Robert Smith ha parlato dell'importanza del fratello morto

Robert Smith in una recente intervista su Radio X - dove ha presentato canzone per canzone l'ultimo album dei Cure "Songs Of A Lost World" (leggi qui la recensione) pubblicato il mese scorso - ha rivelato che deve ringraziare il fratello, ora scomparso, per averlo incoraggiato a suonare nella band a tempo pieno, invece di iscriversi a un corso di studi superiore.
Parlando del fratello ha raccontato di come sia stato molto importante per lui: "Mio fratello mi ha dato l'idea che potevo fare tutto ciò che volevo. Anche mio padre mi sosteneva molto, ma era molto più tradizionale. Voleva che finissi gli studi e poi mi unissi a una band, se era quello che volevo ancora fare. Io inizialmente cercavo di fargli capire che il mondo non funziona così. Non puoi uscire dall'università e poi decidere di entrare in una band. Lo fai o non lo fai".
Ha continuato il suo intervento ricordando come suo fratello "si schierò dalla sua parte, penso che sia stato lui a convincere mio padre, perché penso che altrimenti sarebbe stato un problema, perché mi hanno lasciato stare a casa mentre mi liberavo dai miei impegni. Ma non me ne sono mai liberato. Penso che forse, col senno di poi, mio padre pensasse che prima fallissimo, prima mi avrebbe riportato all'idea di un'istruzione formale".
Parlando di "I Can Never Say Goodbye" in una precedente intervista, Smith spiegò: "Ho scritto questa canzone in molti modi diversi, finché non ho trovato una narrazione molto semplice di cosa è realmente accaduto la notte in cui è morto. È andata in giro per tutte le case e io sono andato ovunque con questa canzone per riassumere come mi sentivo. Alla fine, si è trasformata in una piccola storiella abbastanza triste. È una canzone molto difficile da cantare. La gente dice che è troppo catartica, ma lo era. Mi ha permesso di affrontarla e penso che mi abbia aiutato enormemente".