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Come si racconta la storia dei Radiohead?

"Pop is dead" di Fernando Rennis: la recensione
Come si racconta la storia dei Radiohead?

Come si racconta la storia di una band che è stata analizzata e dissezionata dalla stampa tanto quanto dai fan?
I Radiohead sono sempre stati degli artisti schivi, che hanno sempre protetto la loro vita privata, rifuggendo dal clamore della fama e scegliendo personalmente modi sempre diversi con cui parlare al proprio pubblico e trasmettere la loro visione artistica.

Fernando Rennis, per raccontare la storia dei cinque di Oxford, ha scelto una via di mezzo tra quella del fan e quella del biografo più dettagliato: andando a cavalcare la linea temporale della band facendo salti continui per individuare riferimenti che spieghino meglio da dove nasce la loro arte e come si è evoluta diventando un riferimento per diverse generazioni: da quelli che li hanno visti nascere e crescere, a quelli che li hanno intercettati a metà strada, fino ai ragazzi di oggi che ascoltano stralci delle loro canzoni come colonna sonora di reels sui diversi social.

Un successo che ha superato i limiti temporali arrivando a portare in classifica una canzone, “Let down” da Ok Computer, pubblicata più di venticinque anni fa.
Quindi è giusto che le nuove generazioni che si avvicinano ai Radiohead abbiano una guida che gli faccia conoscere la storia di questa band.

Il libro, che con un tempismo incredibile è uscito negli stessi giorni dell’annuncio del ritorno dal vivo dei Radiohead, si presenta, in copertina, con una illustrazione inedita realizzata dall’artista friulana Alice Iuri che raffigura i cinque con il suo stile che sottolinea le caratteristiche dei loro volti.

“Pop is dead” ripercorre la storia dei Radiohead dagli albori degli “On a friday” (primo nome della band), fino ai giorni nostri: Rennis offre un quadro completo di come i cinque si sono evoluti dai tempi del liceo a oggi, riportando informazioni da diverse fonti: dalle interviste ai blog gestiti dagli stessi componenti della band. Il risultato è un misto di precisione bibliografica sana ossessione alleggerita dall’amore che lo stesso autore prova per questi artisti.

Un’opera che per chi, come me, è stato cresciuto dalla musica dei Radiohead ha fatto rivivere le ore passate a cercare ad analizzare ogni loro canzone, a trovare le citazioni nascoste e spingendomi a scoprire nuova musica, come nuovi libri da leggere.

L’autore dà un senso allo stimolo che gli stessi Radiohead davano ai loro ascolti di andare oltre la mera musica, rinchiudendo in un unico libro tutte quelle informazioni che io stesso ho accumulato negli anni.
Un libro consigliato sicuramente sia a chi crede di sapere quasi tutto dei cinque oxfordiani, tanto a quelli che li scoprono ora.

Apprezzabile inoltre l’analisi dell’autore sulla situazione attuale dei Radiohead, una band che si appresta a tornare a suonare dal vivo in un'atmosfera di attesa e di critica per le ultime uscite pubbliche e per la scelta di affidarsi ad una multinazionale per la vendita dei biglietti, mentre in passato riservavano una parte della vendita dei biglietti per i fan direttamente dal loro store.
Sicuramente i Radiohead di oggi non sono quelli che hanno cambiato il mondo della musica, della comunicazione e diffusione musicale, ma vale sempre la pena leggere questo libro per capire come cinque ragazzi di Oxford hanno lanciato un solco così importante nella storia.

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