Taylor Swift a Milano: un grande (e lungo) videoclip dal vivo

Uno schermo gigante e una passerella che diventa una piscina in cui tuffarsi. Un piano ricoperto di muschio, alberi e una capanna sul palco di San Siro, trasformato in una foresta. Nuvole di cotone, fuochi d’artificio e glitter: sono solo alcune delle parti che danno vita allo spettacolo di Taylor Swift. 45 canzoni e l’ambizione di raccontare tutti e 18 gli anni di una carriera in 200 minuti. Uno show che diventa un gigantesco videoclip, un musical audiovisivo in cui ogni canzone è l’episodio di una storia raccontata dall’unione spettacolare di performance, immagini, coreografie e dalla partecipazione del pubblico, protagonista tanto quanto la cantante. Taylor Swift non è la prima a mettere in scena uno spettacolo totale del genere: vedendo l’Eras Tour vengono alla mente gli show di Madonna, degli U2 e dei Coldplay. Ma le dimensioni dello spettacolo visto a Milano, quelle sì, sono senza precedenti.
La musica, dopo il Taylorsplaining
Sono le 19 e 57 quando il countdown dell’orologio sul megaschermo del palco di San Siro arriva a zero: finalmente arriva la musica, dopo settimane di Taylorsplaining, in cui tutti hanno provato a spiegare un fenomeno che è ovunque: sui tg, sui quotidiani, nella politica, nello sport. Una star universale in un’era della musica sempre più frammentata - quella che riesce a far parlare di musica anche chi di musica normalmente non si interessa.
Difficile non avere già visto su uno schermo quell’orologio e l’entrata: il corpo di ballo con giganteschi ventagli, dai quali emerge Taylor Swift. È l’inizio del film-concerto andato in sala e sulle piattaforme, è uno dei video più condivisi sui social. Ma vederlo di persona, in uno stadio pieno, con la reazione del pubblico è tutta un’altra storia.

Il palco è un unico gigantesco schermo, collocato sul lato corto dello stadio a ridosso della curva: si prolunga in una passerella che si prende tutto il prato. La disposizione è particolare per San Siro, e fa sembrare i pit a lato semi-vuoti, anche se il concerto è esaurito da mesi e fuori dallo stadio senti storie di chi ha comprato i biglietti che poi erano falsi.
Al lato dello schermo c’è la band, mentre al centro della passerella c’è una pedana che si alza, ed è lì che inizia Taylor Swift: il boato è assordante. Ma lo spettacolo nello spettacolo è il pubblico, che riporta il concerto alla sua essenza, la comunione tra l’artista e i suoi fan. Te ne accorgi già alla seconda canzone, a “Cruel summer” - con quel bridge diventato virale su TikTok, che dal vivo è un gigantesco rituale collettivo: lei che lo prepara con un “You know the words!”, prima di iniziare una camminata che mostra la sua presenza scenica, il suo carisma.
Il racconto delle ere: un binge-listening di canzoni
Non è solo un concerto-videoclip, è il racconto totale della storia di una cantante, costruito come una via di mezzo tra un musical di Broadway e una serie tv in binge-watching e in binge-listening: ogni stagione sono le ere che costruiscono la struttura dello show, gli episodi sono le singole canzoni.
Si inizia con la stagione di “Lover” (2019) - che termina con una casa che prende fuoco - e si passa alle ere-stagioni country, “Fearless”, “Red” e “Speak now”. La band esce dall'ombra del lato palco e accompagna Taylor Swift, che imbraccia una chitarra glitter, sulla passerella. Lo smartwatch mi segnala più volte che si superano i 100 decibel, per il pubblico: “Love story” è una delle più cantate, e pure i 10 minuti di “All too well” (da "Red") sono sottolineati tutti dai cori. L’era di “Speak now” dura una canzone, “Enchanted” più una lunga introduzione: il palco che si tinge di nuovo di colori pastello e Taylor Swift abbandona il glitter per un lungo e fiabesco vestito. Il pubblico di swifties alza un cartello “We are enchanted to meet you after 13 years”, un riferimento all’unico concerto italiano (2011, in un Forum di Assago neanche pieno).
La “Reputation” era, quella della Taylor arrabbiata, viene raccontata da un serpente che appare sullo schermo: toni cupi, sia nei colori che nella musica, più elettronica e scura, e da crepe che appaiono sul pavimento del palco, che è a sua volta uno schermo. Un contrasto netto con l’era successiva, quella del cantautorato di “Folklore” ed “Evermore”: il serpente sullo schermo si dissolve in una foresta, sul palco appaiono alberi e una capanna. È la fase cantautorale, quella in cui Taylor Swift si è presa una credibilità “indie” che le mancava collaborando con i National e Bon Iver, canzoni minimali e difficili da portare in uno stadio: rendono meno bene che su disco. Si torna al pop e ai colori più accesi con l’era di “1989” (e se possibile, i cori sono ancora più forti su “Blank space”, “Shake it off” e “Bad blood”) per poi virare al bianco e nero per “Tortured poets department” (con il videoclip di “Fortnite” ricreato sul palco). Le canzoni a sorpresa sono la parte dello show improvvisata, o quasi: due medley, uno alla chitarra (“the 1” e “Wonderland”) e uno al piano (“I Almost Do” e The Moment I Knew”) - con tanto di canzone interrotta per colpo di tosse perché sì, la musica è dal vivo, lei suona e si deve vedere. Gli errori li fa anche lei, con buona pace di Dave Grohl.
Si chiude con l’era di “Midnight”, più scura e notturna appunto, per un concerto iniziato con la luce piena e che è arrivato al buio solo in fase avanzata della show - a quel punto hanno pure iniziato a funzionare i braccialetti che accendono gli spalti, con una coreografia resa famosa e amata dai concerti Coldplay. Solo che, uscendo, i braccialetti non si riciclano: si tengono come ricordo, assieme alle foto e ai video girati durante tutta la serata. I concerti sono pensati per essere raccontati sui social, ma pochi sono così instagrammabili come l'Eras Tour.
Un grande concerto pop
Uscendo da San Siro ci sono genitori che attendono e anche fan che sono venuti/e ad ascoltare da fuori: sembrano divertirsi lo stesso. Per i non fan, invece, l’Eras Tour è un concerto iper-spettacolare ma troppo lungo: è costruito attorno a canzoni-canzoni, che ti ritrovi a cantare anche se non conosci, ed è pieno di idee, ma anche troppe. Ci sarebbero artisti/e che potrebbero costruire una carriera intera su una sola di queste trovate, ma Taylor Swift vuole metterle tutte assieme, in una serata sola - e questo crea alti e bassi, anche con una struttura narrativa del concerto così ben congegnata.
Taylor Swift gioca con i suoi fan, mostra stupore alle loro reazioni, sembra commossa di fronte all'inevitabile e italianissimo "Sei bellissima" di 65mila persone. Interpreta i suoi personaggi con naturalezza: “So I've been scheming like a criminal ever since/To make them love me and make it seem effortless”, canta in “Mastermind”, una delle ultime canzoni in scaletta. Lo schema è riuscito e l’Eras Tour rimane uno spettacolo unico nel suo genere, per il modo in cui mette assieme le diverse anime della musica pop: le canzoni, lo spettacolo delle immagini, l’artista in simbiosi con con i/le fan.
Si esce un po’ storditi da così tanta roba, chiedendosi cosa potrà fare dopo un tour come questo quella che al momento non solo è la più grande star musicale, ma anche la più ambiziosa.
La scaletta
SETLIST
(registrata)
Lover
Miss Americana & the Heartbreak Prince
Cruel Summer
The Man
You Need to Calm Down
Lover
Fearless
Fearless
You Belong With Me
Love Story
Red
Red - Intro (registrata)
22
We Are Never Ever Getting Back Together
I Knew You Were Trouble
All Too Well
Speak Now
Speak Now - Intro (registrata)
Enchanted
reputation
...Ready for It?
Delicate
Don't Blame Me
Look What You Made Me Do
folklore / evermore
cardigan
betty
champagne problems
august
illicit affairs
my tears ricochet
marjorie
willow
1989
Style
Blank Space
Shake It Off
Wildest Dreams
Bad Blood
THE TORTURED POETS DEPARTMENT
Female Rage: The Musical (registrata)
But Daddy I Love Him / So High School
Who's Afraid of Little Old Me?
Down Bad
Fortnight
The Smallest Man Who Ever Lived
I Can Do It With a Broken Heart
Surprise Songs
the 1 / Wonderland
I Almost Do / The Moment I Knew
Midnights
Lavender Haze
Anti‐Hero
Midnight Rain
Vigilante Shit
Bejeweled
Mastermind
Karma