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«LITTLE ROPE - Sleater-Kinney» la recensione di Rockol

Le Sleater-Kinney sono brave e indispensabili

L'undicesimo album delle Sleater-Kinney è "Little rope"

Recensione del 29 gen 2024 a cura di Paolo Panzeri

Voto 7.5/10

La recensione

Le Sleater-Kinney si pensava le avessimo perse nel 2006 quando, dopo aver pubblicato sette album in rapida sequenza, uno dopo l'altro, dal 1995 al 2005, si sciolsero lasciando un certo vuoto tra le file dei fan e degli amanti del rock in generale, per la loro musica e – forse ancor di più - per ciò che Corin Tucker, Carrie Brownstein e Janet Weiss rappresentavano nell'immaginario di quel periodo: ottimo rock e impegno politico-sociale. Poco meno di dieci anni più tardi le ragazze, che nel frattempo avevano superato i quaranta, si ritrovarono e tornarono a pubblicare dischi. Però è come se persistesse sempre il timore che, da un momento all'altro, se ne possano andare via di nuovo e di nuovo lasciarci un buco nel cuore. Per questo motivo ogni loro album è percepito, da una parte come un regalo e dall'altra come la conferma che sono sempre vive e lottano insieme a noi. Chi ha lasciato il gruppo, nel 2019, è stata Janet comunicando che era giunto il tempo di voltare pagina e andare per la sua strada. Fortunatamente chi non pensa proprio a cambiare le coordinate del cammino sono Corin e Carrie, le fondatrici del gruppo: Riot grrrl una volta, riot grrrl per sempre.

Pop e inquietudine

Le due musiciste statunitensi inaugurano questo 2024 pubblicando il loro undicesimo album, "Little rope". Un disco che non deluderà i fan e (come si diceva più sopra) gli amanti del rock in generale. I testi delle canzoni sono intensi e all'altezza della loro fama. Il disco è figlio di un tragico incidente stradale avvenuto in Italia - mentre il gruppo era nel pieno dei lavori sull'album - in cui hanno perso la vita la mamma e il patrigno di Carrie Brownstein. Quindi non poteva non essere presente in alcuni brani il tema della perdita e del dolore ("Don't feel right", "Say It Like You Mean It", "Hunt you down") che stende sull'intero disco un velo di inquietante senso di precarietà. Il rock delle Sleater-Kinney in "Little rope" nonostante queste premesse risulta gradevole e orecchiabile, potente e catartico, contrappuntato da sonorità che hanno le loro radici nel passato, ma che risultano convincenti e ficcanti anche ai giorni nostri. Sulla tolda di comando troneggia la chitarra e si distingue il lavoro del sintetizzatore, non mancano però aggressioni sonore come in "Hell" che parte acustica seppur minacciosa – con un titolo del genere – per poi esplodere fragorosa oppure nella bella "Six mistakes", in cui ci si ritrova risucchiati nella distorsione.

Corin e Carrie forever

"Little rope" è un buon album e supera ampiamente la prova. Le Sleater-Kinney anche nel 2024, dopo trenta anni di attività e varcata la soglia dei cinquanta anni, forse non possono più essere la band di cui si parla nei titoli dei giornali, ma rimangono comunque un essenziale punto di riferimento per l'intensità e la qualità con cui vivono la musica e l'impegno politico tout-court, soprattutto al femminile, esigenza oggi più che mai al centro dell'agenda delle miserevoli vicende umane ad ogni latitudine. Corin e Carrie, ben fatto!

Tracklist

01. Hell (03:14)
02. Needlessly Wild (02:51)
03. Say It Like You Mean It (03:44)
04. Hunt You Down (03:32)
05. Small Finds (03:07)
06. Don’t Feel Right (03:50)
07. Six Mistakes (03:08)
08. Crusader (03:37)
09. Dress Yourself (03:28)
10. Untidy Creature (03:28)
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