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Il primo concerto di Bruce Springsteen in Europa

Il rocker del New Jersey si esibì all'Hammersmith Odeon di Londra 50 anni fa, il 18 novembre 1975
Il primo concerto di Bruce Springsteen in Europa

Con suo grande imbarazzo, la prima visita di Bruce Springsteen in Europa venne pubblicizzata a dismisura dalla sua etichetta discografica, la Columbia Records. La label voleva cavalcare il crescente entusiasmo che circondava il terzo album di Springsteen, “Born To Run” (leggi qui la recensione), che, pubblicato a sul finire dell'agosto, a metà ottobre del 1975, aveva raggiunto il terzo posto nella classifica di vendita statunitense.

Per dare una misura dell'eccitazione procurata dal disco negli Stati Uniti, il 27 ottobre 1975, due prestigiose testate, il Time e Newsweek, regalarono l'onore della copertina al musicista del New Jersey, presentandolo come "Il nuovo Dylan". Un'etichetta che, a dire il vero, lo accompagnava sin dal tempo del suo esordio nel 1973 con i due album “Greetings from Asbury Park, N.J.” (leggi qui la recensione) e “The Wild, the Innocent & the E Street Shuffle” (leggi qui la recensione).

Bruce Springsteen è sempre stato un animale da concerto, aveva alle spalle centinaia di live, ma sino a quel 18 novembre 1975 si era unicamente esibito negli Stati Uniti. Aveva ventisei anni quando giunse nella zona ovest di Londra per il suo debutto su un palco europeo allo storico Hammersmith Odeon. All'ingresso del locale erano affisse delle locandine che riportavano quale claim, "Finalmente Londra è pronta per Bruce Springsteen e la E Street Band". Bruce ne fu a dir poco contrariato e si mise a strappare i manifesti nella hall della venue londinese.

La pressione sulle spalle di quello che Jon Landau aveva definito 'il futuro del rock'n'roll' era ai massimi. C'è da comprenderlo, era pur sempre un debutto, quindi non c'è da essere sorpresi se le cose non girarono proprio come ci si poteva auspicare. Le recensioni delle riviste britanniche successive alla performance di Bruce erano allineate nel riportare lo stesso pensiero poco lusinghiero. Simon Frith di Creem, non senza una buona dose di sarcasmo, strillò quanto segue: "Questo è il futuro del rock'n'roll??". Gli fece eco Tony Tyler dell'NME che andò giù piatto senza utilizzare giri di parole: "Lasciatemi dire che martedì non ho visto il futuro del rock 'n' roll, e neppure il nuovo Bob Dylan".

Scrisse ancora Tyler: "Mi è stato detto che, secondo gli standard di Springsteen, quello di martedì è stato un brutto concerto. Secondo gli standard del pubblico è sembrato un concerto di successo, ma non di grande successo. Secondo i miei standard è stato un concerto mediocre, ricco di potenziale inespresso, ma in nessun modo un classico". Tyler non si risparmiò neppure un giudizio impietoso sulla canzone “Born to run” bollandola come "piuttosto deludente".



Bruce Springsteen nella sua autobiografia ricordò con queste parole quella sua 'prima' europea a Londra: "Qualunque cosa sia accaduta, quella prima sera all'Hammersmith Odeon (ne seguì una seconda sei giorni più tardi, il 24 novembre 1975, ndr) è diventata una delle nostre esibizioni 'leggendarie'".

In questo caso il buongiorno non si era visto dal mattino. La Gran Bretagna infatti, dopo gli Stati Uniti, è il luogo in cui Springsteen si è esibito il maggior numero di volte in carriera – stando alla Bibbia dei concerti setlist.fm ha tenuto 113 live –, ma non è mai più tornato a suonare, dopo quei due concerti del 1975 all'Hammersmith Odeon di Londra.

Setlist:

Thunder Road (solo piano/harmonica version)

Tenth Avenue Freeze-Out

Spirit in the Night

Lost in the Flood

She's the One

Born to Run

The E Street Shuffle / Havin' a Party

It's Hard to Be a Saint in the City

Backstreets

Kitty's Back

Jungleland

Rosalita (Come Out Tonight)

Encore:

4th of July, Asbury Park (Sandy)

Detroit Medley

For You (solo piano)

Quarter to Three (cover di Gary “U.S.” Bonds)

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