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Robert Plant e di come Tolkien lo ha influenzato nei Led Zeppelin

Anche se gli altri non se ne accorsero, Plant inserì riferimenti allo scrittore in brani della band
Robert Plant e di come Tolkien lo ha influenzato nei Led Zeppelin

Robert Plant è stato recentemente ospite di Stephen Colbert del suo "Late show" e ha avuto occasione di raccontare - tra le altre cose - come il fascino del Galles e la magia di J.R.R. Tolkien abbiano influenzato la sua scrittura ai tempi dei Led Zeppelin. Il cantautore ha esplicitamente citato simboli, luoghi, personaggi o altri aspetti tratti dalle opere dello scrittore britannico de "Il Signore degli Anelli". "Twas in the darkest depths of Mordor / I met a girl so fair / But Gollum and the evil one / Crept up and slipped away with her", è - per esempio - un passaggio del testo di "Ramble on". Il brano "Misty Mountain Hop", contenuto nel quarto album in studio della leggendaria band britannica, che ha compiuto ieri - 7 novembre - 54 anni dall'uscita (qui l'approfontimento), si rifà invece alle Montagne Nebbiose dell'immaginario di Tolkien e comprende alcuni riferimenti a "Lo Hobbit".

Durante la sua partecipazione al "Late Show With Stephen Colbert", Plant ha spiegato che furono i suoi genitori a trasmettergli l’amore per i libri di Tolkien e ha sottolineato: "Do la colpa a mia madre e a mio padre. C’è una sorta di fusione, là dentro". Scherzando, il 77enne musicista ha poi detto di sentirsi come un membro degli "Inklings", il celebre gruppo di scrittori britannici – tra cui Tolkien e C.S. Lewis – che negli anni Trenta e Quaranta si ritrovavano nei pub di Oxford. Durante la chiacchierata con Colbert, Plant ha quindi condiviso il suo entusiasmo da “nerd” per la scrittura di Tolkien, ammettendo che i suoi compagni nei Led Zeppelin non avevano la minima idea che stesse inserendo riferimenti a "Il Signore degli Anelli" e "Lo Hobbit" nei testi delle loro canzoni. Nel corso dell'intervista, l'artista ha affermato:

"Tolkien era un maestro. Ha aperto la porta a tutto quel vagabondare nella storia dell’età oscura".

Ospite di Stephen Colbert, Robert Plant ha poi sottolineato che l’infanzia di Tolkien nelle West Midlands, insieme al suo amore per la cultura gallese, lo ha sempre legato anche sentimentalmente allo scrittore avendo trascorso buona parte della giovinezza nella contea inglese, nelle cui vicinanze ora è tornato a vivere, e in Galles. Il cantautore ha narrato: "Tolkien mi parlava, perché i suoi punti di riferimento erano molto vicini a dove vivo io. Molto vicini ai luoghi dove i miei genitori, senza saperlo, mi portavano da bambino, attraverso paesaggi dove ti ritrovavi immerso in un’altra cultura ancora viva; luoghi in cui potevi leggere, nel paesaggio stesso, ciò che proveniva dai tempi antichi, prima che arrivassero autostrade e cose del genere. È qualcosa di molto evocativo, e credo che Tolkien lo avesse capito fino in fondo". Ha aggiunto: "È davvero straordinario che possa esistere una cultura spinta verso il lato occidentale dell’Inghilterra e che non abbia assolutamente nulla a che fare con gli inglesi. I gallesi sono britannici. E così, l’unione di tutte le leggende, degli spostamenti nello spazio e di tutto quel mondo… è lì, a 15 miglia da casa mia. Lo si può percepire tutto".

Lo scorso 26 settembre Robert Plant ha pubblicato l'album "Saving Grace" (qui la nostra recensione), primo album da lui realizzato con la band Saving Grace. Insieme al progetto che lo vede sul palco insieme a Suzi Dian, Oli Jefferson, Tony Kelsey e Matt Worley, Plant è tornato a esibirsi anche in Italia lo scorso luglio per una data al Lucca Summer Festival.

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