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Darkness on the edge of Newcastle: la rinascita di Sam Fender

Tra i problemi di salute mentale e il fantasma di Springsteen, il rocker arriva stasera a Bergamo.
Darkness on the edge of Newcastle: la rinascita di Sam Fender

Quell’etichetta era diventata così ingombrante da rivelarsi un fardello troppo difficile da sostenere, per Sam Fender. Quando la critica affibbiò al giovane cantautore britannico il cartellino di nuovo Springsteen, ascoltando l’album d’esordio del 2019 “Hypersonic missiles”, con quelle canzoni in cui raccontava la sua voglia di evasione da quella provincia che ti intrappola e ti limita, lui sbottò: «I paragoni sono semplicemente stupidi, lui è uno dei più grandi cantautori di sempre, ha pubblicato diciannove album e io ne ho pubblicato uno. Io la versione “Geordie” (il dialetto inglese parlato nel nord-est dell’Inghilterra, ndr) di Springsteen? No, semmai una versione di merda». In “Crumbling empire”, una delle canzoni che compongono il suo nuovo album “People watching”, appena uscito, che presenterà questa sera alla ChorusLife Arena di Bergamo per l’unica data italiana finora annunciata del tour, Fender canta: “Non indosso più le scarpe che indossavo”.

Il disco è il terzo della carriera del 30enne cantautore di North Shields, periferia di Newcastle, nel nord-est dell’Inghilterra, una regione colpita dalla deindustrializzazione e dalle sue conseguenze, che soffre i peggiori tassi di mortalità correlati a droga e alcol e alcuni dei più alti tassi di povertà e disoccupazione del paese: è quello che un tempo veniva definito come “l’album della maturità”. Un concetto che da tempo è stato superato, con i ritmi della discografia diventati sempre più frenetici e convulsi, ma che nel caso del musicista britannico e del suo “People watching” sembra avere ancora un senso. Non solo perché a livello sonoro Fender sembra aver trovato una sua identità, discostandosi non poco dal sound del Boss per strizzare di più l’occhio al post-Britpop di Radiohead, The Verve, Keane, Stereophonics, complice la produzione di Adam Granduciel della band indie rock degli War on Drugs. Ma anche concettualmente.

Ai racconti in prima persona che caratterizzavano i precedenti album, stavolta preferisce quelli in terza: i testi sono meno autoreferenziali ed egoriferiti che in passato. «Finirò sempre per scrivere di Newcastle. Anche se mi sono trasferito, passo ancora molto tempo lì a vedere i miei amici. Siamo cresciuti tutti insieme. Io ne farò sempre parte perché è da lì che provengo, ma ovviamente la mia vita è diventata molto diversa allo stesso tempo», spiega. Il disco ha conquistato subito il primo posto della classifica settimanale britannica degli album più venduti: le vendite sono andate talmente bene che Sam Fender è diventato il primo artista britannico in tre anni, dopo Harry Styles, a superare quota 100 mila copie vendute nella prima settimana nel Regno Unito. Non solo: agli ultimi Brit Awards il musicista ha vinto il premio come “Miglior artista alternative/rock”. Per lo show di questa sera a Bergamo sono stati polverizzati 6 mila biglietti in prevendita.

L’ultima volta che doveva esibirsi in Italia non andò tutto secondo i piani. A poche ore dallo show, in programma al Fabrique di Milano il 23 maggio 2023, pochi giorni dopo aver aperto per l’idolo Springsteen a Ferrara e al Circo Massimo di Roma, l’appuntamento fu annullato: «Non è nella condizione fisica adatta ad esibirsi», fece filtrare il promoter. Già nel 2022 Fender aveva cancellato le rimanenti date del suo tour nordamericano: lo fece per prendersi cura della sua salute mentale. «Sarebbe davvero ipocrita da parte mia sostenere la discussione sulla salute mentale e scrivere canzoni su questo tema, senza prendermi cura della mia salute mentale. Mi sono trascurato per oltre un anno e non ho affrontato cose che mi hanno profondamente colpito. È impossibile fare questo lavoro su me stesso mentre sono in viaggio, ed è estenuante fingere felicità e benessere per il bene del business», spiegò. Oggi, per fortuna, sembra tutta acqua passata.

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