Mina contiene moltitudini, anche nel nuovo album "Gassa d'amante"

Mina, assente e presente allo stesso tempo: parla al suo pubblico attraverso la musica e i dischi; lontana dalle scene da decenni, negli eventi e con i media si fa “rappresentare” da Massimiliano Pani, produttore, manager, discografico (e figlio). È lui, insieme al suo team, che “mette a terra” ed elabora ciò che sua madre pensa e sceglie a livello musicale. Per questo nuovo disco Mina in copertina è la polena di una nave (la creazione è di Mauro Balletti) e il titolo “Gassa d’amante” rimanda ad un nodo usato in marineria. La cantante, come sempre, ha scelto e selezionato in prima persona i brani: 10 tracce, 9 inedite più una rilettura di una canzone di Fabio Concato, “Non smetto di aspettarti” (dall’album “Tutto qua” del 2012; già nel 1990, nell'album "Ti conosco mascherina", Mina aveva cantato "Zio Tom" del cantautore milanese).

La scelta dei pezzi
Mina mette assieme giovani autori sconosciuti e altri nomi affermati del cantautorato nazionale; a quest’ultima categoria nel nuovo disco appartengono “Senza farmi male” firmata da Elisa e “Buttalo via” di Francesco Gabbani.
“La scelta dei pezzi per il nuovo lavoro - spiega Pani - è sempre molto lunga e paziente e segue un’idea che si costruisce nella sua testa. Ascolta tutto il materiale inedito che le viene mandato, circa 4000 pezzi all’anno, e moltissime cose già edite che va a scovare in rete. Per questo disco poi si è ricordata del brano di Fabio Concato e lo ha voluto interpretare. La maggior parte delle cose sono invece di autori nuovi.” C’è anche un brano composto da Alberto Anelli che per lei già scrisse, sul testo di Cristiano Malgioglio, “L’importante è finire” (1975).
Secondo Massimiliano Pani questo disco esalta le doti di interprete di Mina. “Ci sono tanti bravi cantanti, ma i veri interpreti sono altro, sono quelli che aggiungono un senso emotivo al cantato, ci mettono del cuore in più. Scegliendo sempre quello che le piace, a lei riesce più facile entrare in questo ruolo di grande interprete. A volte sceglie cose che non sono prevedibili, magari un pezzo non tradizionale che sorprende, solo apparentemente fuori dalle sue corde” dice Massimiliano. "È poi lei che riesce a cucirselo addosso, a interpretarlo facendolo proprio. La sua forza è di avere in testa il progetto e di saperlo poi trasmettere ai musicisti che la accompagnano in studio. Ma facciamo comunque album elettroacustici, non inseguiamo le mode e i suoni: nell'album, per dire, non c'è un reggaeton".
L'assenza-presenza di Mina
Se Mina è assente come immagine (“manca dalla Tv dal 1974 e dai concerti dal 1978”, ricorda il figlio), il suo “mito” è ben presente e stupisce lo stesso Pani. “È una cosa da studiare a livello sociologico, perché in una fase storica in cui l’immagine conta lei “arriva” anche senza apparire. Arriva dappertutto senza esserci e sa conquistare anche il pubblico giovane, come giovani sono molti di quelli che propongono i loro pezzi con la speranza di essere selezionati dalla signora Mazzini”. Così dice il figlio portavoce, che prosegue: “Molti vedono in lei un simbolo di libertà artistica. Ha fatto la sua carriera che continua ancora adesso anche se è uscita dal meccanismo del sistema, e il pubblico la segue e la trova interessante pure sul nuovo repertorio, che peraltro spazia fra gli stili e i generi, perché lei è onnivora, cerca solo la musica bella, indipendentemente dal fatto che sia jazz o bossa nova o canzone melodica o altro.”
“I compositori" - spiega Pani - "devono fare qualcosa che appartiene a sé stessi e non apparentemente appartenente a Mina, è poi lei ad adattarsi addosso quel vestito. A volte nei brani che le vengono mandati vede qualcosa che è solo una scintilla, noi, il suo team, sviluppiamo il suo suggerimento … ed ha sempre ragione.”
Dal suo osservatorio Mina guarda il mondo e a quasi 85 anni riesce ancora a stupirsi di ciò che arriva dalla musica. “Ascolta tutto, ogni genere di musica, nella stessa giornata passa da Puccini a Prince, dal jazz ai giovani. Ultimamente è affascinata dalle contaminazioni del mondo latino. Solitamente, oltre ai brani che le arrivano, cerca tra cose non mainstream. Ci sparano negli occhi e nelle orecchie ciò che vuole farci vedere e sentire la società, il mercato, ma in realtà esistono altre alternative. È un periodo in cui la musica la devi cercare, ed ora con la tecnologia è facile farlo, però ragazzi bravi ce ne sono tanti.”
Il rapporto che Mina ha con la tecnologia è buono, ma arriva sino a un limite: quello del rispetto e del senso artistico. “Trova certe applicazioni dell’intelligenza artificiale un po’ sterili. L’AI ha un’architettura perfetta dal punto di vista strutturale ma è priva di genio. Sa fare qualcosa “alla Bach” ma le manca il genio di Bach” dice Massimiliano interpretando il pensiero materno.
Tornando sulla scelta degli autori, Pani confessa che spesso chiedono ai grandi autori di darle un pezzo, lo fanno molto con Fossati (i due insieme nel 2019 hanno realizzato l’album “Mina Fossati” con brani del cantautore ligure). “Se non ci mandano niente è perché non hanno nulla che ritengono di poterle essere presentato.”
"È incredibile che un'artista che fa queste scelte di coraggio, dignità e rispetto per la musica sia ancora così presente, anche se non si mostra in pubblico da 40 anni. Questo disco è un esempio per i giovani, per dire 'Si può fare'", conclude Pani.
Tracklist
Non smetto di aspettarti
Dispersa
Per dirti t’amo
Amami e basta
Senza farmi male
Il cuore si sbaglia
E’ così che funziona
Buttalo via
L’amore vero
Non ti lascerò