Vasco Rossi promuove un corso di teatro nella sua Zocca
Un corso di teatro sperimentale voluto da Vasco Rossi e rivolto a chi ha più di 14 anni prenderà il via nel primo trimestre del 2026 nella sua Zocca, in provincia di Modena. Il corso sarà curato dall'attore Andrea Ferrari e avrà sede nel teatro dedicato al 73enne cantautore.
Il sindaco della cittadina modenese Federico Ropa ha ringraziato ufficialmente Vasco Rossi con un comunicato stampa: "Siamo orgogliosi di annunciare che il nuovo anno porterà con sé un'importante novità per il nostro territorio, frutto della precisa volontà del nostro concittadino, Vasco Rossi. Prenderà il via a gennaio, infatti, un corso di teatro sperimentale condotto da Andrea Ferrari e rivolto a chi ha più di 14 anni; si svolgerà a Zocca, proprio nel teatro dedicato a Vasco. Il Teatro sperimentale proposto da Vasco Rossi trova un fondamento importante nella sua storia personale e professionale, tanto da riconoscere a questa Arte la possibilità di "aiutare" le persone a conoscersi, a migliorare i rapporti interpersonali attraverso la propedeutica del gioco, creando in loro la volontà di esporsi e di uscire dalla realtà virtuale che i social e la rete hanno costruito. Per noi, questo progetto rappresenta un importante passo avanti per la crescita culturale e artistica della nostra comunità; intitolarlo a Vasco Rossi significa rendere omaggio a un artista che ha saputo parlare a intere generazioni, trasmettendo passione, autenticità e il coraggio di credere nei propri sogni. Sono gli stessi valori che desideriamo mettere al centro di questo percorso educativo. Ringrazio quindi Vasco per aver proposto, creduto e voluto questo corso. A tutti gli iscritti e agli artisti che animeranno questa scuola auguro un percorso ricco di emozioni, impegno e soddisfazioni."
Dal canto suo Vasco ha ricordato i suoi trascorsi teatrali ai tempi in cui frequentava l'istituto di ragioneria Tanari a Bologna: "Erano i primissimi anni '70, c'era un grande fermento culturale in quegli anni e Bologna, con la sua università, era una città all'avanguardia. Avevo 16/18 anni, venivo giù dalla montagna e stare a Bologna per me era come essere a New York. Quando Alvarez, un attore di teatro, lanciò i suoi corsi io mi presentai subito, incuriosito. Eravamo in tanti, lui ci fece… diciamo così, un provino: chiese a ognuno di noi di urlare… Non era facile, ma quando arrivò il mio turno urlai istintivamente e con tutta l'energia che avevo in corpo. Naturalmente mi scelse e mi fece entrare nella compagnia, un periodo per me straordinario, che mi ha permesso di ascoltarmi, di capirmi e di capire anche quello che davvero volevo diventare. Oggi mi piace pensare che, così come ha aiutato me, il teatro sperimentale possa essere d'aiuto anche ad altri. L'arte crea impegno, l'arte crea evasione. L'arte crea. E consente di lavorare sulle emozioni, le proprie e quelle degli altri, in una condivisione che è reale".