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La "Poetica" impresa del Bologna

Cesare Cremonini racconta la nuova vita della sua canzone, colonna sonora dei trionfi dei rossoblu.
La "Poetica" impresa del Bologna

Alle 22.59 di ieri sera l'arbitro Mariani s'è portato il fischietto alla bocca e ha soffiato tre volte, al centro dello Stadio Olimpico. Neanche il tempo di aspettare il terzo fischio, che metà dello stadio, quello rossoblu, è esploso in una festa epocale: battendo il Milan, il Bologna si è laureato campione d'Italia. Un goal di Dan Ndoye ha permesso alla squadra di Vincenzo Italiano di risollevare la Coppa Italia a distanza di cinquantuno anni dall'ultima volta, per la felicità dei 30 mila tifosi arrivati nella Capitale, per la finalissima contro i rossoneri, dalla città emiliana: qualcuno lo ha definito il più grande esodo mai compiuto dalla tifoseria del Bologna, fondata nel 1909 e rifondata nel 1993 dopo essere caduta in fallimento. «Si muove la città», recitavano alcune sciarpe realizzate per l'occasione, che citavano i versi de "La sera dei miracoli", il capolavoro di un bolognese doc come Lucio Dalla. La festa è cominciata quando gli altoparlanti dell'Olimpico hanno cominciato a riprodurre a palla un'altra canzone, mentre il suo autore, un altro bolognese doc, scendeva in campo per abbracciare l'allenatore rossoblu, la dirigenza del club e i giocatori della squadra: diventata da qualche tempo una sorta di inno non ufficiale del Bologna (l'originale rimane "Le tue ali Bologna" dello stesso Dalla, Gianni Morandi, Luca Carboni e Andrea Mingardi), "Poetica" di Cesare Cremonini ieri sera sembrava incarnare alla perfezione la poesia e la magia dell'impresa della squadra di Orsolini, Ferguson, Freuler e compagni. «Questa sera sei bellissima», cantava Cremonini, mentre le voci dei 30 mila bolognesi sugli spalti si univano alla sua e i fuochi d'artificio coloravano di rossoblu il cielo sopra l'Olimpico.

La storia di come "Poetica" sia diventata la colonna sonora dei trionfi del Bologna è affascinante. Il sodalizio è scoppiato ufficialmente durante la scorsa stagione, quella della grande cavalcata che ha portato i rossoblu allenati da Thiago Motta a qualificarsi clamorosamente in Champions League. È una storia di vite parallele: una canzone senza il physique du rôle della hit, eppure meravigliosa ed epica, che sfidando le regolette del mercato finisce per rivelarsi a sorpresa un successo; una squadra che alla vigilia dell’inizio della scorsa stagione aveva un monte ingaggi pari a un quarto di quello del club con il monte ingaggi più elevato (per la cronaca: la Juventus), che contro ogni pronostico e aspettativa si ritrova a conquistare un posto nell'Europa del Real Madrid, del Barcellona, del Liverpool, del PSG, del Bayern Monaco e del Manchester City. Alla ricerca di un coro da dedicare ai trionfi di bomber Zirkzee e di capitan Ferguson, i tifosi rossoblu hanno pescato nella tradizione musicale della casa, ritirando fuori la hit che nel 2017 portò il cantautore bolognese a giocare in un campionato tutto suo. Dalle dediche social ai cori sugli spalti del Dall’Ara: così "Poetica" è diventata rapidamente un must nella playlist dello stadio di casa.

Bellissima lo era davvero, la squadra di Thiago Motta: le idee e le soluzioni portate dall’ex centrocampista di Inter e Psg, succeduto nel 2022 al compianto Siniša Mihajlović, hanno permesso al Bologna di conquistare l’attenzione dei media internazionali, a oltre vent’anni dall’ultima qualificazione per una coppa europea. I video dei tifosi che intonano all’unisono i versi della canzone di Cremonini al termine di ogni partita casalinga della squadra sono diventati virali sui social. Emozionando anche chi tifa per altri colori. «Il calcio è la metafora della vita», diceva Jean-Paul Sartre. Lo è anche la musica, in fondo. La combo ha elevato il concetto all’ennesima potenza.

A fine stagione Motta ha deciso di lasciare: si sentiva pronto per guidare un top club, la Juventus. Al suo posto, i Saputo - la famiglia di industriali proprietaria del Bologna - hanno chiamato Vincenzo Italiano, a sua volta in cerca di nuove avventure dopo l'esperienza sulla panchina della Fiorentina. I rossoblu hanno salutato Joshua Zirkzee, volato a Manchester, sponda United. Non solo: è partito anche Riccardo Calafiori, che dopo la vetrina degli Europei ha ceduto alle sirene inglesi ed è approdato alla corte di Mikel Arteta, che lo ha fortemente voluto all'Arsenal. L'ala Alexis Saelemakers, vera freccia del Bologna di Motta, terminato il prestito è tornato al Milan e poi è finito alla Roma. Italiano ha preso in mano una squadra più debole di quella allenata dal suo predecessore, eppure l'ha portata ancora più in alto, permettendo ai rossoblu di tornare a vincere un trofeo: nella bacheca del Bologna mancava dal 1998, quando la squadra emiliana si aggiudicò la Coppa Intertoto UEFA. Per la cronaca: Thiago Motta è stato esonerato dalla Juventus a marzo, a due mesi dalla fine dell'attuale stagione, dopo l'eliminazione dalla Champions League e dalla Coppa Italia e dopo una serie di risultati negativi, tra cui la pesante sconfitta casalinga per 0-4 contro l'Atalanta e la sconfitta per 3-0 contro la Fiorentina.

Quella che il Bologna sta giocando da ormai due stagioni è una partita simile a quella che Cremonini decise di giocare alla vigilia dell’uscita di “Possibili scenari”, l’album che nel 2017 segnò uno spartiacque nella sua carriera. «Quando ho deciso di pubblicare "Poetica" come primo singolo di "Possibili scenari", nel 2017, stavo per affrontare il mio primo tour negli stadi. La scelta fu sofferta. Un brano di oltre cinque minuti, completamente fuori da ogni tendenza del momento, in un momento in cui l’omologazione imposta dalle piattaforme streaming era già dominante. Ma io trovavo fosse eccitante e fondamentale giocare quella partita, proprio in quel momento. Per questo motivo "Poetica" racconta meglio di molte altre mie canzoni il mio rapporto con la musica, che è per la maggior parte del tempo quello di autore e musicista e poi, in tour, anche di performer e cantante. Un rapporto nel quale ho iniziato molto giovane a pensare alla musica pop come un contesto creativo, stimolante, libero e soprattutto in grado di offrirmi la possibilità di compiere gesti artistici e, cosa ancora più importante, provocatori, sfidando il mercato, l’omologazione che tutti stiamo notando, ma soprattutto me stesso. Non era anche ’50 special’ una canzone di rottura?».

In questo mondo di eroi nessuno vuole essere Robin”, cantava Cremonini in un’altra canzone dello stesso disco. Si presta bene a raccontare la filosofia che c’è dietro il virtuoso modello del Bologna: un monte ingaggi lordo di 37,6 milioni, una cifra - inferiore addirittura a quella della neopromossa Como e del Cagliari, che lotta per non retrocedere - che sulla carta permetterebbe di ambire giusto a un posto a metà classifica, figurarsi sognare un posto tra le big d’Europa o la vittoria della Coppa Italia. «Oggi, alzare l’asticella senza preoccuparsi degli algoritmi significa semplicemente abbattere la barriera più pericolosa per ogni opera, quella del tempo. Io ho sempre e soltanto voluto scrivere evergreen e "Poetica" è a tutti gli effetti una canzone che riesce a raccontare meglio di altre le mie ambizioni, l’enorme lavoro che c’è dietro e quel pizzico di follia a cui non dobbiamo mai rinunciare», insiste Cremonini, tracciando paragoni. E sì, certe storie sono davvero bellissime.

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