'altra.
I testi sono per la maggior parte racconti di rapporti infelici con uomini dispotici, con qualche riferimento autobiografico e alcuni passaggi taglienti come ad esempio nell'iniziale “GTFO” oppure in “A no no” dove riemerge il ritornello di Notorious BIG del remix di “Crush on you” di Lil Kim del 1997, un richiamo ai suoi giorni di gloria, senza dubbio, ma anche un promemoria sul fatto che c'è sempre spazio per i classici, anche quando dominano le regole della nuova scuola (come in “8th Grade” dove è evidente il rifermento di Timbaland a Aaliyah).
E sono proprio gli incontri con i nomi nuovi a sortire le canzoni più sorprendenti: “The Distance” è un classico mid-tempo à la Carey dove si posa perfettamente il rap di Ty Dolla $ign, ma soprattutto “Giving Me Life” in cui l'abbinamento con la voce (e la produzione) di Blood Orange e il rap del vecchio Slick Rick che sulla carta potrebbe sembrare un'assurdità, funziona a perfezione. Non mancano le classiche ballatone piano e voce come “With you” e la finale “Portait” dove la Carey può svolazzare con la sua voce, ma alla fine risultano i pezzi più scontati e meno interessanti dell'intero disco.
Forse in questo “Caution”, dove la Carey ritratta in copertina con il filtro bellezza a 1000, manca il singolone scala classifiche da inserire in tutte le playlist r&b, tuttavia rimane il suo miglior disco dal almeno quindici anni.
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