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Quel curioso legame tra Vasco Rossi e i Pink Floyd

Che c'entra la band di "Wish you were here" con il rocker di Zocca? Una curiosità.
Quel curioso legame tra Vasco Rossi e i Pink Floyd

No, Vasco Rossi non ha mai cantato una canzone dei Pink Floyd. Nel 1984 inserì nell'album dal vivo "Va bene, va bene così" una versione di "Fegato, fegato spappolato" in cui citava "God save the Queen" dei Sex Pistols, le icone punk che un decennio prima avevano fatto la storia nel Regno Unito. Nel 1993 all'inizio di "Lo Show", il brano che apriva l'album "Gli spari sopra", citò "Child in time" dei Deep Purple, mentre la title track era una riscrittura in italiano di "Celebrate" degli irlandesi An Emotional Fish. Un'operazione, quest'ultima, che il rocker di Zocca ripeté nel 2009, quando riscrisse in italiano "Creep" dei Radiohead facendola diventare "Ad ogni costo". Nel 2018, invece, omaggiò dal vivo i Metallica accennando la loro "Enter Sandman". Ma con la band di "Wish you were here" il Komandante non ha mai avuto a che fare. Eppure c'è una curiosità che lega Vasco Rossi a Roger Waters e soci. 

Se siete stati a uno dei concerti del "Vasco Live 2025", la tournée con la quale quest'estate il rocker si sta esibendo negli stadi italiani, e se siete rimasti fino alla fine dello show, sapete forse di cosa stiamo parlando. Vasco Rossi ha scelto di chiudere i suoi spettacoli di quest'anno con una doppia citazione dei Pink Floyd: al momento di far defluire il pubblico verso le uscite, dopo gli ultimi tre pezzi in scaletta, "Siamo solo noi", "Canzone" e "Albachiara", gli amplificatori fanno partire le note di due classici dei Pink Floyd. Uno è "Brain damage" e l'altro è "Eclipse". Il significato, se c'è, è tutto da decifrare. 

"Brain damage" fu composta da Roger Waters nel 1971, ma la canzone fu completata e incisa definitivamente dai Pink Floyd tra il 1972 e il 1973, per "The dark side of the moon". Waters raccontò che il testo, sul tema della follia, era ispirato all'instabilità mentale dell'ex frontman dei Floyd, Syd Barrett: il verso "I'll see you on the dark side of the moon", "Ci vediamo sul lato oscuro della luna", oltre a ispirare il titolo dell'album, è diventato una nota metafora dell'irrazionalità umana ed esprime l'idea che la follia sia sempre presente ma invisibile, in attesa di essere smascherata. Al tema della follia, che è centrale in "The dark side of the moon", si lega anche "Eclipse", sempre composta da Waters.

Del resto lo diceva anche un poeta che la vita "è tutto un equilibrio sopra la follia" e forse la scelta di mettere in sottofondo alla fine dello show i due brani dei Pink Floyd non è davvero del tutto casuale, visto il concept che quest'anno caratterizza gli show di Vasco Rossi (per la cronaca: nel 2023 portò negli stadi uno spettacolo decisamente impegnato, politico, e a chiudere i concerti in quel caso era "A change is gonna come" di Sam Cooke): "Ogni canzone di questo concerto è una fotografia di vita vissuta, ostinata, complicata. In una parola, una vita spericolata, alla ricerca di un senso. Ogni ricerca è sempre spericolata”.

Dopo il debutto del 31 maggio a Torino (dove si è esibito anche il giorno successivo, 1° giugno), Vasco Rossi ha portato avanti il suo tour facendo tappa il 5 e 6 giugno a Firenze e l'11 e 12 giugno a Bologna. Domani e martedì sarà a Napoli (Stadio Diego Armando Maradona), il 21 e 22 a Messina (Stadio San Filippo), per concludere la tournée con il doppio appuntamento del 27 e 28 giugno a Roma (Stadio Olimpico). E intanto ha già annunciato i concerti del tour 2026

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