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Shel Shapiro e l’anarchia innocente

Shel Shapiro e l’anarchia innocente
Già cantante dei Rokes, voce inconfondibile (anche per l’incancellato accento inglese nel suo forbito parlare italiano) della canzone italiana, Shel Shapiro è personaggio (e persona) affascinante, colto, spiritoso. Dal 15 al 20 gennaio transita da Milano, teatro Ciak – Fabbrica del Vapore, una “conversazione teatrale con musica” da Shel interpretata e scritta da Edmondo Berselli: 38 canzoni (o frammenti di canzoni) che raccontano il film della vita degli italiani dagli anni Sessanta a oggi. Niente revival, intendiamoci: Shel si è sempre distinto per aver (dignitosissimamente, e con orgoglio) rifiutato di salire sul facile (e affollato) treno del marketing della nostalgia, di fare commercio spicciolo di souvenir plastificati.

Con questo spirito, ma con inestinta passione umana e sempre furente amore per la musica, ha presentato oggi “Sarà una bella società”: suona così, ed è tratto dal testo di “Che colpa abbiamo noi” (1966, uno dei grandi successi dei Rokes) il titolo della messinscena, che prevede la presenza di una band live e una durata intorno alle due ore.
Non sarà, ha rivendicato Shel, una rievocazione a base di madeleines canzonettistiche, ma un percorso di parole e musica, studiato a quattro mani con Berselli (attento e per nulla conformista osservatore della società italiana, come dimostra anche il suo recente “Adulti con riserva”, Mondadori), che avrà come tappe canzoni dei Rokes (ovviamente) ma anche dell’Equipe 84 e dei Nomadi, e di Bob Dylan, dei Beatles, di Cat Stevens, di De André, dei R.E.M. e di altri capaci come loro di intercettare lo “zeitgeist”, lo spirito dei loro tempi. Già che siamo in tema, segnaliamo (anche se con colpevole ritardo) l’uscita di “Storie, sogni e rock’n’roll”, un libro + Cd (PromoMusic Books, 22,90 euro) che a un lungo e suggestivo testo di Berselli abbina “Acoustic Circus”, un disco registrato dal vivo da Shel Shapiro al Teatro Comunale di Modena nel 2007: 15 canzoni, 62 minuti di durata, Fabio Treves ospite in tre pezzi. Un ascolto e una lettura divertenti, a tratti emozionanti, innervati da quella tensione di “anarchia innocente” che secondo Shel è stata la forza vibrante degli anni Sessanta e che oggi sembra così assente – e della quale ci sarebbe gran bisogno.
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