Da Giorgia a Venerus: una settimana di grande musica
Due grandi ritorni, uno italiano e l’altro internazionale, due regine nel loro campo. La settimana del grande pop vede uscire i nuovi album di Giorgia, che dalla partecipazione all’ultima edizione del Festival di Sanremo in poi ha vissuto un anno straordinario, e di Rosalía, che ha dimostrato di essere tornata in pista non per compiacere il pubblico, ma per lasciare un altro segno da artista con la “a” maiuscola. Non è finita: venerdì 7 novembre verranno pubblicati anche i nuovi dischi de Il Tre e di Venerus. Ecco qui sotto i consigli e gli approfondimenti sulle uscite di Rockol.
Giorgia - "G"
Il suo ultimo album di inediti, "Blu", uscito due anni e mezzo fa, prevedeva un secondo volume che non ha mai visto la luce. È che dopo l'uscita di quel disco, che arrivava dopo un difficile Festival di Sanremo, quello del sesto posto con "Parole dette male", Giorgia si è messa in discussione. Di nuovo. È uscita dall'impasse cambiando team di lavoro, dal manager ai produttori. A rimettere in ordine le idee ci ha pensato Slait, vero nome Ignazio Pisano, dj e producer del giro della Machete di Salmo. La ricostruzione è partita sempre da Sanremo, dove a febbraio con "La cura per me" la cantante romana si è laureata vincitrice morale dell'ultima edizione della kermesse. Poi è arrivata "L'unica", dal sapore estivo, e infine "Golpe". A suggellare gli ultimi mesi - d'oro, anzi, di platino - della carriera della voce di "Come saprei" ci pensa ora questo album, "G", descritto come "un viaggio attraverso le contraddizioni e la bellezza delle emozioni umane".
Rosalía - "Lux"
Tra la mistica femminile e Bjork, il nuovo album di Rosalía, "Lux", rappresenta un ulteriore step nella carriera della cantautrice catalana che ha reso pop il flamenco e portato in classifica capolavori della musica popolare spagnola e latina come “La niña de fuego” di Manolo Caracol, “Delirio de grandeza” del cubano Justo Betancourt e “The sun of latin music” di Eddie Palmieri. “Lux” è un esercizio musicale impegnativo, che ambisce a portare complessità nel pop e viceversa. È un disco concepito come una sinfonia, suddiviso in movimenti. In cui Rosalía mischia elettronica e archi, pop e classica, alto e basso, sacro e profano, cantando in tredici lingue diverse: non solo lo spagnolo, non solo l’inglese, ma anche il tedesco, l’arabo e pure il siciliano. Ad anticiparlo ci ha pensato il magnifico singolo "Berghain", inciso proprio con la musicista islandese.
Venerus – “Speriamo”
Con “Speriamo”, Venerus torna con un disco che sembra proseguire il percorso di ricerca sonora e personale già intrapreso nei lavori precedenti. Il titolo suggerisce una tensione verso il futuro, tra incertezza e desiderio di possibilità. Le nuove tracce si muovono tra elettronica morbida, arrangiamenti jazzati e momenti più intimi, in un equilibrio tra sperimentazione e melodia. La voce di Venerus rimane centrale, usata come strumento emotivo più che narrativo. È un album che privilegia l’atmosfera e il flusso rispetto alla struttura, confermando l’artista come una delle figure più libere e meno incasellabili del panorama italiano.
Il Tre – “Anima nera”
“Anima nera” segna una svolta più introspettiva per Il Tre, che dopo il riscontro dei lavori precedenti sembra voler mettere in discussione parte della propria immagine. Le produzioni restano legate a sonorità urban e trap, ma si fanno più scure e riflessive, con testi che affrontano vulnerabilità, ambizione e senso di isolamento. Il cantante mostra una maturità nuova nel bilanciare energia e introspezione, alternando brani più diretti a momenti più narrativi. Il risultato è un disco più personale, meno orientato all’impatto immediato e più attento alla costruzione di un racconto coerente.