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Max Pezzali, l’essenza della musica pop (anche sul palco)

La festa e le hit sul palco del Forum: la recensione
Max Pezzali, l’essenza della musica pop (anche sul palco)

Sicuramente la frase “questa casa non è un albergo” è un mantra risuonato nelle orecchie di più generazioni. Max Pezzali con gli 883 ha raccontato l’adolescenza, scrivendone  anche la colonna sonora: così, per questa nuova parte di un ormai infinito tour, il cantautore di Pavia prende spunto proprio da quella frase. Gli 11 concerti di Milano (incluso quello di fine anno) diventano “Questo Forum non è un albergo”. Quando poi il tutto, dal 24 gennaio al 2 febbraio, si sposterà a Roma approdando al Palazzo dello sport diventerà “Questo Pala non è un albergo”.

Dal suo primo (due date) San Siro del 2022 ad oggi Pezzali non si è mai fermato: sta vivendo una seconda giovinezza, esibendosi  tra palazzetti e stadi e Circo Massimo, portando la sua musica ad un pubblico che lo adora, che rivede in lui i tempi della gioventù. Valutando ad occhio la platea si nota una distinzione anagrafica abbastanza netta, che si spalma sostanzialmente su due generazioni. Ci sono gli over 50, che è il pubblico della prima ora, gli adolescenti degli anni ’90 cresciuti in “diretta” con le canzoni degli 883. C’è poi una successiva fascia che va dai 40 ai 30 (questi ultimi sono “la nuova generazione”), composta da una seconda ondata di fan, arrivati al “traino” e magari incuriositi anche dalla recente serie Tv sulla storia del duo. Ricordiamo che il binomio Max Pezzali Mauro Repetto ha esordito discograficamente nel 1992 e che quest’ultimo ha abbandonato il gruppo nel 1994 dopo il successo di “Nord, sud, ovest, est”.

Ancora una volta il concerto di Pezzali si conferma per quello che deve essere e che già conosciamo: una festa, un momento gioioso e leggero, l’occasione per ripercorrere canzoni che fanno parte più o meno profondamente della gioventù di molti di noi.

Max Pezzali, prima con gli 883 e poi in solitudine, è l’essenza della pop music. Da sempre è capace di disegnare melodie che restano incollate addosso e da cui è difficile staccarsi, melodie che ancora oggi a decenni di distanza sono nella memoria e nella testa del pubblico rendendo quasi impossibile farsi sfuggire l’occasione per partecipare a un festoso Karaoke.

Ma il karaoke sa anche entrare nel dancefloor e si trasforma in occasione per ballare. Ma pure la parte acustica, delicata, riflessiva, vuole il suo momento e così, su un secondo palco in mezzo al parterre, Max snocciola una serie di brani per voce e due chitarre acustiche a cui si aggiunge un’armonica a bocca.

Lo spettacolo è un viaggio in una serie di hit, figlie di un repertorio fatto di successi e di racconti giovanili. Con le sue parole ha disegnato bene i contorni dell’universo adolescenziale degli anni ’90. Ciò che colpisce è come adesso quei testi sembrano lontani nel tempo, distanti dal sentire e vivere della generazione Z.

È un periodo in cui il rapporto tra i generi è oggetto di discussione; ecco allora che ascoltare “La regola dell’amico” ti trasporta in un mondo dove nel rapporto di coppia il “2 di picche” era prassi, è lontano e diverso da quello che cantano certi contemporanei colleghi di Max. È evidente però che gli 883, come i giovani cantautori, tendano sempre a rappresentare la loro modernità, raccontarsi e raccontare il presente, il quotidiano, inevitabilmente con modi e stili differenti ma sempre legati da questo filo.

Le oltre due ore del concerto scorrono veloci, con grande ritmo e momenti musicalmente potenti in cui le chitarre spingono forte, portando il pop alle soglie del rock (almeno in senso sonoro). Tempo che il pubblico passa a cantare e ballare e tutto intorno non vedi altro che buone vibrazioni e tanta felicità. Di sicuro Max non è un animale da palcoscenico, la sua non è un’esibizione fisica o muscolare, ma non ha importanza perché al centro di tutto ci sono le canzoni, con il “palco” e la produzione a fare da elegante cornice.

Manca quel sapore dolciastro e un po’ stucchevole della nostalgia. Le canzoni riascoltate oggi a oltre trenta anni di distanza hanno un senso differente, ma non c'è la polarizzazione generale, la supponenza del “noi eravamo meglio”. Quello che mette in scena Max è la fotografia di un’epoca che è stata e che ha portato al presente. Max la racconta (lo ha sempre fatto), non dà giudizi o sentenze. Ed è questo che piace.

Da oltre due anni Pezzali sta portando in giro quello che lui è, e soprattutto quello che è stato. Divertente ogni volta ma alla fine le canzoni sono quelle, lo spettacolo cambia poco nella sostanza, così come poco cambia l’atmosfera e lo spirito del concerto. Stupisce dunque questa costante corsa ai suoi spettacoli, che lo vedranno anche questa estate protagonista in un mega show all’Autodromo di Imola. Eppure succede. Evidentemente il pubblico non è stanco oppure è vastissimo.

Max non si ferma qui e guarda avanti, guarda al 2026 quando farà due concerti allo stadio Meazza di Milano l'11 e il 12 luglio.

Scaletta

S'inkazza (Questa casa non è un albergo)
Sempre noi
Non me la menare / Te la tiri / 6/1/sfigato / Jolly Blue (Medley)
Rotta per casa di Dio
Hanno ucciso l'Uomo Ragno
Come deve andare
Gli anni
Sei un mito
Nella notte Molella Remix
Non ci spezziamo (DF Remix)
La regina del celebrità
La regola dell'amico
Una canzone d'amore
Come mai
Nessun rimpianto
Eccoti

Acoustic
Quello che comunemente noi chiamiamo amore
Ti sento vivere
Ci sono anch'io
Aeroplano
Nient'altro che noi

Encore:
Io ci sarò
La dura legge del gol
Se tornerai
Nord sud ovest est
Bella vera
Tieni il tempo
Con un deca

 

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