Benji & Fede: “il passato lo abbracciamo, però ora ripartiamo”
 
                                            All’inizio del secondo decennio degli anni 2000 anche l’Italia ha avuto la sua boy band: Benji & Fede. I due modenesi s’incontrano in rete il 10 dicembre 2010 con un messaggio spedito alle 20:05 (orario significativo e che torna nella loro carriera). Benji era in Australia per studio (è australiano da parte di madre) ma decidono di iniziare una collaborazione. Avevano (nell’ordine) 18 e 17 anni.
Il loro esordio ufficiale è datato 2013 con la cover di “Best Song Ever” degli One Direction. Il loro primo singolo, “Da quando ci sei tu”, arriva l’anno successivo. Sempre nel 2014 non passano le selezioni di Sanremo Giovani.
Da lì però la situazione cambia e inizia la strada per il successo che durerà fino al 2019 con quattro album in studio, 21 singoli e video e tanti live.
Il tutto dura sino al 17 febbraio 2020 quando i due annunciano la loro separazione. L’addio (ai tempi pareva tale) sarebbe stato suggellato da un live in Arena di Verona previsto per maggio 2020. La pandemia però ha fermato tutto e l’ultimo concerto è stato rimandato all'11 e 12 luglio 2021.
Dopo quell’evento i due si sono allontanati. Benji è andato in America (ha avuto i suoi problemi) e nel 2021 sotto il nome di B3N ha realizzato un disco, mentre Fede ha pubblicato nello stesso anno il singolo “Pesche” con un buon riscontro.
A maggio 2024 Benjamin Mascolo e Federico Rossi tramite social annunciano la reunion e realizzano due nuovi singoli: “Estate punk” (settembre) e “Caro amico” (a metà ottobre), Entambi i brani sono contenuti in “Rewind” l’album di ritorno disponibile dal 25 ottobre 2024.
Oltre che su disco i due si ripresentano live con un sold out all’Unipol Forum di Milano previsto per il 16 novembre.
Abbiamo incontrato Benji & Fede (oggi 31 e 30 anni) per parlare del passato e del presente.
Partiamo dalla fine, quella precedente. Cos'è successo?
(Fede) Un giorno, ricordo, eravamo nel nostro vecchio studio. Io avevo già in qualche modo “nasato” il fatto che qualcosa non stesse più filando come prima. Quel giorno Benji mi ha detto: “io non riesco più ad andare avanti in questo modo, devo prendermi una pausa.” Immaginavo che prima o poi si sarebbe arrivati a questo. Tuttavia ho accusato un po' il colpo, ma poi l'ho vista come una possibilità di conoscermi meglio, perché noi siamo arrivati al successo quando eravamo ancora acerbi a livello di personalità. Oltre che una botta nei denti, è stata un'occasione per conoscermi meglio e adesso mi sento comunque di poter ricominciare. 
(Benji) Io e lui non avevamo più un solido canale di comunicazione, nel senso che ci parlavamo poco, pensavamo solo al lavoro. Eravamo stressati, spremuti da tutto quello che avevamo vissuto in quei cinque anni in cui avevamo fatto quattro dischi senza fermarci un secondo. Io ero allo stremo e in quel momento ho pensato che anche Fede avesse bisogno di questo spazio per scoprire sé stesso. Quindi sentivo che ero io che mi sarei dovuto prendere la responsabilità di dire ci fermiamo per provare qualcosa di diverso e vedere cosa succede. E non rimpiango di averlo fatto perché è stato fatto con delle buone intenzioni. Poi negli anni sono successe cose, siamo finiti anche per non parlarci, io non capivo alcune sue scelte, lui non capiva le mie scelte, quindi non è stato tutto rose e fiori, anzi sono stati dei momenti complicati.
Ma alla base della rottura cosa c'è stato effettivamente?
(Benji) Come ho detto prima poca comunicazione perché io penso che i problemi in una relazione, che sia di amicizia, di amore, di lavoro, si possono risolvere quando si va insieme, si hanno delle buone intenzioni e si comunica in maniera molto sincera. Dalle piccole cose, dal non voler fare una determinata attività, dal non essere d'accordo su una cosa in una canzone. Fattori che si accumulano, che tenevamo dentro per cercare di evitare il conflitto, per cercare anche di andare più veloci, Invece adesso mi rendo conto che quando c'è qualcosa che non va bene, una scelta di cui non sono d'accordo e nello stesso modo lui, ce lo diciamo subito, non buttiamo tutto sotto il tappeto perché prima o poi esplode. 
Dicevate che la pressione è tanta. Lian Payne forse non l'ha sopportata questa cosa, in più si sono aggiunti, anche di conseguenza, altri problemi. Voi come l'avete vissuta effettivamente questa pressione?
(Fede) Non ne ho vissuto uno, ne ho vissuti vari di momenti sotto pressione. Se dovessi estrapolarne uno in particolare direi l’autunno 2018 quando venivamo da un'estate piena anche di successi, dovevamo finire il disco, andare negli store, provare per il tour di palazzetti, fare i concerti, eravamo a X Factor Daily quell'anno, quindi dovevamo comunque essere lì 4-5 volte a settimana alle 8 del mattino. E in più quell'anno un paio di mesi prima mi ero pure fidanzato. Per me poi era anche una cosa nuova, come ci si comporta all'interno di una relazione, soprattutto avendo così poco tempo ed energia da dedicare. Apparentemente andava tutto come volevo, c'erano un sacco di cose che se non avessi avuto avrei voluto avere. A una certa mi ricordo che dal nulla sono andato in palla. Eravamo in studio e mi si è spenta la luce, la pressione evidentemente era tanta, probabilmente avevo qualcosa di irrisolto non avendo neanche il tempo per affrontare queste cose, per parlare con uno specialista, per comunque guardarmi dentro. Mi sono appigliato alle persone attorno a me. Probabilmente essere in due mi ha aiutato tanto, avere una ragazza che nonostante il fatto che io fossi in difficoltà è rimasta lì ad aiutarmi, una madre che mi ha abbracciato, mi ha aiutato in tutti i modi possibili, degli amici che sono stati presenti. È durata poi fino alla fine dell'estate 2019. Ti senti disunito, non sai chi sei, chi vuoi essere, mentre fai parte di un circuito in cui non ti puoi fermare, devi andare, non puoi mancare di rispetto a questa cosa, che è quello che hai voluto, Ho barcollato ma sono venuto fuori grazie alle persone che avevo attorno.
(Benji) Io vorrei aggiungere che la vita è fatta anche di episodi. Quando ero sotto la droga, mio fratello è venuto dall'Australia, perché il mio miglior amico a Los Angeles, Gianluigi, di Foggia, gli aveva mandato un messaggio spiegandogli come stavo. Lui e Gianluigi mi hanno preso per l'orecchio e portato in Italia. Se, non ci fossero stati mio fratello e il mio miglior amico chi mi avrebbe salvato? Per Liam Payne mi chiedo: se lui in quel momento avesse avuto qualcuno vicino, qualcuno che avesse capito veramente la gravità della situazione, forse si sarebbe salvato? Sarebbe stato salvato? Ho sofferto tanto per questo ragazzo che se ne è andato, io sono stato semplicemente molto più fortunato.
Poi cosa è successo dopo questa separazione? Le vostre carriere hanno preso strade diverse, e come lo giudicate quel periodo in solitudine, a volte anche vera? 
(Fede) A me è piaciuto tanto. È stato un periodo significativo. Dopo una separazione e l'inizio della pandemia di COVID-19, ho vissuto un momento in cui mi sono preso cura di me stesso a livello psicologico. Ho approfondito la mia conoscenza interiore e mi sono dedicato alla musica e alla scrittura in modo più intenso, ma senza pressione. Ho vissuto un periodo di crescita, e lo considero tra i più belli della mia vita. Ora mi sento pronto per una reunion con un approccio diverso e una maggiore consapevolezza.
Benji per te è stato diverso invece? 
Ho vissuto ancora più velocemente, tante cose belle ma anche tante difficili. Posso dire che con una parte di me ho provato in tutti i modi ad autodistruggermi e sabotarmi e non ce l'ho fatta, e quindi adesso, me la godo, mi godo tutto molto di più, perché mi sono fatto così tanto male da solo… Ora penso più alla mia salute mentale e fisica che prima davo per scontata. Alla fine dai miei momenti più difficili ne traggo gli insegnamenti migliori.
Questi momenti così difficili ti sono serviti per riavvicinarti a Federico? 
Sì, sono stati fondamentali, perché comunque quando va tutto bene non hai bisogno di nessuno, non hai bisogno di altre persone, non hai bisogno di Dio, non hai bisogno di niente, ti senti un super uomo perché va tutto bene, ti senti un po' Re Mida, tutto quello che tocchi diventa oro. Però in verità la vita non è così, è fatta di alti e bassi, nessuno ha i super poteri, nessuno è un super uomo nel momento in cui pensi di essere indistruttibile, anzi è il momento in cui la fregatura è dietro l'angolo e ti fa del male. Nel riavvicinarmi a lui mi sono reso conto anche di quanto valore avesse. Quando eravamo presi dalla nostra carriera eravamo anche arrivati a avere una percezione negativa di alcune cose, tra cui il vivere così intensamente tutte queste attività.
Chi è che ha fatto la prima chiamata... e a che ora?
(Benji) Io. Gli ho mandato una lettera. Dovevo essere io, perché io ho messo in pausa il progetto. Dopo non è stato immediato, ci sono voluti un po' di mesi e poi ci siamo ritrovati, insomma è stato graduale, non è che da un giorno all'altro uno può mandare un messaggio o una lettera e tutto riparte. C'è stato del lavoro e adesso stiamo iniziando ad essere amalgamati, più di un tempo. 
Quanto tutto questo rientra nel disco? Ci sono alcune canzoni che raccontano espressamente di voi.
(Benji) “Caro amico”! Era un po' di mesi che ci eravamo tornati a vedere e a ricostruire l'amicizia, poi a gennaio siamo andati in studio e la prima canzone che è nata è stata “Caro amico”, quella un po' più autobiografica che parla della nostra amicizia e ci ha fatto capire che avevamo ancora delle cose in comune. 
(Fede) In generale questo disco è l'espressione musicalmente più onesta di quello che siamo, anche proprio sul suonato, sulle chitarre c'è un po' più di influenza pop rock, anche del funky, c'è proprio più suonato in generale. È la direzione che volevamo prendere e che stiamo prendendo e che prenderemo con sempre più sicurezza.
É cambiato qualcosa al vostro interno a livello compositivo, organizzativo?
(Fede) Beh, in questo tempo ho imparato a scrivere, prima ero più interprete. Benji invece canta molto di più in questo disco. Abbiamo unito le nostre visioni, la mia un po' più cantautorale la sua più diretta, più pop.
 Voi siete stati nel periodo di grande successo da adolescenti degli idoli per gli adolescenti. Ora l'adolescenza se n’è andata. Cosa raccontate? Come affrontate i testi di queste canzoni? Cosa volete esprimere? il vostro pubblico è lo stesso, potrebbe essere altro, oppure è cresciuto con voi?
(Fede) Ciò che riguarda il passato lo rispettiamo, lo abbracciamo, però ora è un ripartire totalmente, quindi siamo grati per le persone che sceglieranno di ascoltare la nostra nuova musica, di seguirci. É quindi un’incognita. Ci sarà gente nuova e ci saranno quelli della “vecchia” fanbase. Però, secondo me, molte persone sono cresciute con noi. Non c'è questo bisogno da parte nostra di voler inseguire una fascia di età sempre giovanile per forza e i giovani ascoltano ciò che vogliono e gli piace. 
(Benji) Non ci interessa fare musica per forza e cambiare le nostre intenzioni solo per raggiungere un determinato pubblico. Abbiamo le idee chiare su ciò che vogliamo fare e che potrebbe interessare una fascia di età un po' più grande, perché comunque siamo cresciuti anche noi, come il nostro pubblico. Qualcuno è perso, qualcuno forse lo ritroveremo, però per noi l'importante è fare un disco bello, onesto, saranno poi le persone a decidere se premiarci per questo oppure no.
(Fede) Ad esempio ho scritto “La festa più grande del mondo”, è una canzone che sento tanto, penso sia una delle mie più belle, una delle più profonde che abbia mai scritto. In quel brano mi chiedo quale sia il mio scopo al di fuori di tutto quello che la società mi impone o le persone agli occhi esterni vogliono da me. Ma qual è la mia vera essenza? Insomma ci sono sfaccettature che magari prima era più difficile trattare.
(Benji) Siamo due giovani adulti di trenta e trentuno anni, quindi parliamo più un linguaggio adatto al nostro oggi. Ci sono tante canzoni che ci rappresentano. Siamo cresciuti, siamo grandi. Se siamo tornati è perché vogliamo farlo con una nuova consapevolezza, chiaramente, non giocando sullo stesso terreno.
Parliamo anche della musica. Quanto c'è di diverso rispetto al passato? Quanto curate l'aspetto sonoro oltre che quello compositivo e musicale?
(Fede) L'aspetto sonoro è molto importante proprio perché la chitarra ha sempre fatto parte del nostro repertorio ma spesso era un elemento che in alcune canzoni era presente, in altre un po' meno. In questo disco ci siamo dati l'obiettivo di girare tutto intorno a questo strumento soprattutto sulla chitarra elettrica per creare la sonorità. È stata la base su cui abbiamo costruito il resto. È un disco creato per suonare live. Quindi anche pensando agli strumenti per realizzare un suono riproducibile in concerto. C'è un po' meno elettronica e una vera band, anche sul palco. A livello di produzione non è un disco fatto pensando alla sonorità del momento e che vanno di moda.
Come sarà allora il live?
(Fede) Pieno di bella energia e molto emotivo. Sarà l’occasione per presentare ciò che siamo ora ma anche riabbracciare il passato.
(Benji) Il pubblico conoscerà per la prima volta i nuovi Benji e Fede, perché questa è l'occasione per rivedere, per chiarirsi le idee, avere tante risposte ai loro dubbi e capire realmente perché siamo tornati insieme.
