Thom Yorke ha adattato “Hail to the Thief” per il teatro

Il frontman dei Radiohead Thom Yorke ha messo mano all'album del 2003 della band inglese, “Hail to the Thief” (leggi qui la recensione), per una versione teatrale dell''Amleto' di William Shakespeare. Yorke ha rielaborato e orchestrato il disco per un cast di 20 musicisti e attori, che verrà eseguito con il titolo 'Hamlet Hail to the Thief'. La produzione dovrebbe debuttare agli Aviva Studios di Manchester, in Inghilterra, dal 27 aprile al 18 maggio del prossimo anno, prima di trasferirsi al Royal Shakespeare Theatre di Stratford Upon Avon, dal 4 al 28 giugno.
Parlando di questo progetto il 55enne musicista inglese ha spiegato: "Questa è una sfida interessante e intimidatoria! Adattare la musica originale di “Hail to the Thief” per l'esecuzione dal vivo con gli attori sul palco per raccontare questa storia che viene raccontata da sempre, usando la sua familiarità e i suoi suoni, inserendoli e togliendoli dal contesto, vedendo cosa combacia con il dolore e la paranoia di fondo di Amleto, usando la musica come una presenza nella stanza, osservando come si scontra con l'azione e il testo. Fantasmi l'uno contro l'altro."
La regista di 'Hamlet Hail to the Thief' Christine Jones ha aggiunto: "Il primo concerto dei Radiohead che abbia mai visto è stato del tour di 'Hail to the Thief' nel 2003. Ha cambiato il mio DNA. Non molto tempo dopo, stavo leggendo l''Amleto' ascoltando l'album. Prestando attenzione ai testi, mi sono resa conto di quante canzoni di “Hail to the Thief” parlino dei temi dell'opera. Ci sono inquietanti riverberi tra il testo e l'album. Per anni ho desiderato vedere l'opera e l'album scontrarsi in una piece teatrale; alla fine ho condiviso l'idea con Thom, che era incuriosito. Non ero sicura di cosa avremmo fatto, ma sapevo che volevo farlo con Steven (Hoggett, collaboratore della Jones, ndr) per continuare a sperimentare e costruire sul lavoro che abbiamo fatto insieme per molti anni."
"Abbiamo scoperto che l'opera ossessiona l'album e l'album ossessiona l'opera", ha continuato la Jones. “Entrambi riflettono l'inquietudine interiore e la rabbia che derivano dalla disperazione, in particolare la disperazione che nasce dall'esame delle strutture di potere dominanti, che siano all'interno di governi, comunità o famiglie. Il testo e la musica ci interrogano senza sosta per mettere in discussione di cosa siamo fatti e come distinguere il bene dal male.”