8 marzo: otto donne italiane da non trascurare o dimenticare

In passato grandi interpreti ed ora pop star. Questo in estrema sintesi pare essere il percorso delle donne nella musica italiana. Ma è uno sguardo frettoloso, oltre che irrispettoso. Questi ruoli stereotipati sono solo una parte di un tutto, sono sintesi di un mondo artistico femminile ricco di sfumature e che, dagli anni ’60 ad oggi, vede interessanti autrici e interpreti che si sono cimentate con ottimi risultati nella canzone di qualità.
Ne abbiamo selezionate otto, diverse tra loro per epoca e stile: Jenny Sorrenti, Giuni Russo, Cristina Donà, Ginevra Di Marco, Andrea Mirò, Maria Monti, Grazia Di Michele e Donatella Bardi.
Jenny Sorrenti
Dal progressive all’elettronica passando per il Napolitan Power, il folk, il rock e De Gregori: Jenny Sorrenti è sempre stata all’avanguardia. Gianna Sorrenti, questo il suo vero nome, è un’artista che ha avuto un ruolo pionieristico nella musica italiana, in particolare nel genere del progressive rock. Nata a Napoli da madre gallese e padre napoletano, è sorella del noto cantautore Alan Sorrenti. Negli anni '70, dopo essersi trasferita con la famiglia a Roma, Jenny fonda i Saint Just, una band che mescola il progressive rock con influenze folk, richiamando sonorità simili a quelle dei britannici Pentangle.
Nel 1973, i Saint Just pubblicano il loro album di debutto omonimo, che vede la partecipazione di Alan Sorrenti. L'anno successivo, il gruppo pubblica "La casa del lago".
Dopo la dissoluzione della band nel 1976, Jenny inizia la sua carriera solista con l'album "Suspiro", che la orienta verso sonorità rock influenzate dal vivace panorama musicale di Napoli tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli '80. Questo disco vede la collaborazione di artisti come Peter Kaukonen, Pino Daniele e Lucio Fabbri.
Nel 1979, pubblica il suo secondo album, "Jenny Sorrenti", che include un duetto con Francesco De Gregori nel brano "Lampo".
Dopo un lungo periodo di assenza dai riflettori, durante il quale collabora con vari artisti, nel 2001 ritorna con "Medieval Zone", un album che esplora la fusione tra folk celtico e partenopeo. Questo percorso musicale continua con "Com'è grande Enfemidade" nel 2006 e "Burattina" nel 2009. Nel 2011, decide di riformare i Saint Just, che diventano Saint Just Again, con una nuova formazione. Questo ritorno porta alla creazione di "Prog Explosion", seguito da "Prog Explosion and Other Stories", che presenta sia brani inediti che riedizioni di canzoni precedenti, con la partecipazione di Alan Sorrenti e Francesco Di Giacomo (del Banco del Mutuo Socorso).
Recentemente, Jenny ha intrapreso un nuovo percorso musicale, avvicinandosi all'elettronica con il progetto Néos Saint Just, realizzato in collaborazione con il musicista elettronico Tullio Angelini. La sua carriera dimostra una continua evoluzione e una capacità di innovazione, mantenendo sempre un legame con le sue radici musicali.
Giuni Russo
Artista di grande talento dalla voce indimenticabile e inconfondibile, è stata una cantante siciliana la cui carriera è stata caratterizzata da un complesso rapporto con il successo, nel quale è rimasta un po’ intrappolata.
All’inizio della sua carriera musicale, da giovanissima con il nome di Giusy Romeo, partecipò a diversi festival tra cui Sanremo, Cantagiro e Festivalbar. Nel 1974, adottò il nome Junie Russo e pubblicò il suo primo album, che conteneva canzoni in inglese tra pop e soft rock.
Il momento cruciale della sua carriera fu nel 1980, quando incontrò Franco Battiato, grazie ad Alberto Radius. Questo incontro, insieme all'interesse di Caterina Caselli (allora alla CGD, che rimase affascinata dalle sue doti vocali), portò alla firma di un contratto con la casa discografica nel 1981. Il primo album di Giuni, "Energie", prodotto con Battiato e Giusto Pio, non portò il riconoscimento sperato.
Il suo vero successo arrivò nel 1982 con la hit "Un'estate al mare", che la lanciò come star del pop estivo, ma che non rispecchiava pienamente la sua personalità artistica. Questo primo compromesso la portò successivamente a un punto di rottura con la CGD nel 1984, quando la casa discografica scelse, contro la sua volontà, un'altra hit, "Limonata Cha Cha Cha", come singolo del nuovo disco “Mediterranea”. Nonostante le sue doti vocali straordinarie e la passione per la lirica, Giuni si trovò, suo malgrado, a dover navigare nel mondo del pop commerciale.
Dopo questa esperienza negativa, Giuni Russo si rivolse a una casa discografica minore per il suo album "Giuni" del 1986, che conteneva la famosa "Alghero", un brano che, pur essendo orecchiabile, presentava un testo più complesso e una tematica di liberazione femminile. Anche questa canzone divenne, con meno volontà, una hit, che ancora oggi identifica il lavoro di Giuni.
Negli anni successivi, la cantante siciliana continuò a sperimentare con la sua musica, collaborando con artisti come Donatella Rettore e cercando di allontanarsi dal pop commerciale.
Nel 1987, la sua carriera subì una svolta significativa, poiché iniziò a esplorare temi artistici più profondi e lontani dal pop. Con il ritorno alla collaborazione con Battiato, realizzò un album che univa lirica, jazz, classica e pop, interpretando arie di compositori come Verdi e Bellini.
Con il tempo la sua musica si arricchì di influenze di world music e spiritualità, avvicinandosi a temi religiosi e diventando una devota laica.
Alla fine della sua carriera, Giuni Russo scelse di seguire la propria strada artistica, allontanandosi dalle hit commerciali per dedicarsi a una musica più raffinata e ricercata, utilizzando la sua straordinaria voce come strumento per sollevare emozioni. Purtroppo, la sua vita fu segnata da una tragica diagnosi di tumore, che la portò alla prematura scomparsa il 14 settembre 2004, all'età di 53 anni. Giuni Russo rimane un'icona della musica italiana, la cui eredità artistica continua a vivere attraverso le sue canzoni (quelle pop in particolare) e la sua straordinaria voce.
Cristina Donà
E' una cantautrice italiana di grandi qualità, nota per la sua evoluzione musicale che l’ha portata da un rock d’autore a un cantautorato più pop, lontano dalla banalità e dotato di una forte originalità. La sua versatilità, sia stilistica che vocale, è uno dei suoi tratti distintivi. La carriera di Cristina inizia nel 1991, quando apre un concerto degli Afterhours, un gruppo che all'epoca stava muovendo i primi passi nella scena rock milanese, dominata da figure come Manuel Agnelli e Mauro Ermanno Giovanardi con i Carnival Of Fools prima e i La Crus poi.
Il suo esordio discografico avviene nel 1997 con l'album "Tregua", prodotto da Agnelli, una piacevole sorpresa nel panorama musicale che la portò a guadagnarsi la Targa Tenco come miglior esordio. Questo disco, che include un brano dedicato a Kurt Cobain, venne anche riconosciuto dalla rivista britannica Mojo tra i migliori dell'anno. Con il secondo album, "Nido", Cristina raggiunge una maggiore maturità artistica, grazie alla co-produzione di Robert Wyatt, che contribuisce a delineare la sua personalità musicale.
Nel corso degli anni, Cristina Donà dimostra di saper gestire le sue molteplici influenze, alternando melodie di grande impatto a momenti più intensi, rappresentando un’idea di rock e canzone d’autore al femminile di buon livello. Con il passare del tempo e l'arrivo della maternità, la sua musica evolve verso un cantautorato elegante e personale, abbracciando temi più intimi e una forma di canzone d’autore più tradizionale.
Le sue doti vocali, pur non essendo esplosive o tecnicamente complesse, sono caratterizzate da un'intensità emotiva che riesce a toccare profondamente l'ascoltatore. Attualmente, Cristina vive nelle montagne bergamasche con il marito Davide Sapienza, giornalista, viaggiatore e scrittore, e continua a essere un punto di riferimento nel panorama del cantautorato indie pop italiano. La sua carriera è segnata da una costante ricerca artistica e da collaborazioni con altri illustri colleghi, rendendola un’artista libera e autentica nel seguire la propria strada.
Ginevra Di Marco
Cantante fiorentina che, in oltre 30 anni di carriera, ha attraversato diverse fasi musicali, dal post punk dei CSI alla canzone popolare mondiale. La sua carriera (e vita) prendono una svolta significativa nel 1993, quando, a soli 23 anni, entra a far parte del progetto CSI con il primo album “Ko de Mondo”. La sua voce e il suo stile melodico diventano elementi essenziali per il nuovo progetto guidato da Ferretti e Zamboni, che si distacca dal passato dei CCCP - Fedeli alla linea. In questo primo disco, Ginevra si presenta ancora timorosa, ma il contrasto tra la sua voce melodica e il “salmodiare” di Ferretti crea un'interessante dinamica.
Con il successivo album dal vivo “In quiete”, Ginevra trova una sua dimensione artistica, armonizzandosi sempre meglio con Ferretti e acquisendo un ruolo più centrale nel gruppo. Nel 1999, dopo il matrimonio con il tastierista Francesco Magnelli che aveva conosciuto ai tempi del primo disco dei CSI, Ginevra inizia una carriera solista che si sviluppa parallelamente all’esperienza nei CSI, e continua con i PGR, il nuovo gruppo formatosi dopo l’abbandono di Zamboni, fino al 2004.
Dopo aver lasciato i PGR, Ginevra esplora nuove sonorità, dedicandosi a generi popolari e folk, attingendo a repertori sia italiani che esteri. Tra i suoi progetti c'è “Stazioni Lunari prende terra a Puerto Libre”, con uno spettacolo live che coinvolge vari artisti. Inoltre, riscopre la musica della cantante argentina Mercedes Sosa, dedicandole un album di cover intitolato “La Rubia canta la Negra” nel 2017. Ha anche collaborato con Margherita Hack in un DVD intitolato “L'anima della terra vista dalle stelle”, dove interpreta canzoni intimiste.
Ginevra Di Marco è riconosciuta come una grande interprete e autrice, capace di lasciare un segno profondo nelle sue esecuzioni e nelle collaborazioni con altri artisti. Sebbene la sua ricerca di stili musicali lontani dal mainstream l'abbia tenuta distante dal grande pubblico, ha guadagnato il rispetto e l'apprezzamento di chi ama la canzone popolare e d'autore più raffinata. La sua carriera è caratterizzata da numerose collaborazioni, che arricchiscono ulteriormente il suo percorso artistico.
Andrea Mirò
All'anagrafe Roberta Mogliotti, è una cantautrice e musicista italiana che si distingue per la sua attenzione alle parole ma anche, essendo esperta musicista, soprattutto alla musica, caratterizzando così la sua produzione artistica con strutture curate e originali.
La sua carriera musicale inizia negli anni Ottanta e successivamente entra a far parte della band di Enrico Ruggeri.
Andrea ha partecipato quattro volte come concorrente al Festival di Sanremo: nel 1987 con "Notte di Praga", nel 1988 con "Non è segreto", nel 2000 con "La canzone del perdono" e nel 2003, insieme a Ruggeri, con "Nessuno tocchi Caino". La sua versatilità e competenza come musicista la portano a ricoprire anche il ruolo di Direttore d’orchestra, una posizione che ha occupato nel 2002 per il brano di Enrico Ruggeri "Primavera a Sarajevo", di cui è coautrice, e successivamente nel 2010 per Enrico Ruggeri e Nina Zilli, nel 2013 per Andrea Nardinocchi, e nel 2014 per i Perturbazione e Zibba. Inoltre, è stata giurata all'Eurovision Song Contest.
Nel 2018 Andrea Mirò è stata scelta come maestro concertatore per il concertone finale della ventunesima edizione della Notte della Taranta.
La sua carriera è segnata da dodici album in studio e numerose esibizioni dal vivo, in cui la sua grande dote vocale e interpretativa si unisce a eleganti canzoni intense e complesse, creando un affascinante equilibrio tra scrittura, composizione ed esecuzione.
Maria Monti
Talentuosa artista milanese, è nota non solo come cantante ma anche come attrice teatrale, televisiva e cinematografica. La sua carriera è iniziata nei cabaret di Milano negli anni '50, dove ha affinato le sue abilità artistiche. Tra le sue prime collaborazioni ci sono quelle con attori di spicco come Ugo Tognazzi, Lauretta Masiero e Paolo Poli. Nel 1960, insieme all’allora fidanzato Giorgio Gaber, ha scritto e portato al successo il brano "Non arrossire".
Nel 1961, Maria Monti ha partecipato al Festival di Sanremo con il brano "Benzina e Cerini", scritto da Enzo Jannacci, sempre in coppia con Gaber. In quello stesso anno, lei e Gaber hanno messo in scena uno spettacolo teatrale che combinava i loro brani con canzoni popolari milanesi, riflettendo il fervore culturale del periodo.
Durante gli anni '60 e '70, Monti ha pubblicato canzoni e album con tematiche politiche, che le hanno causato anche delle controversie. Un esempio significativo è l'album "Le canzoni del no" del 1964, sequestrato per via del brano "La marcia della pace", considerato un incitamento alla diserzione.
Nel 1975, ha pubblicato l'album "Bologna 2 settembre 1974", che raccoglie le registrazioni di un concerto tenuto insieme (ma separati) a Francesco De Gregori, Antonello Venditti e Lucio Dalla alla Festa dell’Unità a Bologna.
La carriera di Maria Monti si è sviluppata attraverso numerose partecipazioni in ambito cinematografico e televisivo, così come attraverso la pubblicazione di nuovi album, fino all'uscita del suo ultimo lavoro nel 2021. Il suo percorso artistico è un esempio di interdisciplinarietà tra le arti, dimostrando come si possano unire elementi di alta e bassa cultura, comico e drammatico. È così che è nata un'artista che ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica e del teatro italiano.
Grazia Di Michele
La cantautrice romana ha segnato la scena musicale italiana fin dalla fine degli anni '70, emergendo come una tra le allora poche vere cantautrici in un contesto prevalentemente maschile. La sua carriera è caratterizzata da una notevole onestà intellettuale e da scelte artistiche coraggiose. Ha raggiunto il successo grazie a "Le ragazze di Gauguin" (1987) e ha partecipato a quattro edizioni del Festival di Sanremo (1990, 1991, 1993, 2015), dimostrando di saper affrontare temi complessi e rilevanti attraverso la sua musica.
Nel 2015, Grazia si esibisce al Festival di Sanremo con Mauro Coruzzi (Platinette) interpretando "Io sono una finestra", una canzone che tratta la transessualità e la lotta contro la transfobia, evidenziando il suo impegno sociale. Già nel 1983, con "Ragiona col cuore", aveva affrontato il tema dell'omosessualità, raccontando di un rapporto di coppia terminato con il matrimonio di una delle due protagoniste. Sebbene il titolo possa ingannare non ci sono invece riferimenti omosessuali in "Gli amori diversi", interpretata con Rossana Casale al Sanremo 1993. Fin dai suoi esordi Grazia ha sempre mantenuto un legame con la canzone impegnata.
Nel 2004 ha presentato uno spettacolo teatrale in cui ha reinterpretato canzoni scritte da Italo Calvino, e nel 2021 ha lanciato il brano "Madre Terra", un lungo pezzo ecologista che ha dato vita a un tour estivo intitolato "Terra!". Con l'album "Confini", Grazia ha criticato l'umanità per la sua indifferenza verso la bellezza della Terra, denunciando la sua mercificazione e sfruttamento senza visione.
Nel 2022, ha partecipato a un progetto tutto al femminile, "Trialogo (Cantautrici)", insieme a Rossana Casale e Mariella Nava, creando un disco a tre voci in esecuzione e sei mani in scrittura. Nel 2019, ha portato in scena lo spettacolo "Sante bambole puttane", dedicato alla condizione femminile e alla vita di donne non celebri, sottolineando l'importanza di riconoscerne l'umanità e i sentimenti.
Oltre alla sua carriera musicale, Grazia di Michele è anche docente di canto in diverse scuole e università, tiene masterclass e insegna nella trasmissione "Amici" di Maria De Filippi. Ha scritto brani per sé e per altri artisti, incluso un pezzo per lo Zecchino d'Oro, dimostrando così la sua versatilità e il suo impegno nel panorama musicale italiano.
Donatella Bardi
Un'artista poco conosciuta, la cui carriera è stata breve, come la sua vita, segnata da una prematura scomparsa. Nonostante ciò ha lasciato un segno significativo nel panorama della canzone d'autore femminile con il suo unico album, "A puddara è un vulcano", pubblicato nel 1975 da Elektra e divenuto un disco di culto tra i più attenti amanti della canzone d’autore anni ‘70.
Sorella di Lucio Bardi, chitarrista di Francesco De Gregori ed Edoardo Bennato, e figlia del pittore Mario, Donatella ha iniziato la sua carriera musicale nella Milano dei primi anni '70, collaborando con musicisti come Claudio Rocchi e formando il gruppo Il Pacco insieme a suo fratello Lucio, Finardi e Camerini.
Il suo album "A puddara è un vulcano" si distacca dalle sonorità rock degli anni '70, esplorando piuttosto il folk e il folk rock, come una sorta di italiana Joan Baez. La musica di Donatella è caratterizzata da una voce intensa e suadente, che oggi viene apprezzata non solo per la sua bellezza, ma anche per il significato storico che porta con sé. La sua produzione artistica è segnata da un approccio più "privato" rispetto al contesto politico e musicale dell'epoca, riflettendo una visione poetica e, rivista con gli occhi del presente, una certa ingenuità, tipica di quegli anni di fermento creativo.
"A puddara è un vulcano", riascoltato a 50 anni di distanza, appare fuori tempo, ma continua a colpire per la grande performance vocale di Donatella, che purtroppo è scomparsa nel 1999 a soli 45 anni a causa di problemi cardiaci.
Questo album rimane l'unica testimonianza della sua carriera. La sua produzione artistica, delicata e intensa, rappresenta un importante capitolo della musica al femminile a metà degli anni '70, evidenziando il talento di una grande cantante che ha saputo esprimere emozioni profonde attraverso le sue poche canzoni.