Quando Jovanotti e Carboni riscrissero gli Extreme in italiano
“È quasi Natale. Abbiamo scritto una piccola riflessione su una musica che non è nostra, ma è di un gruppo che si chiama Extreme. Vogliamo farvela sentire”, dice timidamente Luca Carboni alla platea. “Si chiama… Non si chiama in nessun modo - aggiunge al suo fianco Jovanotti - non ha ancora un titolo. Chiamiamola Natale 1992”. Attacca Carboni: “È quasi Natale / e a Bologna che freddo che fa”. Poi interviene Lorenzo Cherubini: “Io parto da Milano / per passarlo con mamma e papà”. La scena arriva da uno dei concerti del tour “Carboni-Jovanotti in concerto 1992”, la tournée che nell’autunno del 1992 vide il cantautore bolognese e il Ragazzo fortunato condividere i palchi dei principali palasport italiani per festeggiare insieme i rispettivi successi. Carboni nel 1992 era sulla cresta dell’onda dopo un anno da incorniciare, all’insegna di hit come “Ci vuole un fisico bestiale” e “Mare mare”, contenute in un album, “Carboni”, arrivato al quinto Disco di platino pari a oltre un milione di copie vendute. Jovanotti, invece, proprio quell’anno aveva spedito nei negozi il suo quinto ellepì, “Lorenzo 1992”, quello di “Non m’annoio” e della stessa “Ragazzo fortunato”, consacrandosi così come un vero e proprio teen idol. È la sera del 30 novembre 1992 quando i due, che si stanno esibendo davanti agli oltre 10 mila spettatori del Forum di Assago di Milano, decidono di fare una sorpresa al pubblico, cantando per la prima volta dal vivo un brano inedito al quale hanno lavorato insieme. “O è Natale tutti i giorni”, così come lo intitoleranno successivamente, è una riscrittura in italiano di “More than words”, il tormentone degli Extreme che proprio in quelle settimane sta spopolando a livello mondiale.
La canzone degli Extreme era uscita l’anno precedente e aveva fatto conoscere al mondo intero la band metal statunitense, finita paradossalmente in testa alle classifiche con una canzone molto melodica, acustica. La versione originale non era propriamente una canzone sul Natale, ma un brano in cui il cantante del gruppo, Gary Cherone, chiedeva alla sua ragazza di fare qualcosa di più che dire semplicemente “ti amo” per dimostrargli il suo amore. I discografici della A&M Records non erano proprio convinti di far uscire quella canzone come singolo, tanto che ad un certo punto il chitarrista Nuno Bettencourt - che registrò le armonie vocali del pezzo - aveva minacciato di lasciare la band: “L’etichetta non voleva pubblicare ‘More than words’ come singolo perché non c’era niente del genere in radio a quel tempo. Ci dicevano: ‘Chi la trasmetterà?’. All’epoca tutti facevano grandi power ballad e questa era invece più simile a una traccia degli Everly Brothers o dei Beatles. Ci battemmo”, avrebbero ricordato gli Extreme anni dopo. Il singolo aveva già venduto da solo 1,5 milioni di copie a livello mondiale, quando Jovanotti e Carboni si decisero a farne una versione in italiano, con un testo adattato.
“More than words” era diventata così “O è natale tutti i giorni”. I due cantautori l’avevano registrato in fretta e furia durante le prove del tour congiunto, nello studio bolognese di Mauro Malavasi, già al fianco di Lucio Dalla e dello stesso Carboni. Il testo in italiano, accreditato al solo cantautore bolognese, era infarcito di pacifismo e invettive contro il consumismo: “Il mondo / forse no, non è cambiato mai / e pace in terra / no, non c’è e non ci sarà / perché noi non siamo uomini / di buona volontà”. E ancora: “E intanto noi / ci facciamo i regali / il giorno che è nato Cristo / arricchiamo gli industriali / e intanto noi / ci mangiamo i panettoni / il giorno che è nato Cristo / diventiamo più ciccioni”. “La storia di questa canzone risale al 1992, Luca ed io stavamo facendo le prove del nostro mitico tour insieme, eravamo a Bologna. Giravamo in macchina di notte e alla radio si sentiva sempre quel pezzo degli Extreme che andava forte. Luca mi disse ‘facciamo una cover al volo, così abbiamo una canzone natalizia per i palasport che gireremo a dicembre’. Il giorno dopo a casa sua dopo un caffè scrivemmo il testo a velocità supersonica e lo mandammo agli editori degli Extreme per l’approvazione che arrivò in un paio di giorni. Registrammo il pezzo nello studio di Mauro Malavasi, e mi sa che quella è stata la prima volta in vita mia che mi cimentavo con una canzone molto melodica e così essenziale, fatta solo con una chitarra e due voci. Credo che nella registrazione originale questo sia evidente, ma sapete come vanno le cose nella musica pop, è la verità che arriva al cuore, non la tecnica. E così il pezzo funzionò”, avrebbe raccontato anni dopo Jovanotti.
“O è Natale tutti i giorni” fu inclusa nel 1993 tra i brani della raccolta “Diario Carboni”, insieme ad altri due inediti frutto della collaborazione con Lorenzo Cherubini: “Vedo risorgere il sole” e “Mix 1992” (un mash up tra “Le storie d’amore” dello stesso Carboni e “Puttane e spose” di Jovanotti). Oggi, a distanza di oltre trent’anni da quella prima esecuzione sul palco del Forum di Assago, il brano è considerato un piccolo cult.