La rock band da vedere dal vivo quest’estate sono le Nova Twins

“Sono il tipo di ragazza a cui piacere prendere il comando, non me ne frega un cazzo di quello che dicono di me. Dicono che faccio paura, che non sono una signorina: mi comporto come una regina”, canta, scatenatissima Amy Love, mentre si accompagna alla chitarra elettrica sulle note del manifesto “Cleopatra”. Nel frattempo Georgia South corre avanti e indietro lungo il palco, pizzicando in modo ultrasensuale le corde del suo basso. Il pubblico accalcato sotto il tendone del Revolut Stage dello Sziget Festival di Budapest, dove le due musiciste si sono esibite ieri pomeriggio, si fomenta e abbandona ogni freno inibitorio, lasciandosi stregare da quel mix di hard rock, gothic rock, rap, punk e elettronica che caratterizza il sound del duo britannico. Amy Love e Georgia South, per chi non le conoscesse, sono le Nova Twins, il gruppo tutto al femminile che ha infuso nuova linfa alla scena rock mondiale. Spregiudicate, ribelli, impegnate: le due musiciste sono arrivate nel posto giusto al momento giusto. Hanno risvegliato una scena che sembrava non produrre più nulla di originale e lo hanno fatto con tutto il loro anticonformismo, la loro attitudine iconoclasta. Sì, certo, in Irlanda sono esplosi i Fontaines D.C. e gli Inhaler di Elijah Hewson (il figlio di Bono), dal Michigan sono partiti i Greta Van Fleet, mentre i “nostri” Maneskin hanno dimostrato al mondo intero che l’Italia non è solo pizza e mandolino. Ma qui siamo davanti a un fenomeno diverso. Inedito.
Le Nova Twins rappresentano qualcosa che prima non c’era. Non a questi livelli: sono due donne nere che hanno scritto una pagina nuova del genere, con un sound inebriante e testi che parlano di disuguaglianza di genere e di molestie sessuali. Conquistando un pubblico vastissimo: “Quando abbiamo iniziato, ai nostri concerti c’erano prevalentemente maschi bianchi. Sono sempre stati rispettosi e sono sempre i benvenuti, ma abbiamo notato che prima del nostro successo non c’erano donne o persone di colore ai concerti rock. Ai festival eravamo le uniche in cartellone che ci assomigliavano. Ora ai nostri show sotto il palco c’è un mix di persone diverse che si divertono”, dicono loro. Se c’è un gruppo rock emergente da vedere e sentire dal vivo quest’estate, sono le Nova Twins. “No al razzismo, no all’omofobia, no alla transfobia, no alla xenofobia”, è il loro slogan, che declamano anche sul palco del festival ungherese, facendo partire un po’ di sano Pogo sull’isola danubiana che ospita il festival.
Allo Sziget si esibirono già nel 2022: avevano esordito due anni prima con “Who are the girls?” e poco prima dell’esibizione al festival avevano pubblicato il secondo album “Supernova”. In questi due anni di strada ne hanno fatta. Kerrang! ha definito il loro sound “unico nell’attuale scena musicale rock”, il Guardian ha scritto che il loro successo “infrange i luoghi comuni su chi può fare musica rock”. Il tour europeo, dopo lo show di ieri allo Sziget (sono state tra le più acclamate della seconda giornata, che ha visto alternarsi sui palchi del festival - tra gli altri - i rocker sloveni Joker Out, la popstar locale Azahriah, la svizzera Ele A, Aurora e Halsey, tornata sul palco per la prima volta dopo sette mesi e dopo aver annunciato, lo scorso mese, che sta combattendo la sua battaglia contro il lupus e la leucemia da circa due anni), proseguirà fino alla fine del mese. Facendo tappa sui palchi di festival come i tedeschi Taubertal Festival di Rothenburg ob der Taube (stasera) e Open Flair Festival di Eschwege (domani) e i francesi Motocultor Festival di Carhaix-plouguer (16 agosto), Cabaret Vert di Charleville-mézières (18 agosto) e V&B Festival di Château-gontier (23 agosto). Sotto il palco del Revolut Stage c’è un pubblico assortitissimo (e coloratissimo): nerd, metallari, punkabbestia, ragazzi, ragazze, adolescenti, adulti. “Ovviamente vogliamo rappresentare le giovani donne nere, ma il nostro progetto non parla solo a loro: parla a tutte le comunità emarginate”, spiegano Amy e Georgia, origini per metà iraniane e per metà nigeriane la prima e per metà giamaicane la seconda, che hanno fatto dell’inclusività uno dei temi centrali del loro progetto. Così sicure di sé, determinate e impavide, sul palco le due musiciste danno ai fan la sensazione che insieme a loro possono affrontare il mondo. E vincere. Si presentano in stile power trio Anni ’70: Amy alla chitarra (è lei a cantare i brani), Georgia al basso e alle loro spalle il batterista Jake Woodward. Amy vocalmente ricorda la Skin degli esordi con gli Skunk Anansie, quella di “Paranoid & Sunburnt”, “Stooshe” e “Post orgasmic chill”. “I feel like a riot”, canta in “Antagonist”, una chiamata alle armi scritta durante le riaperture post-lockdown.
Mentre suonano le varie “Taxi”, “Puzzles” e “Undertaker” sono eccitanti ed esaltanti: “Abbiamo canzoni che non parlano solo di politica. Abbiamo canzoni sulla fine di storie, sull'uccisione dei nostri fidanzati e sul sesso. Scavate in profondità e vedrete che siamo solo due ragazze normali che si fanno strada nella vita”. “Sleep paralisis” è la colonna sonora disturbante di carosello che impazzisce, con i fan più sfegatati e irrefrenabili che corrono in cerchio preparandosi a pogare. Georgia lascia l’amica sul palco e corre ad arrampicarsi sulle transenne, nell’entusiasmo generale. E alla fine arriva “Cose your fighter”, che curiosamente porta lo stesso titolo di una delle canzoni della colonna sonora di “Barbie”, cantata da Ava Max. Nei video proiettati sullo schermo alle loro spalle, però, Amy e Georgia sono ritratte come due bambole demoniache. Anche in questo sottolineano la loro totale estraneità rispetto a ciò che le circonda.