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«TUTTO - Eugenio Finardi» la recensione di Rockol

Eugenio Finardi: un album “tutto” da ascoltare

In quello che annuncia come suo ultimo disco il cantautore traccia un bilancio tra passato e futuro

Recensione del 11 mag 2025 a cura di Luca Trambusti

Voto 7.5/10

La recensione

A 50 anni di distanza dal suo esordio discografico (“Non gettate alcun oggetto dai finestrini” 1975), Eugenio Finardi pubblica “Tutto”, il suo ventesimo album in studio che annuncia essere anche (probabilmente) il suo ultimo lavoro in carriera.
Il 72enne cantautore milanese ha una lunga, gloriosa e prestigiosa carriera alle spalle, durante la quale ha saputo attraversare le diverse “ere” musicali e sociali facendolo sempre con grande coerenza, senza piegarsi al successo, piuttosto interpretando e adattando gli stili del momento alle sue esigenze, fotografandole e comprendendole senza compromessi o furbizie usando la coerenza come chiave professionale e creativa senza perdere di vista il contemporaneo.
Arrivato a questo punto della vita e della carriera per Finardi è il momento di tirare le somme e lo fa con uno sguardo bifronte: guardando indietro e contemporaneamente avanti, valutando vantaggi e pericoli dello ieri e dell’oggi e temendo il futuro.

“Tutto” raccoglie 11 canzoni (tante quanti sono gli anni trascorsi dal precedente disco) che sono ognuna una riflessione su temi differenti, canzoni che scavano nei ricordi, valutano il presente e analizzano i pericoli del futuro ma entrano anche nella fisica e nei misteri dell’esistenza. Eugenio traccia un quadro del suo percorso come Uomo, sempre attento alla realtà sociale e da cultore del “sentimento” valutandone anche le sfumature.

Il nuovo disco è il concentrato di saggezza e riflessioni di un uomo maturo, compiuto, che ha lottato, ha vinto e/o ha perso ma ha sempre mantenuto lucidità ed energie ma soprattutto è in grado di confrontarsi con il presente. E lo fa a partire dal brano iniziale dell’album “Futuro”. Se nel 1978 cantava il presunto “salvataggio” personale da parte di un extraterrestre, oggi la salvezza può arrivare dall’Intelligenza Artificiale. Ma come in “Extraterrestre” alla fine è una falsa salvezza, quella dell’IA è, alla fine un distacco dai rapporti dall’Uomo, un viatico verso la solitudine umana. Un racconto sfumato nell’ironia.

Lo sguardo di Finardi sull’accoppiata presente/futuro è molto severo, si ammorbidisce solo guardando ai giovani come speranza, forse capaci di disegnare un mondo migliore (ma erano le stesse speranze che Eugenio e la sua generazione coltivavano nella loro gioventù). Così canta, insieme alla figlia Francesca in arte “Pixel”: “Francesca sogna/Francesca sogna il mare/Francesca sogna/Continuerà a sognare / Vivere a colori/E ritrovare i propri suoni/Saper guardare il mondo/tutti i giorni con occhi nuovi”
Passato e origini del presente si mischiano nella dura “Pentitevi” una sorta di esortazione all’assunzione di colpe. Un viaggio che dal passato remoto dell’infanzia (con citazioni di un personaggio molto noto a Milano negli anni ’70) arriva senza pietà e sconti al presente.

In “Tutto” Finardi canta di amore, di consapevolezza, di rapporti genitori figli, di ricordi ma sempre senza nostalgia, in maniera cruda e diretta, con un taglio molto generazionale. Il disco si chiude con “La facoltà dello stupore”, un brano che ti strappa l’anima, dove poesia, concretezza e bilanci si uniscono in maniera spettacolare.
Se questo disco ha una grande forza concettuale e una profonda liricità, apprezzabile sino in fondo dai coevi di Eugenio (che poi è la maggioranza del suo pubblico), non da meno è la forza della parte musicale, che colpisce per la sua assenza di tempo. Anche qui c’è il suo passato, come c’è tutto il presente, un’attualità sonora e una freschezza incredibili che lo sospendono nell’attualità. Attenzione non siamo nell’ambito del pop ma della più concreta e ben costruita canzone d’autore che sa spaziare tra atmosfere più leggere, quelle rock e la maestosità di un brano come “Onde di probabilità”.

Ancora una volta il cantautore ha dato dimostrazione di quella flessibilità e capacità di adattamento di cui si è scritto prima. Il connubio, sempre difficile nel suo equilibrismo, tra musica, parole e concetti è in questo disco ottimamente rappresentato, un grande bilanciamento tra le parti che aumenta il livello del disco.

In copertina Eugenio ti guarda, con uno sguardo un po’ tra il monito ed il beffardo, come a dirti “Io la vedo così. Che ne pensi?”, uno sguardo anche complice, che t’interroga, un po’ come fa questo album che è anche un testamento (artistico) di grande livello.
Un album “tutto” da ascoltare e con molta attenzione

 

Tracklist

01. Futuro (03:07)
02. Bernoulli (03:01)
03. Tanto Tempo Fa (03:31)
04. La Battaglia (04:00)
05. Francesca Sogna (feat. Pixel) (03:05)
06. La Mano Di Uno Che Sa (04:19)
07. Onde Di Probabilità (02:36)
08. I Venti Della Luna (03:52)
09. Massiccio Attacco Di Panico (02:01)
10. Pentitevi (04:21)
11. La Facoltà Dello Stupore (04:48)
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