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«SOS - SZA» la recensione di Rockol

Con “SOS” SZA mette su disco il suo caos personale

Secondo intransigente disco della tormentata cantante r&b. Con lei Travis Scott e Phoebe Bridges.

Recensione del 14 dic 2022 a cura di Michele Boroni

Voto 7.5/10

La recensione

Qui a Rockol abbiamo intravisto il talento di SZA ben prima del suo disco d'esordio di 5 anni fa CTRL che la fece conoscere al mondo, ma già nel 2014 quando uscì Z, il suo primo ep che la fece conoscere a una nicchia amante del r&b molto personale e contaminato. 
Come è stato scritto qui da Mattia Marzi nel suo ritratto di qualche giorno fa, oggi SZA è l'artista del momento per il modo in cui si pone sul mercato come artista e per la musica che produce. C'è quindi più di un motivo per ascoltare questo “SOS” e non solo per le beghe con le case discografiche e per i suoi riferimenti iconografici a Lady Diana, ma per le canzoni che hanno decisamente un taglio originale e personale sia nella  musica sia nei testi. 

SZA, vero nome Solána Rowe, classe 1989, ha una sua idea molto precisa di r&b visto come genere genuino per esprimere direttamente se stessa, le sue insicurezze di ragazza, il paradosso della fama, i suoi scazzi sentimentali. Nonostante i produttori coinvolti (tra cui Benny Blanco, Darkchild, Jeff Bhasker e Babyface) e le aspettative di mercato – ha già vinto un Grammy e ha avuto 15 candidature tra Oscar, American Music Award e Golden Globes - continua ancora a fare il suo genere bedroom, a volte anche con arrangiamenti lo-fi.  
SOS è un disco lungo (pure troppo, 23 canzoni per quasi 70 minuti) dove dentro ci sono tutti i sapori e i generi amati da SZA e dalla nutrita community che la segue: cè la contorta ninna-nanna (“Kill Bill”) c'è il genere Drake (“Smoking On My Ex Pack”, “Low”), la ballad acustica e chitarristica (“Nobody Gets Me”), la lenta jam anni 90  (“Shirt”),  l'improbabile pezzo da Oliva Rodrigo scritto da Lizzo (“F2F”) e il  bizzarro duetto da crisi esistenzialista con Phoebe Bridges (“Ghost in the Machine”), il rap di Travis Scott (“Open Arms”) e la trap di “Low”. Ascoltati tutti insieme questi pezzi possono un po' scombussolare e risultare faticosi all'ascolto, ma è anche la forza di SZA, figlia del suo tempo, più mixtape che disco coerente, ma che suona come tremendamente sincero. 

La grande forza di SZA sta nelle battute incisive e ironiche, armi usate per affrontare le sue insicurezza e la lsua vulnerabilità. In “Kill Bill” scherza di aver ucciso il suo ex  (“Just killed my ex I still love him / though (I do)/ Rather be in hell than alone”) ma anche un originale romanticismo in “Gone Girl” (“I need more space and security/ I need less voices, just you and me/ I need your touch, not your scrutiny”).  
SOS è un disco estremamente contemporaneo che racconta perfettamente questi tempi confusi di una moltitudine di solitudini, imperfetto e poco coerente. 

Tracklist

01. SOS (01:57)
02. Kill Bill (02:33)
03. Seek & Destroy (03:23)
04. Low (03:01)
05. Love Language (03:03)
06. Blind (02:30)
07. Used (feat. Don Toliver) (02:26)
08. Snooze (03:21)
09. Notice Me (02:40)
10. Gone Girl (04:04)
11. Smoking on my Ex Pack (01:23)
12. Ghost in the Machine (feat. Phoebe Bridgers) (03:38)
13. F2F (03:05)
14. Nobody Gets Me (03:00)
15. Conceited (02:31)
16. Special (02:38)
17. Too Late (02:44)
18. Far (03:00)
19. Shirt (03:01)
20. Open Arms (feat. Travis Scott) (03:59)
21. I Hate U (02:53)
22. Good Days (04:38)
23. Forgiveless (feat. Ol' Dirty Bastard) (02:21)
Schede:
SZA
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