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«MANZANITA - Shana Cleveland» la recensione di Rockol

Ogni cosa è in fiore nel canto di Shana Cleveland

"Manzanita" è il terzo album solista della musicista statunitense

Recensione del 18 mar 2023 a cura di Paolo Panzeri

Voto 8/10

La recensione

Shana Cleveland è una ragazza americana che porta avanti, di pari passo, la carriera solista alternandola con quella nella band delle La Luz. Ma, se nel gruppo, tutto al femminile, si dedica a proporre un surf rock tanto vintage quanto immarcescibile, quando fa tutto da sé sposta il focus musicale nei paraggi di un folk parecchio acustico e minimale, ma intenso quanto basta. Per completezza di informazione va riportato che Shana poco meno di una ventina di anni fa mosse la residenza dal suo stato natale, il Michigan, fino a Seattle dove, insieme a Nicolas Gonzalez, formò i Curious Mystery nel 2005, band che chiuse la sua esperienza nel 2012 quando nacquero le La Luz.

Il suo terzo album solista

"Manzanita" è il terzo album solista di Shana Cleveland, in precedenza aveva pubblicato "Oh man, cover the ground" nel 2015 e "Night of the worm moon" nel 2019. Il/la Manzanita è un albero diffuso nell'ovest degli Stati Uniti e in special modo in California, dove ora vive Shana. Il disco, a partire dal suo titolo, ha una forte e diretta relazione proprio con la natura, in cui la musicista statunitense è ora immersa, e, ancor di più, con la nascita del figlio, come da lei rivelato in una intervista: "Le canzoni sono state tutte scritte mentre ero incinta oppure poco dopo la nascita di mio figlio in quello strano stato in cui ogni cosa è silenziosamente ma monumentalmente spostata." Detta alla grossa, West Coast e natura, questa è l'atmosfera che si respira lungo i quattordici brani (un paio, strumentali, dalla lunghezza di pochi secondi) del disco che ha titoli, per chiarire ulteriormente il concetto, come "Faces in the firelight", "Light on the water", "Quick winter sun", "Bonanza freeze", "Walking through morning dew" con testi che si pongono a difesa della natura sempre più oltraggiata dalle azioni dell'uomo. Eh sì, per quanti ancora non l'avessero ancora pienamente compreso di questi tempi la questione ambientale è centrale, assolutamente centrale.

Il canto della sirena

Le melodie delle canzoni di "Manzanita" paiono giungere da un'altro tempo tanto sono soffici e volatili. La voce di Shana accompagna come un soffio gli arpeggi della sua chitarra così come gli archi che tessono una tela a fitta trama. Una trama fitta e intrigante nella quale si resta avvinghiati scoprendo dopo un primo attimo di smarrimento le piacevolezze del tessuto sonoro ora dolcemente psichedelico, piuttosto che, in alcuni passaggi, pendente verso un folk di matrice britannica. Un album che si avvale di molti elementi retrò per risultare splendidamente moderno. Un disco che la Cleveland credo non avrebbe potuto scrivere e interpretare con la medesima intensità se non avesse scelto di abbandonare una metropoli come Seattle (magari non tentacolare, ma pur sempre metropoli) per scegliere la natura selvaggia quale vicina di casa. Il mio vivo consiglio è quello di offrire una attenta chance a questo album. Non conoscevo Shana Cleveland, è stata davvero una piacevole scoperta.

Tracklist

01. A Ghost (02:51)
02. Bloom (00:11)
03. Faces in the Firelight (03:36)
04. Mystic Mine (03:55)
05. Light on the Water (00:39)
06. Quick Winter Sun (02:52)
07. Bonanza Freeze (02:16)
08. Gold Tower (03:30)
09. Babe (02:36)
10. Ten Hour Drive Through West Coast Disaster (01:24)
11. Evil Eye (03:28)
12. Mayonnaise (02:57)
13. Sheriff of the Salton Sea (02:58)
14. Walking Through Morning Dew (04:06)
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