«BRANDELLI D'ITALIA VOL. 1
-
Shandon»
la recensione di Rockol
Nuovo EP per gli Shandon: leggi qui la recensione di "Brandelli d'Italia"
Nuovo EP per la band capitanata da Olly Riva: "Brandelli d'Italia vol. 1", conta sei pezzi e si pone come ideale seguito di "Back on Board". Il disco, omaggio al passato che ha influenzato la band fin dal principio, include le cover realizzate dagli Shand
Dice Olly, ad un annetto di distanza da “Back on board”, album che ha segnato il ritorno (piuttosto atteso) degli Shandon e che li ha riportati sui palchi di tutta Italia: “Durante l'ultimo tour di quest'anno ho avuto occasione di parlare con alcuni ragazzi che venivano al nostro concerto perché fratelli minori di qualcuno che ci ascoltava 15 anni fa, piuttosto che addirittura figli di chi ci ascoltava un tempo.
Un’emozione in un certo senso. Molti di loro ci vedevano come veterani di una scena alternativa a X Factor, o alla musica leggera, ma appena facevo nomi tipo i Senzabenza, i Kina, o altre band significative del nostro paese, li vedevo smarriti. Come se pensassero che prima della nostra generazione non ci fosse stato nulla in Italia. Ho visto anche persone che si avvicinano a questa nuova ondata Indie cantautorale Italiana senza sapere chi sono gli Skiantos o i Kina. Insomma ci siamo detti, facciamo un disco di cover per dimostrare il valore di quello che c'è stato. Un EP fatto con il cuore e buttato giù di getto, registrato quasi in diretta in studio”.
Ed ecco arrivare “Brandelli d’Italia Vol.1”, sei pezzi che gli Shandon hanno scelto dopo essersi resi conto che la stanza, sfitta da tempo, andava debitamente riordinata prima di essere nuovamente condivisa con qualche studente universitario voglioso di mettersi a studiare. Un EP divertente, che da un punto di vista strettamente musicale, del suono, non ci dice nulla che già sapevamo (punk, ska, etc), ma che concettualmente denota una certa maturità da parte della band. Rendere omaggio alle band che hanno significato qualcosa per il gruppo è un gesto che rende onore agli Shandon e contemporaneamente svolge un servizio quasi sociale, perché effettivamente non tutti i rappresentanti delle nuove generazioni hanno dimestichezza con il lavoro di band fondamentali quali i Ritmo tribale (omaggiati con una “Uomini” in versione reggae davvero bella), gli Skiantos (Dio quanto ci manchi Freak…) e i Casino Royale, e ancora meno con band effettivamente di nicchia come Senzabenza, Search (gruppo skacore di Ravenna attivo nei primi anni Novanta) e Kina (che magone “Questi anni”…). Però dovrebbero.
Quindi ottima idea questo “Brandelli d’Italia”, e ben vengano altri volumi di questa collana che ha tutta l’aria di voler proseguire nel tempo. Su di me poi già questo primo capitolo ha già sortito l’effetto sperato: sono andato a recuperarmi i pezzi originali, mi sono creato una playlist e per qualche giorno sono volato indietro nel tempo. Un sensazione piuttosto piacevole. Thanks.
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